Corte dei conti Sicilia bacchetta la Regione per l’avviso 8 del 2009 - QdS

Corte dei conti Sicilia bacchetta la Regione per l’avviso 8 del 2009

Michele Giuliano

Corte dei conti Sicilia bacchetta la Regione per l’avviso 8 del 2009

giovedì 15 Marzo 2012

Formazione: tanti errori rilevati, alcuni davvero di natura paradossale: in bilico ci sono 180 milioni di euro. Tra i rilievi: finanziamenti superiori alle richieste e violazioni al bando emesso

PALERMO – Avviso 8/2009 stracolmo di errori, la Corte dei Conti stoppa tutto. E si tratta di una manovra da quasi 180 milioni di euro, mica uno scherzo. Sul fronte della formazione professionale in Sicilia poteva essere una boccata d’ossigeno per un settore in profonda crisi, alle prese con i tagli agli enti e con una scadente offerta formativa denunciata oramai negli anni. Ed invece oggi si sta tramutando in una grande occasione persa. Al punto che la magistratura contabile della Regione ha mosso una serie finita di criticità, tanto che gli operatori della formazione sono sempre più convinti che questo avviso finirà nel dimenticatoio. Un nutrito numero di dipendenti degli enti siciliani sta avviando una mobilitazione.
 
In una nota vengono chiamati a raccolta tutti i colleghi dell’Isola affinchè facciano sentire la loro voce nell’ambito di una programmata manifestazione di protesta. I lavoratori della formazione accusano senza mezzi termini l’assessorato regionale alla Formazione che in quasi 3 anni non è riuscito a far decollare l’Avviso 8, per un ammontare per l’esattezza di 177 milioni di euro provenienti dal Fondo sociale europeo. Siamo in presenza di una misura attivata “Per la formulazione di interventi formativi per lo sviluppo dei saperi e delle competenze”.
Lo scorso dicembre era stata finalmente approvata la graduatoria definitiva dei progetti e il dirigente generale del Dipartimento della Formazione della Regione, Ludovico Albert, aveva trasmesso tutto alla Corte dei Conti per il relativo visto tecnico-giuridico al decreto. Le osservazioni però dei magistrati contabili cominciano sin dall’origine: “In primo luogo – scrivono nel documento – si rileva l’impossibilità di ricostruire l’iter attraverso il quale è scaturita la valutazione tecnica dei singoli progetti, dal momento che i verbali, redatti dal Nucleo di valutazione, si limitano ad una mera elencazione dei numeri di protocollo dei progetti esaminati in ogni seduta, con la conseguenza che non riesce ad evincersi alcuna motivazione in ordine ai punteggi attribuiti ai singoli progetti e se siano stati seguiti i criteri di valutazione previsti”.
Passando poi all’analisi dei singoli progetti ecco che emergono altre incongruenze. Per i progetti dell’Assi I-Adattabilità i rilievi sono stati fatti per la riduzione dell’importo dei progetti, per finanziamenti superiori rispetto a quelli richiesti dagli enti stessi, in un caso addirittura il numero dei destinatari è maggiore a quello previsto dal bando, oppure il numero degli allievi e quello delle ore di intervento superano il tetto massimo previsto dal bando ed, inoltre, il finanziamento ammesso è inferiore a quello richiesto.
Per i progetti che rientrano nell’Asse II-Occupabilità invece vengono evidenziate “proposte formative, che presentano più tipologie di intervento, per le quali era possibile il ifnanziamento di due corsi, ma vengono ammessi con solo una proposta di intervento”. E poi ancora “il numero dei destinatari e quello delle ore, risulta essere maggiore rispetto a quanto previsto dall’articolo 5 dell’avviso”.
 


L’approfondimento. Albert al lavoro per risolvere il problema

I rilievi della Corte dei Conti sono davvero tanti. In ultimo i magistrati contabili mettono in evidenza anche delle incongruenze dal punto di vista economico-finanziario. “Desta perplessità – si legge nella relazione – la mancata previsione di un tetto massimo alla spesa prevista nell’ambito del capitolo su “Preparazione relativa alla ideazione e progettazione” e per la “elaborazione del materiale didattico”, nonché la spesa di 52 euro per la selezione di ogni partecipante”. Altra spesa “poco chiara” è quella prevista al punto dell’Avviso su “Realizzazione”: “Non si comprende quale genere di attività rientri nella voce relativa all’orientamento. Inoltre non è previsto alcun tetto massimo per le spese di vitto ed alloggio del personale docente”. Oltretutto emerge anche qualche difetto di comunicazione che, secondo i magistrati, “potrebbe ingenerare false aspettative di stabilizzazione o creare ulteriori forme di precariato”. Da questo punto di vista il dg del Dipartimento della Formazione, Ludovico Albert, è categorico smentendo il fatto che oramai l’Avviso 8/2009 sia definitivamente tramontato: “Su questo ci sto allo stato attuale lavorando, motivo per cui per il momento preferisco non esprimermi”.

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