Sostiene il ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che la norma prima riportata potrebbe applicarsi anche alle centrali nucleari, il che fa nascere il sospetto che vi siano dei gruppi di pressione che hanno l’interesse di evitare i controlli e le autorizzazioni del ministero per l’Ambiente.
Non vorremmo che la giusta questione dell’energia nucleare, la cui valutazione tarda da 17 anni (infatti poteva essere rimessa all’ordine del giorno 5 anni dopo il referendum del 1987) si rivelasse anch’essa una porcata com’è stata la vicenda Alitalia. Berlusconi, per favorire la cordata di Colaninno e Sabelli, che guidano la Cai (Compagnia aerea italiana) anziché cedere il carrozzone all’Air France a costo zero (anzi ricavandone 300 milioni) ha messo sul groppone degli italiani una perdita già stimata in circa 3,3 miliardi di euro.
La questione del nucleare deve essere portata alla pubblica opinione in modo trasparente, soprattutto per quanto riguarda il costo degli impianti, che non deve discostarsi da quello degli stessi impianti che sono in costruzione in Francia da parte di Edf (il cinquantanovesimo) in Slovacchia, da parte di Enel, in Cina e in altri paesi europei. Naturalmente, a questo punto, si può trasformare lo svantaggio di ultimi arrivati in vantaggio perché può essere usata la tecnologia di quarta generazione.
La questione delle procedure, in Italia, è fondamentale, perché la loro farraginosità è stato il freno a mano tirato che ha impedito di procedere con la necessaria sveltezza e rapidità. Non solo, ma dietro il freno si è nascosta e continua a nascondersi la corruzione, perché quelli che hanno bisogno delle autorizzazioni, continuamente ritardate, esasperati, mettono mano al portafogli e distribuiscono tangenti. I burocrati corrotti non aspettano che questo gesto. Di proposito rallentano e fermano l’iter delle autorizzazioni. Tutto questo, come ben si comprende, è fortemente dannoso per lo sviluppo.
Il meccanismo, a conoscenza di tutti, è molto più esteso nella pubblica amministrazione delle regioni meridionali, che della corruzione hanno fatto una bandiera, di cui dovrebbero vergognarsi.
Sulla questione posta dalla Prestigiacomo si sono levate poche voci fra cui quella del sottosegretario Gianfranco Miccichè e del vice presidente dell’antimafia Fabio Granata. Silenzio da parte dei capigruppo del Pdl e della Lega che, evidentemente, sanno quello che c’è dietro l’estromissione del ministero per l’Ambiente sulle autorizzazioni relative alle centrali di produzione di energia.
Non abbiamo neanche sentito i capigruppo di Camera e Senato del Mpa, Lo Monte e Pistorio, che farebbero bene a occuparsi della questione anche nella logica di diminuire la produzione di energia in Sicilia e di commutare quella prodotta con olio combustibile, utilizzando materie prime molto meno inquinanti, come gas, bio carburante e altri.
L’autonomia in Sicilia significa la tutela dell’ambiente dell’Isola e, in questa direzione, deve indirizzarsi l’azione del ministro siracusano, che non può dimenticarsi il territorio da cui proviene. Nel quale purtroppo insiste il Triangolo della morte (Priolo, Melilli, Augusta).