Pil Sicilia, si prevede un calo del 2,2% - QdS

Pil Sicilia, si prevede un calo del 2,2%

Stiben Mesa Paniagua

Pil Sicilia, si prevede un calo del 2,2%

giovedì 01 Marzo 2012

È quanto emerge dal quinto numero di CongiunturaRes, dell’Osservatorio della Fondazione Res. Le stime della Banca d’Italia sono meno “nere”: 1,5 punti percentuali di flessione

PALERMO – Il Prodotto interno lordo della Sicilia potrebbe scivolare di 2,2 punti percentuali in questo 2012 rispetto al 2011. Il quadro, per nulla roseo, potrebbe essere molto simile anche nel 2013. È quanto è stato prospettato dall’Osservatorio Congiunturale della Fondazione Res nel quinto numero di CongiunturaRes. L’istituto di ricerca, promosso e sostenuto da UnicreditGroup e dalla Fondazione Banco di Sicilia, ha recentemente presentato, presso la facoltà di Economia dell’Università di Palermo, un focus dedicato alla situazione dell’occupazione ed economica in Sicilia.
Il Prodotto interno lordo siciliano – vale a dire il valore complessivo dei beni e dei servizi prodotti nella regione – è lo specchio dell’economia dell’Isola che, insieme a quella italiana, sta vivendo in questo tempo la crisi più drammatica e complessa dall’ultimo dopoguerra ad ora. La stima della Fondazione conferma i segnali di rallentamento generale del sistema Sicilia, tra aumento della disoccupazione, calo dei consumi e della produzione da parte delle imprese. Stallo che, in assenza di interventi, scrivono nel focus: “Potrebbe estendersi fino alla seconda metà del 2013, con l’avvio di un lento percorso di recupero solo a partire dall’anno successivo”. In pratica alla flessione del 2,2 per cento attesa per quest’anno, “potrebbe seguire un rallentamento dello 0,5 per cento nel 2013, – dicono nel report – a conferma di una double-dip recession caratterizzata da una doppia caduta, con una breve pausa intermedia (una sorta di rimbalzo tecnico del sistema nel 2010), al termine della quale le condizioni dell’economia potranno rivelarsi decisamente più negative di quelle iniziali”.
Ampliando lo sguardo si può notare come a partire dal 2010, la variazione rispetto all’anno precedente del Prodotto interno lordo reale dell’Isola sia andata via via regredendo: 2010 1,1 per cento, 2011 0,3 per cento e le previsioni per il 2012 -2,2 per cento.
Questo balzo indietro ipotizzato dalla Fondazione Res sposta l’asticella della flessione molto più in basso; rispetto ad altre previsioni iniziali che sembravano essere un po’ più rassicuranti, anche se ugualmente di segno negativo. Per esempio la Banca d’Italia sul Bollettino economico n. 67 di gennaio faceva una stima di un calo di 1,5 punti percentuali. Così come l’associazione Prometeia nel Rapporto di previsione di gennaio stimava un -1,7 per cento.
La dinamica del Prodotto interno lordo siciliano è molto simile all’andamento di quello italiano (come si può vedere nel grafico), anche se la crisi sembra aver colpito un po’ più a fondo nell’Isola.
Il problema, come hanno sottolineato durante la presentazione dei dati gli studiosi della Fondazione più volte, è che, al di là della congiuntura economica, si sta attraversando una vera e propria crisi di fiducia. E proprio per questa ragione superarla non sarà facile. Se non si vuole lasciare la barca “Sicilia” alla deriva, oltre alle promesse e agli annunci in pompa magna, le imprese e i cittadini – che vivono la crisi sulla propria pelle – hanno bisogno di fatti concreti, soluzioni verificabili e riscontrabili.

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