La sanità in Sicilia migliora ma c’è tanto da fare - QdS

La sanità in Sicilia migliora ma c’è tanto da fare

Liliana Rosano

La sanità in Sicilia migliora ma c’è tanto da fare

giovedì 01 Marzo 2012

Orlando: “Meno spesa diretta, invariato il costo del personale, più spesa per i privati”. Russo: “Verso l’equilibrio di bilancio”. La relazione dell’assessore regionale Russo alla Commissione parlamentare presieduta da Orlando

PALERMO – C’è  pieno riconoscimento e approvazione per quanto l’assessore Russo sta facendo per la sanità siciliana, anche se numerosi sono i problemi da risolvere e le criticità ancora presenti. Il presidente della commissione parlamentare sugli errori in campo sanitario, Leoluca Orlando, durante l’audizione dell’assessore Russo e dei direttori sanitari di Catania, Messina e Palermo, non usa giri di parole: “La situazione sta migliorando ma bisogna fare di più”. Una seduta fiume che si colloca nell’ambito del filone di inchiesta sullo stato della sanità nella Regione Siciliana e tende a un’analisi aggiornata dello stato d’attuazione del piano di rientro dal deficit sanitario regionale e della rimodulazione complessiva della rete ospedaliera.
Le criticità evidenziate dal presidente Orlando rilevate anche dai recentissimi “Tavoli Massicci” del 10 gennaio riguardano l’aumento del costo dell’assistenza sanitaria dello 0,33 per cento tra il 2009 e il 2010 (mentre tra il 2008 e il 2009 era aumentato dell’1,7). Si passa, sostanzialmente, da 8.405 a 8.485 milioni di euro, interamente ascrivibili al finanziamento dell’extra-deficit. La spesa sanitaria assorbe nel 2010 il 47,8 per cento delle entrate tributarie della Regione. Nel 2009, invece, ne assorbiva il 45 per cento, dunque di meno.
“Abbiamo rilevato – afferma Orlando – una diminuzione della spesa per la gestione diretta, una sostanziale invarianza per quanto riguarda il costo del personale (faccio riferimento, ovviamente, a dati regionali). Abbiamo, invece, evidenziato, e questo sarà oggetto di una specifica attenzione, un incremento della spesa per assistenza erogata da enti convenzionati o accreditati, più 4 per cento ai privati a fronte di una media nazionale che ha visto nello stesso periodo un incremento del 2,15 per cento”.
Non tarda a difendere il suo operato, l’assessore Russo, che tocca un argomento molto delicato: quello del deficit. “Oggi – afferma Russo – possiamo tranquillamente dire che la Regione Siciliana è stata in grado di superare il deficit strutturale di circa 650-700 milioni di euro che abbiamo registrato all’atto dell’insediamento e che abbiamo riportato, così chiudendo l’anno scorso, il bilancio almeno a -97 milioni, con un surplus di risorse di 200 milioni e oltre visto che quel deficit era abbondantemente coperto dagli oltre 320 milioni di addizionale Irpef e Irap. La Regione Siciliana, sostanzialmente, sul versante sanitario è in attivo e l’anno prossimo contiamo di arrivare addirittura all’equilibrio del bilancio”.
Quanto all’aumento delle spese, Russo ricorda che il Censis ha documentato che la Regione Siciliana, nell’arco temporale che va dal 2007 a oggi, è la prima regione italiana che ha abbattuto i costi del 10 per cento.
Invece per il rimodellamento delle spese con un aumento dell’ospedalità privata, “bisogna anche dire – conclude l’assessore regionale – che la fetta che ha ancora la Regione siciliana non è al pari con le altre Regioni per ciò che attiene la percentuale, della media del 12 o 13 per cento, di sanità privata. Siamo ancora al di sotto. L’aumento che c’è stato è anche legato al fatto che, col piano di rientro, questo settore è stato il più colpito perché abbiamo messo ordine, messo i tetti di spesa, riconosciuto degli aumenti legati all’inflazione per consentire al sistema di sopravvivere. Non c’è stata, quindi, una diversificazione legata a una politica di tutela o di vantaggio nel confronto dell’ospedalità privata”.
Un altro tema che è stato affrontato è quello delle performance dei reparti ospedalieri siciliani, a proposito dei quali, l’assessore Russo ricorda che il processo di riorganizzazione ha portato a una riduzione delle strutture complesse del 16 per cento, ben oltre il 5 per cento che prevedeva il piano di rientro, e  per le strutture semplici del 14 per cento, ben oltre il 10 per cento.
 

 
Russo: “Siamo già a metà dell’obiettivo del documento di riprogrammazione rete Rsa”
 
PALERMO – Quanto alla riorganizzazione della rete ospedaliera, nel giugno del 2008 il tasso di occupazione era del 249 per mille: i dati recentissimi, attestano che la Regione Siciliana ha centrato il 180 per mille indicato nel patto per la salute.
Per la questione della rete dei posti-letto per acuti alla riabilitazione, Russo specifica : “stiamo centrando anche il parametro del 3,27 e dello 0,60 per cento. In realtà, ancora un po’ più lungo, ma entro il 2012 riteniamo di centrarlo, è il parametro del rispetto dei posti di lungodegenza e di riabilitazione. Abbiamo sviluppato e implementato le azioni per la medicina territoriale. I Pta sono 55. Adesso, infatti, i cittadini per codici bianchi e alcuni verdi si rivolgono al punto di primo intervento, impedendo dunque l’accesso inappropriato ai pronto soccorso”.
“È elencato puntualmente – prosegue – l’esito di primi rilievi di questi dati: Pta; punti di primo intervento; punto unico di accesso; implementazione della rete dell’Rsa. Entro dicembre contiamo di arrivare ai 2.500 posti letto previsti. Abbiamo avuto un problema legato alla legge che aveva bloccato i nuovi accreditamenti e i nuovi condizionamenti. C’è stata una modifica, abbiamo fatto un documento di riprogrammazione della rete dell’Rsa, siamo già a oltre la metà dell’obiettivo, ma le aziende hanno già comunicato che daranno seguito all’attivazione dei posti letto pubblici, mentre credo si stiano accreditando i privati per la percentuale di 600 posti letto e oltre loro spettanti nel documento di programmazione”.

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