Enti locali, rinviato il taglio dei costi - QdS

Enti locali, rinviato il taglio dei costi

Antonio G. Paladino

Enti locali, rinviato il taglio dei costi

venerdì 02 Marzo 2012

Il legislatore regionale dovrebbe affrettarsi a recepire la decurtazione del venti per cento del numero di assessori e consiglieri. In virtù dell’autonomia statutaria nell’Isola elezioni amministrative con i numeri del passato

PALERMO – Il taglio del venti per cento del numero degli assessori e consiglieri comunali e provinciali, disposto dal decreto legge n. 2 del 2010 (convertito in legge n. 42/2010), è scattato dallo scorso anno e decorre in occasione del primo rinnovo del consiglio. Il numero di assessori, in particolare, non potrà superare un quarto del numero dei rispettivi consiglieri e, in nessun  caso, superare il numero massimo di dodici previsto dal Tuel. Si precisa, però, che, per l’autonomia della Regione Siciliana, demandatale dallo Statuto, questi tagli non si applicano al di qua dello Stretto. Dovrebbe essere il legislatore regionale a recepirli, tenuto conto che, in materia di enti locali, la “sovranità” regionale è esclusiva.
Per conoscere le opportunità mancate di riduzione dei costi in Sicilia, vediamo cosa dice la circolare n. 2915 emanata pochi giorni fa dal Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero che ha ritenuto opportuno mettere nero su bianco (a seguito di quesiti già pervenuti da numerose amministrazioni locali interessate dal prossimo turno elettorale) le novità introdotte dalla norma sopra richiamata, in prossimità delle prossime elezioni amministrative.
Elezioni che, con recente decreto dello stesso Viminale, sono state fissate, sul territorio nazionale, il prossimo 6 e 7 maggio, con eventuale turno di ballottaggio il 20 e 21.
Ai fini del taglio da operare sull’attuale consistenza numerica della giunta e del consiglio, il Viminale rileva che l’entità della riduzione è determinata con arrotondamento all’unità superiore (nei casi in cui le risultanze del calcolo danno luogo ad una cifra decimale) e che, in tale conteggio, non devono essere computati il sindaco e il presidente della provincia. A tal fine, il Viminale allega alla circolare apposite tabelle riepilogative con le nuove composizioni sia delle giunte che dei consigli, in relazione alla popolazione residente.
Si precisa che per gli enti che vanno a rinnovo dal 2011 e per gli anni a seguire, il numero massimo degli assessori comunali e provinciali deve essere rideterminato in misura pari ad un quarto del numero dei consiglieri del comune e della provincia. In questi casi, si computano sia il sindaco che il presidente, sempre arrotondando all’unità superiore. In ogni caso, per effetto dell’articolo 47, comma 1 del Tuel, tale numero non può superare le dodici unità.
A titolo esemplificativo, una città con popolazione superiore a 100 mila abitanti che, sino ad oggi ha mantenuto quaranta consiglieri comunali, a decorrere dalle prossime consultazioni elettorali ne dovrà eleggere 32. Le città con più di 250 mila abitanti, sino ad oggi con 46 consiglieri, ne dovranno eleggere 36. In entrambi i casi, da questo computo deve essere escluso il sindaco.
Per quanto riguarda le province, quelle con popolazione superiore a 300 mila abitanti, oggi con 30 consiglieri provinciali, scenderanno a 24, mentre quelle con popolazione superiore a 700 mila abitanti, oggi con 36 consiglieri, ne dovranno eleggere 28, escluso il presidente.
Per quanto riguarda gli assessori, le tabelle allegate rilevano come, ad esempio, per comuni con più di 500 mila abitanti, da 12 si scende a 11, comuni con più di 250 mila abitanti scendono a 10 comuni con più di 100 mila abitanti potranno eleggere massimo nove assessori.
In provincia, invece, gli assessori dovranno essere al massimo un quarto dei consiglieri. Da ciò, una provincia con più di 1,4 milioni di abitanti non potrà avere più di 10 assessori. Otto quelle con popolazione superiore a 700 mila abitanti e 7 quelle con popolazione superiore a 300 mila abitanti.
 

 
Nonostante l’assessore Chinnici a gennaio 2011: “Nessuno stop per riduzione costi politica Enti locali”
 
PALERMO – Riportiamo qui il testo del comunicato stampa dell’assessore regionale alle Autonomie locali, Caterina Chinnici, che risale al 14 gennaio 2011, ovvero a 14 mesi fa: “L’obiettivo che la Regione persegue è quello del contenimento della spesa pubblica tanto è vero che nel disegno di legge di stabilità regionale, già approvato dalla giunta a fine settembre e all’esame del parlamento, sono contenute norme che vanno in questa direzione. Nessuno stop, quindi, a tutte quelle disposizioni per la riduzione dei costi della politica introdotte con la Finanziaria nazionale dal ministro Tremonti che, però, così come chiarito dall’Ufficio legislativo e legale, non si applicano in Sicilia vista la potestà esclusiva della Regione in materia. Per evitare, quindi, di ingenerare equivoci e applicazioni disomogenee della normativa nei vari enti locali si è resa necessaria la circolare. Lo dice – continuava così il comunicato del 14 gennaio 2011 della Chinnici – l’assessore regionale per le Autonome locali e la Funzione pubblica, Caterina Chinnici, in merito alla circolare emanata oggi sull’applicabilità agli enti locali della Sicilia delle norme statali in materia di coordinamento di finanza pubblica e contenimento della spesa, nonché in materia di riduzione del costo degli apparati politici amministrativi”.
Non si registra nessuna novià ad oggi.

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