Nelle aree industriali si muore. Se ne accorgono anche all’Ars - QdS

Nelle aree industriali si muore. Se ne accorgono anche all’Ars

Rosario Battiato

Nelle aree industriali si muore. Se ne accorgono anche all’Ars

venerdì 24 Febbraio 2012

Ancora all’anno zero le bonifiche, eppure molte aree avrebbero priorità almeno da un decennio. Interrogazione dell’on. Romano (Mpa) sull'inquinamento nel comprensorio di Milazzo

PALERMO – Adesso si stanno svegliando un po’ tutti. Nelle aree ad alta incidenza industriale, esistenti da almeno mezzo secolo sul territorio siciliano, si muore più facilmente che altrove. In particolar modo nei pressi dei Sin (siti di interesse nazionale) di Priolo, Gela, Biancavilla e Augusta. L’ultimo atto di denuncia si è consumato con la presentazione di un’interrogazione all’Ars del deputato Fortunato Romano (Mpa) sull’inquinamento ambientale e sull’insistenza di fenomeni neoplastici nel comprensorio di Milazzo con riferimento alle zone comprese tra Pace del Mela e Oliveri.
Fortunato Romano ha voluto ricordare, in un suo intervento indirizzato al presidente della Regione ed agli assessori del Territorio e dell’Ambiente e della Salute, che una vasta zona attorno alla città di Milazzo è stata classificata IT19A6 in conseguenza del superamento dei valori limite di PM 10 emesse dalla Raffineria. Inoltre c’è tutta la fascia tirrenica che va da Villafranca Tirrena a Patti sottoposta ad inquinamento ambientale a causa della Centrale elettrica di S. Filippo del Mela, delle Acciaierie di Pace del Mela e delle industrie che trattano materiali i cui gas sono altamente inquinanti per la popolazione. Il lombardiano ha poi ricordato come anche l’Arpa abbia sottolineato la presenza di emissioni non adeguatamente controllate da parte della Raffineria di Milazzo.
La richiesta di Romano è chiara: conoscere lo stato di attuazione del Piano regionale di prevenzione per la realizzazione degli interventi previsti dal Pnp a tutela della salute pubblica, quale sia lo stato di aggiornamento, operatività ed efficienza dei “Registri tumorali” nella Provincia di Messina e quali iniziative intendono adottare per un maggior coinvolgimento dell’Associazione Italiana Registri Tumorali.
Spingendosi anche oltre l’onorevole isolano chiede un efficiente monitoraggio e l’adozione di provvedimenti per far rimuovere alla Raffineria le cause dell’inquinamento, o, in caso di mancate risposte, procedere per riesaminare il parere relativo al rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale per l’esercizio della Raffineria di Milazzo. L’ultimo passaggio riguarda appunto il capitolo bonifiche che coinvolge il sito contaminato dall’inquinamento elettromagnetico della Centrale Termoelettrica Edipower di San Filippo del Mela.
Proprio nell’ottica delle bonifiche l’allarme va esteso all’intera Isola. A preoccupare, però, c’è tutto un sistema. Nella pagina inchiesta di martedì scorso pubblicata dal Qds (“Amianto: le bonifiche dimenticate”) avevamo aggiornato, secondo gli ultimi dati ottenuti dall’Arpa di Messina, lo stato delle bonifiche proprio all’interno del Sin di Milazzo. Tra le cinquanta aree considerate in cui era stato suddiviso il comprensorio appena una aveva completato l’iter per la bonifica.
 
La conseguenza di questo stato cose certifica la difficoltà di operare in questi siti che hanno compromesso, e continuano a compromettere, la salute e la vivibilità umana. Ad esempio nell’area ex Sacelit a causa della presenza di amianto ci sono stati circa un migliaio di morti per le patologie correlate all’esposizione al pericoloso minerale. L’azienda ha già corrisposto circa 17 milioni di euro come risarcimento alle vittime.

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