Metro di Catania, non è proprio un tram in corsa - QdS

Metro di Catania, non è proprio un tram in corsa

Giuliana Gambuzza

Metro di Catania, non è proprio un tram in corsa

mercoledì 18 Aprile 2012

Viaggio tra i progetti del Por 2000-2006 avviati ma non ancora conclusi. 6a puntata: i trasporti in Sicilia. Diversi prolungamenti della rete metro sono continuati grazie ai fondi del Por 2007-2013

CATANIA – Non serve l’Istat, basta un informale sondaggio tra parenti, amici, conoscenti per capire che a Catania la metro la prendono in pochi, anzi in pochissimi. Per diffondere l’uso di un mezzo comodo e più rapido delle quattro ruote, il Comune di Catania ha creato un biglietto unico per i bus Amt e la rete metro della Fce, in vendita dall’1 aprile sempre al costo di 1€.
Chiaro, per aumentare il numero dei passeggeri bisogna anche rendere più efficiente il servizio. È per questo che da anni è iniziato il potenziamento delle infrastrutture ad oggi presenti. Per esempio, nel 2007 è stato avviato un prolungamento dalla stazione Borgo, con la realizzazione di quattro nuove tappe (Milo, Cibali, San Nullo e Nesima).
Se si guarda la data precisa di assegnazione della commissione (il 4 giugno 2007), non stupisce che questo progetto sia stato finanziato solo in piccola parte – poco più di 5 milioni di euro su un totale di 87 – con i fondi messi a disposizione dall’Ue tramite il Por 2000-2006. Il 30 giugno del 2009, infatti, è scaduto il termine ultimo di ammissibilità delle spese.
Diverso è il discorso per il collegamento tra le stazioni Galatea e Giovanni XXIII, quest’ultima da edificare. Il relativo incarico è stato affidato nel 2001, con contratto fino al 2008. Il cantiere è rimasto aperto ben oltre, tanto oltre da far posticipare la sua operatività al maggio di quest’anno.
Il motivo? “Un’interferenza con un edificio oggetto di un intervento di ristrutturazione e ampliamento che non ha tenuto conto della presenza della tratta metropolitana in fase di costruzione”. Si è quindi reso indispensabile un nuovo disegno (a firma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) che prevedesse l’uso di particolari tecniche di avanzamento e di consolidamento dello scavo e che, al momento della pubblicazione del rapporto sul Por 2000-2006, risultava ancora in fase di approvazione.
I lavori si sono protratti, bisognava coprire quasi la metà delle spese con somme provenienti da altre fonti e a settembre del 2007 si è deciso che il piano sarebbe passato sotto l’ombrello del Por successivo, quello relativo al 2007-2013. In pratica, da maggio del 2008, esso è stato accorpato al programma del 2007 da Borgo a Nesima.
La stessa operazione è stata fatta con l’estensione della rete metro da Giovanni XXIII a Stesicoro, che ha preso il via nell’estate del 2007. La decisione di unire i due progetti si sarebbe in seguito rivelata provvidenziale, data la necessità di concedere una proroga di un anno per completare lo scavo delle gallerie, che comunque, anche se si fosse rispettata la tempistica originaria, sarebbe finito mesi dopo la chiusura del Por 2000-2006.
D’altronde, tutti questi lavori che interessano la metropolitana del capoluogo etneo fanno parte di un unico, grande tentativo di rendere vita più facile agli automobilisti di Catania e dintorni, costantemente esasperati da file e ingorghi. Così vi può rientrare anche l’ammodernamento della linea ferroviaria extraurbana Paternò-Adrano, un’opera da 102 milioni di euro inserita nel Por 2000-2006 grazie a un contratto d’appalto lungo dal 1994 al 2011.

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