Differenziata, la Regione Puglia commissaria i comuni al 15% - QdS

Differenziata, la Regione Puglia commissaria i comuni al 15%

Rosario Battiato

Differenziata, la Regione Puglia commissaria i comuni al 15%

lunedì 26 Marzo 2012

Continua a fare discutere il vistoso ritardo dell’Isola nella raccolta e riciclo di materiali utilizzati. Se in Sicilia fosse adottato lo stesso metodo delegati in 307 comuni su 390

PALERMO – I modelli non vanno necessariamente cercati al nord Roma, ma anche nel Meridione ci sono buone pratiche da seguire. La scorsa settimana, su proposta dell’assessore all’Ambiente della Regione Puglia Lorenzo Nicastro, la giunta regionale pugliese ha agito duramente e saggiamente sui livelli di raccolta differenziata nei propri comuni, adottando un provvedimento di commissariamento per 46 comuni pugliesi che non essendo riusciti a varcare la soglia del 15% in materia di raccolta differenziata dei rifiuti, non hanno nemmeno presentato proposte relative ad interventi per il potenziamento dei servizi dedicati a valersi sui fondi PO Fesr 2007-2013. Due temi intrecciati – fondi europei e raccolta differenziata – che in Sicilia languono, e proprio per questo abbiamo ipotizzato, ma è solo fantapolitica, o fantamministrazione, se volete, un provvedimento del genere nell’Isola e abbiamo calcolato quanti comuni si sarebbero salvati dalla mannaia del commissariamento. 
Il caos rifiuti siciliano – Raffaele Lombardo è commissario all’emergenza da quasi due anni, e prima di lui lo era stato Cuffaro – è ben lontano dall’essere risolto. Dal 1999, con qualche parentesi, la Sicilia è stata commissariata per l’emergenza rifiuti, ma nessun risultato concreto è stato ottenuto. Il governo Lombardo ci ha messo almeno l’impegno. Dopo aver approvato la l.r. 9/2010, ancora largamente inapplicata, che razionalizza il sistema rifiuti, ha anche redatto il piano regionale, che resta, però, bloccato a Roma.
 
Insomma la buona volontà non basta e la Sicilia sta per essere sommersa dai rifiuti. Finora il ritmo incredibile di quasi il 90% dei rifiuti smaltiti in maniera indifferenziata si è potuto mantenere solo per la presenza e l’ingordigia delle discariche, che non potranno durare per sempre. Forse che applicare le misure della Regione Puglia anche in Sicilia non sia la scelta migliore? Abbiamo fatto il calcolo. Secondo l’ultimo dossier Legambiente sui Comuni Ricicloni in Sicilia, pubblicato lo scorso anno con dati del 2009, all’esame Puglia sarebbero stati promossi appena 83 comuni siciliani su 390. Ci potrebbero essere, pertanto, 307 comuni commissariati, calcolando che, in ogni caso, anche la quota del 15% non è certamente ottimale.
 
La fascia media dei comuni isolani oscilla intorno al 10% di differenziata, almeno fino alla 139sima posizione. Poi ci sono i casi disperati che non arrivano neanche all’1%. Facendo un calcolo complessivo appena il 5% dei comuni siciliani, per un totale di 21 amministrazioni, può vantare un risultato superiore al 30%. Vanno benino solamente i piccoli: fino al 42esimo posto il comune più grande è Scordia con poco più di 20 mila abitanti. Il primo comune capoluogo è Agrigento, 83esimo posto e 15% di differenziata. La situazione resta preoccupante per le aree metropolitane e i grandi Comuni.
 
A Palermo non sono stati raccolti dati – nel 2009 il capoluogo regionale superava appena il 3% – mentre a Catania e Messina si è giunti rispettivamente intorno al 5 e 3%. Il capoluogo etneo sta provando a riprendersi, gli ultimi dati la danno in netta ripresa, ma siamo ancora lontani da livelli virtuosi. In tutto questo la responsabilità non può essere soltanto degli amministratori. In tempi di alleanze trasversali e atipiche, chissà che Lombardo non possa apprendere anche da Vendola.

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