“La sovrintendenza era molto carente, da un punto di vista amministrativo, ma prima della riforma aveva 25 dirigenti di cui 13 architetti. Oggi, si trovano 11 dirigenti di cui 2 architetti, un responsabile della parte paesaggistica e un responsabile della parte architettonica. Riunendo tutto il personale disponibile, si è cercato di colmare i vuoti. Così, si sono presi dei catalogatori, mettendoli nel campo della progettazione e nella direzione dei lavori. Così, si sono liberate delle risorse che hanno permesso di accelerare i tempi dei procedimenti amministrativi. Prima, si ricorreva molto al silenzio-assenso che costituiva la sconfitta dell’amministrazione pubblica e una rinuncia dei compiti istituzionali. Oggi, i pareri sono dati prima dei 120 giorni, nonostante il lavoro arretrato. Occorrono molti passaggi, nel caso siano coinvolte più sezioni, però se non ci sono queste condizioni, in due mesi al massimo si riesce a dare il parere”.
“Una volta eliminato l’arretrato, la risposta dell’amministrazione è stata rapida e precisa, ricevendo attestati di stima. Inoltre, si è data priorità alle opere pubbliche e non sono stati persi finanziamenti sotto l’attuale amministrazione. A volte, si è stati costretti a emanare i pareri in 20 giorni, dando priorità ai progetti finanziati, sia pubblici sia privati. Nonostante i ritardi nell’informatizzazione e dell’ammodernamento di tutto l’apparato informatico, si è riusciti a definire i progetti esecutivi che sono stati approvati dall’assessorato. Tra breve, quindi, dovrebbero partire le gare, seppur non manchino difficoltà dovute all’assenza di risorse finanziarie per la P.A. Infatti, la sovrintendenza ha ricevuto solo 25 mila euro come finanziamento, mentre l’ente aveva riportato ben 280 mila euro di debiti a fine 2011”.
“Sì, la sovrintendenza riceve obbligatoriamente le sue risorse dalla Regione. Per portare avanti il lavoro, si è dovuto ordinare, sotto responsabilità personale, il materiale necessario. L’assessorato ha dovuto riconoscere i debiti fuori bilancio, cosa che imporrà il trasferimento degli atti alla Corte dei Conti per la verifica degli atti da parte della ragioneria, per cui sarà la Corte a decidere se aprire un provvedimento contabile. Ciò è accaduto a causa della rigidità contabile in cui opera la Regione, a causa delle spese eccessive fatte dai precedenti governi. Il capitolo di bilancio per i restauri, che, un tempo, era una delle voci più importanti, oggi, è ridotto a 870 mila euro per tutta la Sicilia e il fondo comprende anche le somme urgenze”.
“I fondi europei sono vincolati a progetti finalizzati. In questo caso, sono previste una quota per gli interventi di restauro e una quota per gli interventi a regia, come quelli destinati, a tasso zero, sugli immobili nei centri storici dei comuni, realizzato dal C.n.a e dalla Regione. Sono stati ottenuti 450 mila euro e l’intervento ha avuto un grande successo. Del resto, non si può intervenire come Sovrintendenza, quando questi progetti riguardano beni appartenenti a soggetti di diritto privato, al contrario dei beni demaniali o assimilati a essi come il patrimonio ecclesiastico. Adesso, esistono fondi del precedente P.o.r che, al 2008, sono stati recuperati e gli ultimi 150 mila euro rimasti interesseranno mostre e ritrovamenti di beni archeologici”.
“In realtà, si sono persi due grossi finanziamenti per due grandi interventi, quello della Cuba di Palermo di 2 milioni di euro per riqualificarla, e quello del Castello dei fratelli Bologna, di 1 milione 444 mila euro, di Marineo”.
“Ci sono dei progetti che si stanno realizzando. Il primo progetto di 2 milioni e 500 mila euro riguarda il Palazzo del conti di Salaparuta a Casteldaccia, il cui comune ha offerto 500 mila euro per il suo recupero. L’altro intervento di 2 milioni e 500 mila euro concerne il Museo Diocesano di Palermo, mentre un altro ancora di 2 milioni e mezzo di euro interesserà Palazzo Bonagia. In questo caso, la ditta che lavorava ai cantieri, è fallita, abbandonando i lavori. È stato fatto un verbale in cui si andrà a rescissione contrattuale e occorrerà rifare la gara. Di grandi interventi, c’è San Martino delle Scale, cui è intervenuta anche la prefettura per spostare una scuola. Altri interventi hanno riguardato il Palazzo di Aiutami Cristo e quello di Mare Dolce. Inoltre, come organo periferico del F.e.c, si è potuto finanziare un intervento per la chiesa di Sant’Anna di 350 mila euro e uno per quella di San Domenico di 250 mila. Infine, si è definita la gara di 240 mila euro per la chiesa di San Francesco di Paola”.