Abbiamo rivolto alcune domande a Fabio Leone, Presidente dell’ Associazione Italiana Celiaci, Aic Sicilia Onlus.
“La tipologia e la quantità dei prodotti dietoterapeutici senza glutine, individualmente consumati, sono correlate alle singole abitudini alimentari. Molti celiaci (giovani, sportivi, persone che svolgono lavori faticosi), lamentano che il tetto di spesa previsto non è sufficiente per le proprie necessità mensili”.
“I tetti di spesa suddivisi, per sesso e fascia d’età, sono determinati in base al fabbisogno calorico totale, calcolato in base ai Larn – Livelli di Assunzione giornalieri Raccomandati di energia e Nutrienti per la popolazione italiana – fissati da nutrizionisti e ricercatori della materia. Il calcolo del fabbisogno è uguale per maschi e femmine fino a 10 anni di età e dopo si differenzia a favore dei primi: 3000 calorie contro le 2.200 delle donne. Inoltre, circa il 35% del fabbisogno è da soddisfare con prodotti privi di glutine e, in base ai prezzi praticati dall’industria, è stato calcolato il tetto di spesa. Avverso il decreto furono presentati da Aic ben 2 ricorsi al Tar, che li ha rigettati, statuendo che le cifre devono essere considerate un contributo e non la copertura totale della spesa. Alcune regioni li hanno integrati con propri fondi e, a quanto mi risulta, soltanto il Piemonte ha parificato l’importo del rimborso tra uomo e donna, ma al ribasso Non è questo l’obiettivo di Aic Sicilia che mira alla parificazione verso l’importo maggiore”.
“Principalmente quelle relative alla consumazione dei pasti fuori e per questo l’Aic ha avviato il progetto ‘Afc – Alimentazione Fuori Casa’ allo scopo d’informare e diffondere la cultura del ‘senza glutine’ in tutti i posti dove il celiaco si reca ed esprime la sua socialità”.
“Si tratta soltanto di ipotesi. A prefigurare l’introduzione dei ticket è, per ora, solo una bozza di lavoro allo studio della Conferenza delle Regioni. Queste ritengono che il finanziamento statale al settore sanitario per il biennio 2013-2014 sia insufficiente e che si debba ricorrere alla compartecipazione dei cittadini alla spesa, introducendo un ticket per i cosiddetti “dispositivi medici”, compresi gli alimenti senza glutine. Un ticket proporzionato al reddito e al patrimonio familiare secondo i parametri Isee. Non vi è, allo stato, alcuna decisione già presa ed Aic Nazionale segue gli sviluppi della situazione affinché l’ipotesi possa rientrare”.
“La regionalizzazione della Sanità pubblica pone delle difficoltà all’utilizzo del buono. Ciò in quanto le farmacie e gli altri soggetti autorizzati a ritirare tale buono devono chiederne il rimborso alla regione emittente e addirittura, sembra, alle aziende sanitarie. Alcune regioni come il Lazio hanno previsto che il celiaco, con domicilio temporaneo nella regione, abbia diritto alla prescrizione dei buoni, previa dichiarazione dell’ Asp di residenza di non fruizione dello stesso beneficio. Il libero acquisto dei prodotti su tutto il territorio nazionale, allo stato, è assolutamente impossibile. La soluzione alle difficoltà dovrà essere ricercata nelle potenzialità informatiche della tessera sanitaria o di altro supporto. In Sicilia stiamo discutendo con i funzionari dell’assessorato alla Sanità alcune alternative”.
Avv. Iole Gagliano
Avv. Francesca Pecorino
Collegio dei professionisti di Veroconsumo