In Sicilia nessun allarme alcol ma cresce il binge drinking - QdS

In Sicilia nessun allarme alcol ma cresce il binge drinking

Roberto Quartarone

In Sicilia nessun allarme alcol ma cresce il binge drinking

mercoledì 07 Marzo 2012

È ciò che si evince dalla Relazione al Parlamento del ministro della Salute, Renato Balduzzi. Definizione che implica il consumo di molte unità alcoliche in un breve arco di tempo

PALERMO – Probabilmente non è una novità: in Sicilia non c’è un allarme alcol. È ciò che si evince dalla Relazione al Parlamentodel ministro della Salute, Renato Balduzzi, pubblicata nei giorni scorsi, sugli interventi realizzati ai sensi della legge 30.3.2001 n. 125, ovvero la legge quadro in materia di alcol e problemi alcolcorrelati.
Tutti i dati sui consumatori di bevande alcoliche, infatti, sono al di sotto della media nazionale e il dato sui consumatori a rischio è perfino il più basso in assoluto. Quest’ultimo parametro considera a rischio i maschi che superano un consumo quotidiano di 40 g. di alcol contenuti in una qualsiasi bevanda alcolica e le femmine che superano i 20 g. Sono anche a rischio gli anziani e i giovani di 16-18 anni che bevono più di un’unità alcolica giornaliera, gli adolescenti che non si astengono totalmente e coloro che consumano grandi quantità di alcol in un arco di tempo limitato (binge drinkers). In Sicilia, la percentuale arriva al 15,2 per gli uomini e al 4,1 per le donne, contro il 25,4 e il 7,3 della media nazionale e il 43,8 maschile del Molise o il 15,4 femminile della Valle d’Aosta.
Si parla molto nel rapporto del binge drinking, definita come “modalità di bere di importazione nordeuropea che implica il consumo di numerose unità alcoliche in un breve arco di tempo”. Cinque punti percentuali dividono gli uomini siciliani che praticano il binge drinking dalla media nazionale, mentre il divario tra le donne dell’Isola e la media nazionale è molto meno marcato. Cosa si beve? Non solo il vino, prodotto anche nell’Isola, ma anche i superalcolici: rappresentano il 20,3 per cento del totale delle bevande alcoliche consumate. Il cuore della relazione è costituito dai progetti attivati secondo il Piano nazionale alcol e salute, divisi per le varie Regioni.
 
Il progetto siciliano più corposo è “Alcol: piacere di conoscerti. Educazione tra pari nel tempo libero”, iniziato nel 2010, che mira a formare peer educators per interagire con i coetanei (ragazzi del biennio di scuola media superiore tra i 13 e i 16 anni) in un’azione informativo-educativa sugli adolescenti. Si tenta così di ritardare l’età del primo approccio con l’alcol e ridurre il livello di consumi. Sono coinvolti anche i genitori e gli operatori come dj e barman. È stato inoltre avviato un corso di formazione sull’“identificazione precoce e l’intervento breve per la prevenzione dei problemi e danni alcolcorrelati nei contesti lavorativi e nell’assistenza sanitaria di base”.
Per incrementare le conoscenze e le abilità dei professionisti sanitari, si è organizzato un incontro su due giornate in cui sono state toccati dei temi legati ai costi sociali del fenomeno, ai livelli di rischio e ai criteri d’intervento, agli strumenti di screening e al ruolo dei sanitari nella prevenzione.
In un altro progetto infine sono state coinvolte le Asp, che hanno fornito i dati locali sugli incidenti stradali e organizzato corsi in cui si è illustrato l’effetto dell’alcol alla guida. Il rapporto non censisce tuttavia alcun progetto siciliano per favorire l’accesso ai trattamenti sanitari e assistenziali, per promuovere la ricerca, per favorire le associazioni e organizzazioni no profit, né strutture di accoglienza, protocolli di collaborazione con enti e associazioni o provvedimenti per l’erogazione dei farmaci dedicati.
 

 
Progetti. Il Piano nazionale alcol e salute (PNAS)
 
 La 125 del 30 marzo 2001 è la “legge quadro in materia di alcol e di problemi alcol correlati”.
La sua finalità è la prevenzione, la cura e il reinserimento sociale degli alcol dipendenti. Si riferisce a varie risoluzioni emanate a livello continentale sin dal 1982 e, soprattutto, alla Carta europea sull’alcol, adottata a Parigi nel 1995. Tra le finalità principali, c’è la tutela del “diritto delle persone, ed in particolare dei bambini e degli adolescenti, ad una vita familiare, sociale e lavorativa protetta dalle conseguenze legate all’abuso di bevande alcoliche e superalcoliche”.
Il rapporto emanato dal ministero presenta i progetti attuati grazie al Piano nazionale alcol e salute (Pnas), pubblicato nella Gu 88 del 16 aprile 2007 e che si riferisce proprio alla legge quadro. È un documento programmatico di indirizzi concordati tra Ministero e Regioni, con la finalità di promuovere l’implementazione di un insieme di strategie e azioni finalizzate a rafforzare le attività di prevenzione e a ridurre la mortalità e morbilità alcolcorrelate nel nostro Paese.
 
 

 
Conseguenze del consumo di alcol
 
Prudenza sulle strade siciliane dopo le serate in giro per i bar: insieme alla Provincia autonoma di Bolzano, la Regione più grande d’Italia è la terzultima nella percentuale di denunciati per guida in stato d’ebbrezza. Solo il 7 per cento dei guidatori fermati per un controllo dalle Forze dell’ordine tra il 2007 e il 2009 è risultato positivo al controllo del test alcolemico e il dato è di oltre due punti inferiore alla media nazionale. Le conseguenze dell’abuso di alcol vanno oltre: il rapporto del ministero ha rilevato anche il tasso di ospedalizzazione per diagnosi legate al suo consumo. E ancora una volta la Sicilia è ai minimi assoluti nazionali: nel 2009, ultimo anno di cui sono disponibili i dati, sono stati dimessi 69 pazienti (ogni 100.000 abitanti), contro i 129 della media nazionale e i 390 della Provincia autonoma di Bolzano, che presenta il dato più alto. In generale, tutti i dati sono in calo, dopo un netto aumento a metà del decennio scorso (in Sicilia, però, sui nove anni la diminuzione è meno evidente che sull’intero territorio nazionale).
Le cause di ospedalizzazione sono comuni in tutta Italia: i soggetti con più di 55 anni sono interessati soprattutto da cirrosi epatica alcolica; le diagnosi della classe di età 36-55 si riferiscono invece maggiormente a sindrome da dipendenza da alcol; le diagnosi delle fasce di età 15-35 anni presentano le più alte prevalenze per effetti tossici dell’alcol e abuso di alcol; i giovanissimi fino a 14 anni sono interessati quasi esclusivamente da diagnosi di avvelenamento da antagonisti dell’alcol e di effetti tossici dell’alcol.

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