Prigioni malate, dove scontare una pena può risultare fatale - QdS

Prigioni malate, dove scontare una pena può risultare fatale

Giulia Cosentino

Prigioni malate, dove scontare una pena può risultare fatale

giovedì 05 Aprile 2012

Pubblicato dall’Osservatorio Antigone l’VIII Rapporto nazionale sulle condizioni di detenzione. Da gennaio ad ottobre 2011 in Italia 154 decessi, di cui 53 per suicidio

PALERMO – Sono state soprannominate le “prigioni malate” come per volere evidenziare un luogo in cui scontare una pena diventa pericoloso, infettivo e talvolta letale. Le “prigioni malate” è quindi il titolo emblematico redatto dall’Osservatorio Antigone (Associazione nata alla fine degli anni ‘80 “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”) nel corso del VIII rapporto nazionale sulle condizioni di detenzione in Italia. Come ogni anno l’Osservatorio entra in tutti gli istituti di pena nazionali per fotografare la situazione attuale del sistema penitenziario.
 
Il Rapporto mette in luce ancora una volta il grave problema del sovraffollamento e le sue cause, i diritti negati ai detenuti e le condizioni in cui vivono. Come evidenziato dal documento redatto dall’Osservatorio, al 30 settembre 2011 erano 67.428 i detenuti reclusi nei 206 istituti di pena italiani, a fronte di una capienza regolamentare di 45.817 posti. Tenendo in considerazione gli ultimissimi dati aggiornati al 29 febbraio e pubblicati sul sito del Ministero della giustizia, sono 66.632 i detenuti presenti nelle carceri per una capienza regolamentare di 45.742 unità, un dato che continua a preoccupare sempre malgrado le diverse misure apportate recentemente dal Ministero.
 
Tenendo in considerazione la situazione fino al 30 giugno 2011 (come dimostrato dalla relazione dell’osservatorio), tra gli aspetti più rilevanti, vengono analizzati i detenuti in eccesso, la componente femminile e la presenza degli stranieri, ma anche la fascia d’età più rappresentata, ovvero quella compresa tra i 30 e i 35 anni (11.594), seguita da quella compresa tra i 35 e 39 (10.835), 547 gli ultrasettantenni. Inoltre, 1.647 erano i detenuti in possesso di una laurea, 22.117 quelli con la licenza di scuola media inferiore, 789 gli analfabeti. Al 30 giugno 2011, tra gli istituti più sovraffollati spicca al primo posto quello di Lamezia Terme (Cz), mentre al quinto posto troviamo Piazza Armerina (En) con un indice di sovraffollamento pari al 240%, tredicesima Mistretta (Me) con un indice del 219%. Ultime in posizione Castelvetrano (Tp), Termini Imerese (Pa) e Augusta (Sr). Tra le Regioni più sovraffollate spicca la Puglia, mentre la Sicilia si piazza al dodicesimo posto.
Altri aspetti importanti su cui si è concentrato il lavoro svolto dall’Osservatorio: le violenze, le inchieste e i decessi negli istituti. Dall’inizio dell’anno alla data del 25 ottobre 2011 si registrano 154 morti in carcere di cui 53 per suicidio. In carcere si suicida circa un detenuto ogni mille. Fuori dal carcere circa una persona ogni ventimila. Un aspetto che riguarda anche agenti di polizia penitenziaria (a Caltagirone si è suicidato un assistente capo impiccandosi da un albero).
 
Emblematiche le pessime condizioni di igiene e di mancanza di risorse finanziarie che danno origine anche a casi di “malasanità”: per citare un esempio locale, a Siracusa, un detenuto non può fare dialisi perché manca carburante per portarlo in ospedale. E ancora, la “dignità ristretta” dei detenuti: ad Agrigento sono 450 i detenuti in 250 posti per celle di 6 mq, manca l’acqua calda per lavarsi e il riscaldamento, i muri sono pieni di crepe e quando fuori piove, piove anche dentro le prigioni del’ultimo piano.
 


Cattivo uso di risorse. Lo spreco delle cosiddette “carceri fantasma”
 
Anche la carenza dei fondi si fa sempre più preoccupante così come la “Cassa delle ammende” nata per finanziare i progetti di riabilitazione dei detenuti ma di cui oggi si fa un uso diverso. Non mancano  i debiti: sono oltre 120 i milioni di euro nei confronti delle aziende e dei fornitori di beni e servizi essenziali all’assistenza delle persone detenute. Nel 2010 sono stati stanziati 30 milioni € per le spese di mantenimento e pulizia, un valore inferiore rispetto a un fabbisogno stimato in circa 90 – 100 milioni €.
L’approvazione del “piano carceri” del giugno 2010 ha previsto anche la realizzazione di 9.150 posti di cui 2.400 sorgeranno in Sicilia. In totale si tratta di 11 nuovi istituti e 20 padiglioni detentivi in ampliamento delle strutture esistenti che riguarda anche il carcere di Trapani con altri 600 posti da realizzarsi entro il 2012.
Esistono anche “carceri fantasma” ovvero quegli istituti penitenziari che negli ultimi venti anni e più (circa 40) sono stati costruiti, spesso ultimati, a volte anche arredati e vigilati, che però sono inutilizzati o sotto utilizzati o anche in totale stato d’abbandono.

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