Tra i primi a partire i provvedimenti che riguardano farmacie e professionisti.
La legge di conversione ha apportato notevoli modifiche al testo originario del decreto “liberalizzazioni”. E intanto l’assessore regionale alla salute, Massimo Russo, ha dato il via libera all’orario di apertura libero delle farmacie, dopo aver richiesto un parere all’avvocatura dello Stato.
In questo modo i Comuni assicureranno una maggiore accessibilità al servizio farmaceutico, ed un’equa distribuzione sul territorio, anche nei territori scarsamente abitati.
I Comuni dovranno individuare le nuove sedi farmaceutiche disponibili nel proprio territorio e inviare i dati alla regione nel giro di trenta giorni di tempo dalla data di entrata in vigore della legge di conversione (25 marzo 2012). Entro sessanta giorni dall’invio dei dati, a loro volta le regioni e le province autonome bandiranno il concorso straordinario per soli titoli per la copertura delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione e per quelle vacanti, e provvederanno ad assicurare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, la conclusione del concorso straordinario e l’assegnazione delle sedi farmaceutiche. Nel caso in cui non provvedano al concorso il Consiglio dei ministri eserciterà i poteri sostitutivi con la nomina di un apposito commissario che provvede in sostituzione dell’amministrazione inadempiente alle procedure concorsuali. Al concorso straordinario potranno partecipare tutti i farmacisti, cittadini di uno Stato membro dell’Unione europea, iscritti all’albo professionale, non titolari di farmacia, i titolari di farmacia rurale sussidiata i quali potranno partecipare alla selezione in solo due regioni e non aver compiuto ancora i 65 anni di età.
Novità anche sugli orari, come detto già applicate in Sicilia: i turni e gli orari di farmacia stabiliti dalle autorità competenti in base alle vigente normativa non impediranno l’apertura della farmacia in orari diversi da quelli obbligatori. Le farmacie potranno inoltre praticare sconti sui prezzi pagati direttamente dai clienti per i farmaci e i prodotti venduti, dandone adeguata comunicazione alla clientela.
Tale disposizione al fine di razionalizzare il sistema distributivo del farmaco, a tutela della persona, e per rendere maggiormente efficiente la spesa farmaceutica pubblica.
Stessa sorte per i medicinali veterinari che devono obbligatoriamente essere venduti dai farmacisti mentre si potranno continuare ad allestire preparazioni galeniche officinali che non prevedono la presentazione di ricetta medica.
La norma, in relazione al fatturato della farmacia a carico del Servizio sanitario nazionale, stabilisce anche la dotazione minima di personale di cui la farmacia deve disporre, ai fini del mantenimento della convenzione con il Servizio sanitario nazionale ed in accordo con le organizzazioni sindacali di categoria.
Il comma 11 istituisce anche un fondo di solidarietà per le farmacie dei piccoli Comuni, presso l’Enpaf, l’ente nazionale di previdenza e assistenza dei farmacisti, per l’assistenza farmaceutica nei Comuni con meno di mille abitanti.
Non è soddisfatta Federfarma che per bocca del suo presidente Anna Rosa Racca teme che il provvedimento sulle liberalizzazioni possa “far prevalere una logica commerciale mettendo in forte crisi il sistema”.
“A seguito dell’entrata in vigore del famigerato decreto Monti è assolutamente necessario che gli uffici comunali predispongano la nuova pianta organica delle farmacie con raziocinio e senza ledere quelle già esistenti” a sostenerlo Stefano Santoro candidato del PdL al consiglio comunale di Palermo – “Il futuro Consiglio Comunale dovrà adottare un atto ponderato e intelligente, e non permettere che nel caso di ritardo la competenza venga trasferita alla Regione, sarò io ad occuparmene personalmente – ha concluso Santoro – schierandomi a fianco dei farmacisti che lavorano con sacrificio da anni”.