Addio “Province consortili”. A mollo Ddl della Giunta regionale - QdS

Addio “Province consortili”. A mollo Ddl della Giunta regionale

Raffaella Pessina

Addio “Province consortili”. A mollo Ddl della Giunta regionale

venerdì 02 Marzo 2012

Si mantengono gli enti incostituzionali, in contrasto con l’art. 15 dello Statuto. Tempi allungati per rivedere la composizione dei Consigli

PALERMO – È stata rinviata a martedì prossimo la seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana. Mercoledì scorso è stato approvato un disegno di legge di “riforma delle province” con un emendamento interamente sostitutivo della Commissione di merito.
Il disegno di legge, che era stato approvato in Commissione Affari Istituzionali, in Aula è stato letteralmente stravolto da un emendamento che ha sostituito l’intero testo. 57 i voti favorevoli, 10 contrari e 3 astenuti. Il Parlamento ha deciso di non recepire il decreto Monti che fa venir meno le Amministrazioni provinciali per snellire le strutture pubbliche. In Sicilia le Province resteranno come istituzione, così come le cariche elettive relative ad esse. Si abbandona praticamente l’applicazione dello Statuto siciliano che all’art. 15 prevede non le Province, ma i liberi consorzi di Comuni e si mantengono, così, degli enti incostituzionali.
In più il documento boccia quella che doveva essere l’incompatibilità tra dirigenti medici e sindaci. Tutto questo in barba alla semplificazione burocratica. Il documento approvato in Ars invece le mantiene e rinvia le modifiche ad un secondario e successivo ddl che tratterà di riordino di tutti gli organi di governo, compresa la riduzione dei consiglieri e degli assessori.
Soddisfatta l’opposizione, che era contraria alla linea di Lombardo “Il decreto Monti lo consideriamo incostituzionale – ha dichiarato in Aula il capogruppo del Pdl all’Ars Innocenzo Leontini -. Sappiamo che il Consiglio dei Ministri ha provveduto a riassorbire i contenuti di questo decreto in un disegno di legge che, tuttavia, non ha eliminato le incongruenze del precedente decreto e, quindi, sappiamo anche che nei confronti di questo nuovo disegno di legge del Consiglio dei Ministri sei Regioni hanno già proposto ricorso e anche l’Organizzazione nazionale delle province ha proposto ricorso”.
Il ddl prevede, inoltre, il rinvio al prossimo anno delle elezioni nelle Province di Ragusa (i cui organi, presidente, Giunta e Consiglio, verranno quindi commissariati) e di Caltanissetta (dove la gestione commissariale, già in atto a causa delle dimissioni del presidente, non sarà estesa al Consiglio).
Contrario l’Udc che ha votato compatto contro questa legge. Sull’abrogazione della norma che stabiliva incompatibilità tra dirigenti medici e amministratori di enti locali sopra i 28.500 abitanti, che ha determinato il no dell’Udc al ddl, Lombardo ha affermato: “Non vedo perché tante polemiche in Aula, abbiamo solo rimosso un’anomalia che non vige in alcuna regione d’Italia e in maniera molto anomala qualcuno si è scandalizzato. Non capisco perché il sindaco di Sciacca che è un medico di base abbia dovuto dimettersi per continuare a fare il sindaco”.
Sul contenimento della spesa interviene il deputato del Pdl Francesco Scoma che ha presentato una interrogazione “La commissione Bilancio dell’Ars – scrive Scoma – ha espresso parere vincolante per la creazione di una società consortile per i Beni culturali della Regione Sicilia, che catalizzi, quale società di riferimento del settore, le competenze di Beni culturali spa, di Biosphera spa e di Multiservizi spa; mettendo, per altro, fine al contenzioso in atto esistente fre le tre società. Questo in base alla legge regionale n. 12 del 2011”.

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