Ritardo pagamenti della Pubblica amministrazione, fare presto - QdS

Ritardo pagamenti della Pubblica amministrazione, fare presto

Lucia Russo

Ritardo pagamenti della Pubblica amministrazione, fare presto

martedì 17 Aprile 2012

Tajani, vicepres. Commissione Ue: “La situazione sempre più grave, i prestiti si sono ridotti del 2%”. Priorità per l’Italia, mentre in Germania lo Stato paga già in 35 giorni

ROMA – Il tema dei ritardi di pagamento della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese pare sia di certo tra i primi posti nell’agenda politica del Governo. Lo ha confermato il ministro Corrado Passera, nell’intervista domenica su Rai tre di Lucia Annunziata, la quale ha fatto la domanda sulla problematica del credit crunch cui sono soggette le imprese e Passera ha detto che innanzitutto lo Stato deve porre fine alla grande piaga di lasciare le imprese senza pagamenti delel forniture.
In questi giorni l’Abi sta lavorando alla messa a punto dei dettagli dell’accordo per svincolare i crediti delle imprese verso la pubblica amministrazione (PA), come previsto dalla moratoria con le imprese varata lo scorso 28 febbraio. La nuova moratoria, informa una nota, prevede infatti la definizione in tempi rapidi di due iniziative: una sul plafond per finanziare nuovi investimenti ed una, appunto, sullo sblocco dei crediti della pa.
L’iniziativa per svincolare i crediti mira a evitare l’aumento dell’indebitamento pubblico e prevede lo smobilizzo dei crediti sulla base della formula pro solvendo.
Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Ue responsabile per l’industria, in un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore di pochi giorni fa, scrive che occorre una “soluzione strutturale” del problema. “In tempi in cui il dibattito politico è giustamente incentrato su austerity e lotta all’evasione – afferma Tajani – può apparire paradossale ricordare che lo Stato è il primo a essere in difetto. I suoi debiti scaduti nei confronti delle imprese ammontano, infatti, ad oltre il 4% del Pil, pari a quasi 70 miliardi di euro”.
Nelle ultime settimane si sono moltiplicati casi d’imprenditori che mettono fine alla propria vita perché non sono più in grado assicurare l’esistenza alla propria impresa. Anche a causa dei ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione.
Diventa quindi prioritario rispetto al resto d’Europa, recepire nell’ordinamento nazionale la norma  europea (direttiva 7/2011) che fissa in 30 giorni il limite massimo per i pagamenti.
“Condivido in pieno l’allarme lanciato da Confindustria al Senato, in Commissione Industria – ha aggiunto Tajani. – I prestiti alle imprese in Italia si sono ridotti rispettivamente dello 0,1%, 1% e 2% tra novembre e gennaio, equivalente a 60 miliardi in meno in soli tre mesi. A questa contrazione si aggiunge l’aumento del costo del credito salito di un punto da giugno 2011 fino a superare il 4% all’inizio dell’anno. Non possiamo più chiedere alle nostre imprese di navigare tra Scilla e Cariddi: da un lato restrizione e maggiore onere del credito, dall’altro lo Stato che non paga. Per ottenere un pagamento dalla Pubbliche amministrazione le aziende italiane hanno atteso 180 giorni nel 2011, contro i 128 nel 2009. Mentre nel resto d’Europa il trend è invertito per cui, ad esempio, in Francia si è scesi da 70 a 64 giorni e in Germania da 40 a 35.
L’Associazione Banche italiane (Abi) di Palazzo Altieri giudica “di grande rilievo l’appello lanciato da Antonio Tajani, perche’ sia resa al più presto operativa la direttiva contro il ritardo nei pagamenti.

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