“Imputazione coatta”, bufera su Raffaele Lombardo - QdS

“Imputazione coatta”, bufera su Raffaele Lombardo

Lucia Russo

“Imputazione coatta”, bufera su Raffaele Lombardo

venerdì 30 Marzo 2012

Mafia, due anni dopo dalla notizia dell’inchiesta e con il bilancio in Aula. Respinta l’archiviazione, il gup si pronuncerà sul rinvio a giudizio

PALERMO – Il Parlamento ieri ha rinviato fino a tarda sera la seduta prevista per mezzogiorno, in attesa che la commissione Bilancio si riunisse per esitare il maxiemendamento, nato dal vertice di Lombardo con capigruppo e deputati di Pd, Fli ed Mpa. Molti gli argomenti in sospeso, a partire dal blocco dei rinnovi dei contratti dei regionali, voluto dall’assessore all’Economia, Gaetano Armao, ma ostacolato dall’assessore alla Funzione pubblica, Caterina Chinnici, la quale si è lasciata intenerire dal sindacato Cobas/Codir. Quest’ultimo, ieri stesso, ha organizzato una manifestazione in piazza del Parlamento condannando il tentativo del Governo di bloccare i rinnovi, definiti addirittura come “un saccheggio da parte del governo e della politica siciliana delle somme destinate ai rinnovi”. Ricordiamo che un regionale guadagna, sia pur con i rinnovi fermi, già il trenta per cento in più dei ministeriali e che i contratti dei ministeriali sono bloccati già da due anni.
Tutta l’attenzione della politica, però, anche a livello nazionale, si è spostata sulla notizia che il gip di Catania Luigi Barone ha disposto l’imputazione coatta nei confronti del presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e del fratello Angelo, deputato nazionale dell’Mpa. Il gip ha così respinto la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura nel corso del processo Iblis, per concorso esterno alla mafia e voto di scambio.
“Non mi dimetterò e andrò avanti. Anzi, scriverò un libro sulla verità di questa vicenda”, questa l’immediata reazione di Raffaele Lombardo. “Deciderò con i miei avvocati – ha aggiunto il Governatore – se chiedere il rito abbreviato in sede di udienza preliminare davanti al gup”. Poi ha ricordato: “Il 29 marzo di due anni fa uscì la notizia dell’inchiesta ed oggi, 29 marzo, arriva l’ordinanza del gip. Sembra una coincidenza astrale”.
Gli esponenti di Pdl, Grande Sud e Pid, Leontini, Bufardeci e Maira, hanno invece immediatamente dichiarato che la mozione di sfiducia diventa l’unico strumento di chiarezza. “Se si approveranno il Bilancio e Finanziaria, l’appuntamento con la sfiducia è anch’esso coatto” hanno affermato.
Toccherà, dunque, ad un altro giudice pronunciarsi sull’eventuale rinvio a giudizio, per questo Antonello Cracolici (Pd) ha voluto ribadire: “Per quel che mi riguarda, il Pd sarà coerente con quello che abbiamo sempre detto: di fronte ad un rinvio a giudizio per fatti di mafia, interromperemo il sostegno al governo”. Ma il senatore Enzo Bianco è stato chiaro: “Le decisioni della magistratura vanno sempre rispettate. La richiesta di imputazione coatta per concorso esterno in associazione mafiosa disposta dal Gip nei confronti di Raffaele Lombardo è un fatto inequivocabile”. E ancora Bianco: “Il procedimento giudiziario farà il suo iter, ma una pagina politica oggi si è chiusa. Il Pd non ha alternative nè altre opzioni: deve ritirare l’appoggio al governo Lombardo.
“Mi auguro – ha sottolineato Lombardo – che l’udienza preliminare davanti al gup sia convocata al più presto. I partiti fanno le loro valutazioni su un eventuale rinvio a giudizio. Io non sono stato rinviato a giudizio. Chiedo dunque che quella scadenza nella quale una decisione verrà presa, venga fissata – ha ribadito – al più presto, mi auguro che entro un mese si arrivi a questo appuntamento”.
Da Roma si è fatto sentire anche il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro “Lombardo rassegni subito le dimissioni. In un paese civile chi amministra la res publica non può essere coperto da ombre di questo genere. In una terra come la Sicilia dove la linea di confine tra legalita’ e illegalita’ e’ risultata, spesso, molto labile occorre che chi fa politica sia al di sopra di ogni sospetto”.
Dal Governo la dichiarazione dell’ex magistrato Massimo Russo, assessore alla Salute, ha voluto dare una sferzata a tutti i commenti: “Sono stato e sono testimone, e in parte protagonista, in questi quattro anni delle attivita’ di un Governo regionale che ha disarticolato un sistema di potere che nel passato ha fatto certamente comodo alla mafia. Con fatti concreti e non a parole, il governo presieduto da Raffaele Lombardo ha fatto vera azione antimafia. Proprio per queste certezze, mi viene difficile, se non impossibile, pensare di avere lavorato al fianco di una persona che avrebbe favorito la mafia”.
La giornata di ieri è stata caratterizzata anche da una manifestazione di una delegazione del movimento dei Forconi che ha occupato Palazzo dei Normanni. Sorpreso il presidente dell’Ars , Francesco Cascio, “Non ne comprendo assolutamente le motivazioni – ha detto – visto che stiamo lavorando per loro , abbiamo anche formalizzato un tavolo tecnico permanente denominato “Emergenza Sicilia”.
Sanzionati gli autotrasportatori con ventimila euro dall’Autorita’ di garanzia sugli scioperi “a seguito della chiusura del procedimento di valutazione aperto in conseguenza dei blocchi della circolazione avvenuti tra il 16 ed il 20 gennaio scorsi.

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