Acquisti più diligenti in Sicilia e la marca conta sempre meno - QdS

Acquisti più diligenti in Sicilia e la marca conta sempre meno

Michele Giuliano

Acquisti più diligenti in Sicilia e la marca conta sempre meno

giovedì 15 Marzo 2012

Consumatori sempre più attenti ai prezzi e agli sconti, meglio comprare in tempo di saldi. D’altra parte le imprese puntano sulle promozioni per guadagnare clienti

PALERMO – Acquisti sì, ma molto più ponderati. Il mercato del consumo alimentare in Sicilia risente soltanto in parte dell’attuale crisi ma una cosa è certa: oggi non si va ad un supermercato qualunque e si acquista. Il prodotto oggi viene ponderato e studiato dal consumatore medio siciliano. Insomma, non si rinuncia al cibo ed in alcuni casi anche agli sfizi ma adesso si sta molto più attenti ai prezzi ed agli sconti. Ecco come ha modificato il suo modo di essere il consumatore siciliano nei confronti dei supermarket, che siano di grandi o piccole dimensioni.
Oggi non conta più la comodità di acquistare sotto casa: c’è chi si sobbarca anche intere giornate fuori porta purchè arrivi al risparmio. Questo è certamente uno scenario difficile e in un settore, quello della grande distribuzione, segnato da forte concorrenza e, negli ultimi mesi, da una contrazione dei consumi.
Il comportamento del consumatore siciliano è stato studiato dall’Università di Parma, dall’istituto di ricerche della Nielsen e dalla Conad, una delle più grandi catene alimentari del territorio siciliano. Il quadro di riferimento che ne è emerso è veramente complesso. Il cliente di oggi è preoccupato, più razionale, attento al “Value for Money” e sempre più infedele alla marca di fiducia.
Diminuiscono le spese per viaggi, abbigliamento e intrattenimento fuori casa, a seguito di una maggiore preoccupazione per il posto di lavoro e di una conseguente propensione al risparmio. E proprio in Sicilia gli effetti sono ancora più accentuati. Se il tasso di crescita della grande distribuzione a livello nazionale si mantiene positivo solo a totale rete (+1,4 per cento, dati Nielsen 2011), in Sicilia si registra solo un segno negativo con le vendite che calano di circa dell’1,65 per cento (dati Nielsen 2011).
A questo si aggiunge una forte pressione promozionale al 33,7 per cento, (la più alta di tutta l’Italia che si attesta in media al 28,8 per cento) e un’elevata concentrazione di punti di vendita.
Con 2.629 strutture infatti la Sicilia è la seconda regione d’Italia per numero di punti vendita. Non è affatto una casualità che proprio le catene alimentari e della grande distribuzione nell’Isola in genere si siano affidate alle campagne pubblicitarie promozionali molto di pi rispetto alle altre regioni italiane. Le imprese del settore del consumo infatti si stanno adattando al comportamento del consumatore medio siciliano che vuole essere informato sui prezzi, vuole metterli a confronto e si pone anche la questione di acquistare in sicurezza garantendosi una buona pesa e al contempo un’altrettanto buona qualità del prodotto.
 
Una tematica d’attualità che il Conad si è posta proprio nell’ottica di migliorarsi sul territorio e di diventare ancora pi competitiva. Ed infatti, in questo scenario di crisi per il consumo in Sicilia, la catena di supermercati sta emergendo: “Nel 2011 le vendite sono cresciute – dichiara Giorgio Ragusa, direttore generale di Conad Sicilia – confermando il successo delle strategie nazionali e delle scelte commerciali fatte per la tutela del potere d’acquisto delle famiglie e il contenimento dell’inflazione”.
 

 
Da cosa dipende la crisi dei consumi
 
Il dato delle vendite dei soci Conad a dicembre, rispetto allo stesso periodo del 2010, a valore omogeneo è del +3,07. In aumento anche le vendite dei prodotti a marchio e la quota della Private Label del 19,44 per cento rispetto al 16,64 per cento dell’anno precedente (Dati Iri). Un risultato che, come sottolineato dallo studio, testimonia come i clienti siciliani apprezzino la grande qualità dei prodotti anche se magari costretti a spendere qualcosa in più, considerato che la marca privata ha ancora un peso contenuto nei carrelli dei clienti siciliani (11,8 per cento la quota di mercato siciliana in base sempre alle elaborazioni dei dati Nielsen). Il professor Alberto Grandi dell’Università degli Studi di Parma ha ricostruito il complicato scenario dei consumi e della distribuzione in tempi di crisi, supportato da un’attenta analisi del territorio siciliano, presentata da Romolo De Camillis di Ac Nielsen Italia. Il loro studio ha messo in evidenza come la crisi del consumo in Sicilia è accentuata dalla disoccupazione (in Sicilia si attesta al 12,4 per cento nel 2011, fonte Istat), dalle previsione dell’inflazione (2.9 per cento attesa per il 2012) e dall’impatto negativo che la manovra economica sta avendo.

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