Rifiuti, Sicilia madre degli sprechi. Spesa record, differenziata minima - QdS

Rifiuti, Sicilia madre degli sprechi. Spesa record, differenziata minima

Rosario Battiato

Rifiuti, Sicilia madre degli sprechi. Spesa record, differenziata minima

lunedì 02 Aprile 2012

L’ultimo dossier sul tema della gestione è stato presentato da Cittadinanzattiva: l’Isola ne esce a pezzi. Cresce il divario con altre regioni, la discarica rimane la vera forma di smaltimento

PALERMO – La Sicilia, celebri autori l’hanno insegnato, è la terra che viaggia sempre in direzione ostinata e contraria. Per mantenere fede a tale tradizione l’Isola si rivolta contro i più semplici dettami dell’Ue in materia di rifiuti: meno produzione di rifiuti, differenziata, valorizzazione energetica, abbattimento dei costi. Quello che, invece, emerge dal dossier rifiuti dell’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva è, appunto, esattamente il contrario.
 
La Sicilia è regione record per la spesa media annua, per la produzione di rifiuti e per lo smaltimento indifferenziato in discarica. A fronte di questa situazione incombe il miliardo di debito lasciato dalla gestione delle 27 Ato Spa siciliane (circa 100 mln sono stati saldati), le quali devono ancora essere liquidate, secondo quanto prevede la L.r. 9/2010. Per non parlare del Piano rifiuti varato ancora bloccato a Roma, ma se prima c’era la “scusa” politica dell’ostruzionismo del governo Berlusconi, adesso cosa dire di Monti?
In Sicilia, la spesa media annua della tariffa dei rifiuti è di 294 euro a famiglia, il 7,3% in più rispetto al 2007. Nella top ten nazionale dei Comuni più cari troviamo ben sei siciliani con Caltanissetta (+40%), Trapani (+34,6%) e Ragusa (+31,8%), Siracusa (407€), Catania (396€) e Agrigento (338€).
Tempo fa avevamo preventivato che per differenziata, smaltimento in discarica e infiltrazioni della malavita la Sicilia non fosse poi così lontana dalla Campania, dove l’unica differenza sostanziale si trova nella mole di contenimento delle discariche che nell’Isola è ancora molto ampia e sta evitando l’effetto blocco totale del sistema. Un ulteriore fattore di accostamento tra Sicilia e Campania è dato dal costo medio della tariffa, che per la Regione dell’ex governatore Bassolino è pari a 378 euro annuali, dato peggiore in assoluto e seguito dal risultato isolano (294 euro). Lo studio, realizzato dall’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva, effettua un’analisi a carattere nazionale del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in termini di costo sopportato da una famiglia-tipo di tre persone con reddito lordo complessivo di 44.200€ ed una casa di 100 metri quadri.
 
Differenze evidenti si manifestano all’interno della stessa regione: a Siracusa la Tarsu arriva a costare 11€ in più della Tarsu che si paga a Catania, 69€ in più alla Tia che si paga ad Agrigento, 122€ in più rispetto alla Tarsu che si paga ad Enna, 146€ in più rispetto a Ragusa, 156€ in più di Messina, 162€ in più di Trapani, 165,5€ in più di Caltanissetta e addirittura 189€ in più di Palermo.
Secondo quanto si legge nel dossier, rispetto al 2010  crescono le spese nei capoluoghi di regione: Ragusa e Catania hanno fatto registrare un corposo incremento tariffario (rispettivamente +10,1% e +8,5%), mentre i costi sono rimasti invariati a Caltanissetta, Messina, Palermo, Siracusa e Trapani. Sono stati addirittura in calo ad Enna (-9,8%) e Agrigento (-9,7%). Dal 2007 ad oggi, invece, gli aumenti sono stati consistenti a Caltanissetta (+40%), Trapani (+34,6%) e Ragusa (+31,8%).Una situazione abbastanza complicata cui si aggiunge la differente presenza di Tia e Tarsu. A quindici anni dal Decreto Ronchi del 1997, che ha stabilito il passaggio della tariffa da Tarsu, che risale agli anni ‘40, alla Tia, solo Agrigento ha completato questa fase.
 

 
Differenziata, ancora delusioni, è abbondantemente sotto il 10%
 
PALERMO – La Sicilia si tiene stretta i suoi record. Secondo gli ultimi dati pubblicati sul dossier di Cittadinanzattiva la regione del governatore Lombardo, commissariata per l’emergenza rifiuti dal 1999, con qualche pausa, si mantiene in vetta alla classifica dei cattivi per differenziata e produzione dei rifiuti. Per la rd l’Isola è nettamente ultima, gli ultimi dati ufficiali la danno al 7,3% al 2009, distaccata di circa sette punti percentuali dalla penultima della classe, che è la Puglia al 15%. Adesso il risultato sembra migliorato, ma siamo sempre inferiori al 15 per cento. I virtuosi della raccolta differenziata, invece, sono le regioni del Nord, nettamente avanti (48%, sostanzialmente in linea con quanto stabilisce la legge) rispetto a Centro (25%) e Sud (19%).
Si cresce poco e si continua a produrre tanto: la Sicilia è tra le prime cinque regioni d’Italia per produzione pari a 2,6 milioni di tonnellate. Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (presentato nell’aprile 2011), nel 2009 in Sicilia la produzione pro capite di rifiuti urbani è diminuita dell’1,9% rispetto all’anno prima.

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