Aumenti per il demanio marittimo, Lombardo frena - QdS

Aumenti per il demanio marittimo, Lombardo frena

Rosario Battiato

Aumenti per il demanio marittimo, Lombardo frena

venerdì 24 Febbraio 2012

L’assessore Di Betta: “Sacrifici per servizi. La Regione immetterà sul mercato il 40% di coste balneabili ancora libero”. La lobby degli stabilimenti si ribella, il presidente della Regione annuncia: ci sarà un tavolo tecnico

ROMA – Sebastiano Di Betta, assessore regionale al Territorio e ambiente, pone fine alle polemiche sull’aumento dei canoni di concessione in Sicilia, dopo la lettera di protesta diramata dall’associazione di categoria nei giorni scorsi. Il titolare dell’ambiente ha precisato che andrà avanti sui canoni, anche perché la Regione è notevolmente ritardo rispetto le altre realtà nazionali, promettendo al contempo una maggiore attenzione alle procedure amministrative che soffocano il settore.
Novità per le 30 mila imprese balneari italiane, e soprattutto per gli 8 mila concessionari in Sicilia, che fino ad ora hanno goduto di un regime di canoni particolarmente favorevole. Si comincerà con un tavolo tecnico nazionale “sulla questione delle concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative e la richiesta da parte del governo italiano di una deroga alle liberalizzazioni, fissate per gennaio 2016 dalla direttiva Bolkenstein dell’Unione europea, in quanto stato membro con il maggior numero di coste balneabili”. Lo ha precisato ieri Sebastiano Di Betta, al termine dell’incontro tra i ministri degli Affari europei, Enzo Moavero, e degli Affari regionali e il Turismo, Piero Gnudi, e i rappresentanti delle Regioni Sicilia, Liguria e Lazio e le associazioni di categoria dei balneari. “I rappresentanti delle associazioni nazionali di categoria hanno anche concordato sul percorso che abbiamo proposto per la Sicilia – ha spiegato Di Betta – e manifestato disponibilità a discutere dell’incremento dei canoni a fronte di servizi come la semplificazione delle procedure amministrative per la richiesta o il rinnovo delle concessioni, la previsione di una durata temporale minima di almeno cinque anni, per consentire agli operatori del settore di ammortizzare i beni strumentali che acquistano per l’esercizio dell’attività”. Inoltre in arrivo anche un altro incentivo per l’imprenditoria balneare: sarà sul mercato il 40 per cento di coste balneabili libere.
A fronte dell’aumento dei canoni ci saranno delle sistemazioni nell’apparato burocratico che si occupa del settore. Tra le lamentele dei concessionari proprio la lenta azione dell’amministrazione regionale che non permette quell’adeguato sostegno che un settore vitale come quello turistico-costiero dovrebbe ricevere. Di Betta toglie ogi dubbio: “ho un’aspirazione: fare in modo che il demanio in Sicilia diventi un settore a burocrazia zero”. A fronte di quello che Di Betta definisce il “piccolo sacrificio del canone” promette di intervenire sulle modalità di azione della pubblica amministrazione perché “troppo è il tempo che trascorre tra la presentazione della istanza per ottenere una nuova concessione e il rilascio della stessa”. Il programma ad ampio raggio è quello già manifestato al tempo del suo insediamento e che adesso sembra indirizzarsi verso la strada della concretizzazione.
 
“La Sicilia tra parchi, riserve e coste – ha proseguito l’assessore – è la regione d`Italia che più di altre può rilanciare il settore, generando ricchezza ed occupazione”. Se questa può essere la volta buona, adesso non bisogna fermarsi neanche di fronte alle ovvie proteste delle lobby del settore. Intanto, il presidente della Regione, Raffaele Lombardo annuncia che “sarà istituito un tavolo tecnico regionale per affrontare la questione delle concessioni demaniali marittime, vista la particolare rilevanza che il settore ha in Sicilia”.
 

 
Confcommercio critica: così la Regione pensa solo a fare cassa
 
PALERMO – “In un momento in cui il sistema imprenditoriale isolano vive al limite del collasso si pensa di fare cassa sulle spalle degli imprenditori, dimenticando che in questo modo di otterranno tre soli risultati: quello di distruggere il sistema delle imprese legate al turismo balneare; di fare lievitare a danno di cittadini e turisti i costi di fruizione dei lidi balneari; di vanificare ulteriormente ogni speranza di sviluppo turistico di questa Regione”. Lo afferma il presidente di Confcommercio Sicilia, Pietro Agen.
“Come Confcommercio – prosegue Agen – ripetiamo che l’unica vera speranza di sviluppo per la Sicilia è riposta nel turismo, quello stesso turismo che è già stato colpito con la tassa di stazionamento, con l’imposta di soggiorno e ora anche con il costo delle concessioni demaniali. Al Governo regionale chiediamo con forza di operare con più coraggio sul piano dei tagli delle spese e, in assenza di una politica di sviluppo, quanto meno di avere il buon senso di non distruggere l’esistente. Se mille motivi vi erano per la manifestazione congiunta di imprenditori e lavoratori del 1° marzo a Palermo, dobbiamo dire che l’assessore Sebastiano Di Betta è riuscito a fornircene un altro”.

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