Fusione Inps, Inpdap ed Enpals, tante le questioni da definire - QdS

Fusione Inps, Inpdap ed Enpals, tante le questioni da definire

Giuliana Gambuzza

Fusione Inps, Inpdap ed Enpals, tante le questioni da definire

sabato 18 Febbraio 2012

L’intervista al direttore regionale dell’Inps Sandra Petrotta sulle novità dell’art. 21 Dec. L. 201 del 2011. Unificazione completa dopo l’adozione dei decreti interministeriali entro fine maggio

PALERMO – Da quest’anno Inpdap ed Enpals scompaiono, in vista del trasferimento delle loro funzioni all’Inps. A deciderlo l’art. 21 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, come modificato dalla legge 214/2011, le cui modalità di attuazione sono state specificate dalla nota n. 22 del 28 dicembre, a firma del Ministro del Lavoro Fornero, e da una circolare dell’Inps, la n. 3 del 13 gennaio scorso.
In pratica, l’Inps prenderà in carico gli aspetti contributivi (i vari tipi di pensione, comprese quelle assistenziali come l’assegno sociale) e a sostegno del reddito (come il trattamento di disoccupazione e l’indennità di malattia o di maternità) di dipendenti dell’amministrazione pubblica e lavoratori dello spettacolo e dello sport professionistico, prima affidati rispettivamente a Inpdap ed Enpals.
C’è tempo fino al 31 marzo per la deliberazione del bilancio di chiusura degli enti soppressi, da cui procedere al passaggio delle rispettive risorse all’Inps. Il QdS ha chiesto a Maria Sandra Petrotta, direttore regionale Inps, di fare il punto sullo stato dell’integrazione tra Inpdap, Enpals ed Inps.
“L’unificazione degli enti potrà dirsi compiuta quando saranno adottati i decreti interministeriali del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, del Ministro dell’Economia e delle finanze e del Ministro per la Pubblica Amministrazione, con i quali si daranno all’Inps le risorse strumentali, umane e finanziarie degli Enti soppressi”.
Fin qui la procedura; e per quanto riguarda la tempistica? “Nella previsione normativa – chiarisce la Petrotta – tali decreti dovranno essere adottati entro 60 giorni dall’approvazione dei bilanci di chiusura delle gestioni, prevista entro il 31 marzo 2012. In attesa dell’emanazione dei decreti, le strutture centrali e periferiche continueranno ad espletare le attività connesse ai propri compiti istituzionali”.
Tra l’altro, la fusione dei tre istituti sembra mettere in forse l’attuale sistema di calcolo e distribuzione delle pensioni ai contribuenti.
Per esempio, un pensionato che aveva più conti pensione avrà un unico conto? “Attraverso l’introduzione del metodo contributivo per la generalità delle pensioni a decorrere dal 1.1.2012, è stato avviato un processo di convergenza e di armonizzazione del sistema pensionistico, che va ben oltre il meccanismo della totalizzazione che già era previsto nel nostro ordinamento. Al momento, però, non ci sono novità concrete da questo punto di vista”, ammette il dirigente regionale dell’Inps.
E il tetto specifico per ogni pensione? Resterà inalterato o sono previste delle modifiche? “Attualmente non abbiamo elementi per affermare che cambieranno i massimali: tutto dipende dai meccanismi che saranno introdotti dalla normativa in materia”.
Insomma, sono due le scadenze da segnare in agenda per vederci chiaro su che cosa significherà per il contribuente, in concreto, la soppressione dei due enti: il 31 marzo, per l’approvazione dei bilanci di chiusura di Inpdap ed Enpals, e la fine di maggio, per l’uscita dei decreti interministeriali che renderanno definitivamente operativa la fusione.
 

 
L’approfondimento. Dalla fusione anche una riduzione della spesa pubblica
 
L’impressione per il contribuente è sempre la stessa, che chiunque sieda a Palazzo Chigi si diverta a cambiare le regole a gioco iniziato, talvolta introducendo inutili complicazioni nella vita di tutti i giorni. Non sembra essere questo il caso della soppressione di Inpdap ed Enpals, che è stata pensata dal governo Monti con due scopi precisi: migliorare il coordinamento dell’attività e favorire la riduzione della spesa pubblica. Abbiamo chiesto a Maria Sandra Petrotta, dirigente regionale dell’Inps, di approfondire la questione. “La soppressione dell’Inpdap e dell’Enpals era già nell’agenda di più governi precedenti, ma è certamente una delle misure adottate per il contenimento della spesa pubblica, aumentando efficienza ed efficacia amministrativa nel settore della previdenza e dell’assistenza ed anche per la razionalizzazione dell’organizzazione e delle procedure amministrative”. Servizi migliori a un costo più basso, insomma: non si tratta di uno slogan pubblicitario, bensì del vero obiettivo della fusione dei tre enti previdenziali. Se esso verrà realizzato, lo sapremo solo tra qualche mese; è ancora in corso, infatti, la stesura dei bilanci di chiusura delle gestioni.

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