Parco d’Orleans, 6 anni e non bastano 1,4 mln - QdS

Parco d’Orleans, 6 anni e non bastano 1,4 mln

Giuliana Gambuzza

Parco d’Orleans, 6 anni e non bastano 1,4 mln

giovedì 08 Marzo 2012

Viaggio tra i progetti del Por 2000-2006 avviati ma non ancora conclusi; 1a puntata – Parco d’Orleans e Irfis. Ci sono 1.969 tra cantieri bloccati per problemi legali o burocratici e opere non collaudate

PALERMO – La settimana scorsa ci siamo occupati, in un’inchiesta, dei fondi Por 2000-2006: persi o soltanto in stand-by? Di sicuro sfruttati poco, guardando all’obiettivo di non lasciarsi scappare la spesa.
“Ci sono dei ritardi che dovranno essere colmati e dei chiarimenti da inviare alla Commissione che li ha richiesti. Non si è perso nulla”, ci ha rassicurati il presidente Lombardo. Però è vero che, a fine ottobre, sei ispettori inviati da Bruxelles avevano riscontrato irregolarità nelle pratiche ammesse ai finanziamenti e lamentato inadeguate verifiche di gestione.
Ed è anche vero che, dei 2.154 progetti finanziati dal Por 2000-2006, soltanto 185 (l’8,6%) erano stati realizzati per intero a giugno dell’anno scorso.
Soltanto la Puglia, con il suo 8,5% di cantieri chiusi, ha fatto peggio di noi. Per il resto, i risultati siciliani impallidiscono al confronto di quelli raggiunti al Nord, dove Piemonte, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia hanno portato a termine circa la metà di quanto pianificato.
Nel Rapporto finale di esecuzione (e in alcune note integrative), a firma del Dipartimento Regionale della Programmazione, sono indicati in dettaglio i 1.969 progetti ancora da completare. Ovviamente, non tutti lo sono per lo stesso motivo: analizzando il documento, si scopre che ci sono progetti sospesi a causa di procedure giudiziarie o amministrative e opere complete ma senza collaudo.
Vogliamo fornire ai lettori qualche dettaglio in più sui casi a cui l’inchiesta dell’1 marzo accennava e, nelle prossime uscite, anche su altri che ancora non conoscono la fine. Infatti la storia di questi cantieri, con i loro lavori a singhiozzo, i soldi che non bastano mai e il moltiplicarsi dei soggetti coinvolti, è la storia del perché in Sicilia non sempre si riesce a mettere la parola “fine” a ciò che si è cominciato.  
Prendete la sistemazione a parco urbano del Parco d’Orleans, per esempio. Previsti nuove aree verdi, il restauro di Villa Forni, la realizzazione di un teatro all’aperto, di percorsi didattici e di altri pedonali, di una pista di pattinaggio e di un laghetto artificiale. Il contratto di appalto è stato registrato nel maggio del 2005, ma già a settembre dell’anno successivo i lavori sono stati sospesi, per riprendere dopo quasi due anni – e 3.166.848 € del Por 2000-2006 spesi – ad aprile 2008.
Nel frattempo, infatti, la capogruppo mandataria, la Tecnital S.p.A. di Catania, era stata coinvolta in “complesse vicende giudiziarie”, come si legge nel Rapporto della Regione. In pratica, la prefettura di Catania aveva denunciato il rischio di condizionamento mafioso, sebbene poi l’accusa si sia rivelata infondata.
Risultato? Termine di completamento posticipato diverse volte e previsione di spesa aumentata a più riprese, per un totale di quasi undici milioni e mezzo di euro (di cui parte del Por e parte dei fondi ex Agensud).
Alla fine il Parco è stato aperto al pubblico pochi giorni prima dell’ultima scadenza, a novembre 2011. Eppure, l’inaugurazione è stata accompagnata dalle  polemiche per via della presenza di amianto e detriti in zone del parco facilmente accessibili. L’impressione, insomma, è che i lavori non siano veramente finiti.
 

 
L’approfondimento. L’Irfis tra i “cattivi pagatori” delle imprese appaltatrici
 
Non solo opere non collaudate o cantieri bloccati da problemi giudiziari o burocratici. Tra i progetti finanziati con il Por 2000-2006 ma non conclusi, ci sono anche lavori sospesi perché le imprese appaltatrici non sono state pagate per intero dall’ente che si occupa di gestire i fondi europei. L’Irfis – Irfis-Fin Sicilia da gennaio, dopo l’intesa siglata da Unicredit e Regione Sicilia – è uno di quelli che più spesso ha “dimenticato” di versare l’importo dovuto alle aziende responsabili dei lavori. All’Irfis si erano rivolti, per l’erogazione dei finanziamenti, soprattutto piccoli imprenditori dei settori del turismo, del commercio, dell’energia, delle infrastrutture e della navigazione, nel pieno rispetto della mission dell’istituto. Importi medi sotto i duecentomila euro, dunque: si va dai 28.000€ richiesti per la ristrutturazione di un asilo ai 180.000€ utili all’acquisto di macchinari per un centro benessere, dai 66.000€ destinati a nuove attrezzature per un’attività di noleggio di imbarcazioni ai 90.000€ per il rinnovo dei locali di un ristorante. Sebbene si contino pure casi di sovvenzioni da più di 350.000€ – di cui quasi il 20% mancherebbe all’appello – per comprare attrazioni da inserire in un parco divertimento o battelli per ampliare l’equipaggiamento di un’azienda che li affitta.

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