Inquinamento a Milazzo, si muove anche l’Asp di Messina - QdS

Inquinamento a Milazzo, si muove anche l’Asp di Messina

Rosario Battiato

Inquinamento a Milazzo, si muove anche l’Asp di Messina

venerdì 04 Maggio 2012

Dopo la diffida del ministero dell’Ambiente alla Raffineria, il sindaco Pino ha chiesto l’intervento dell’Azienda sanitaria provinciale. Oltre all’acquisizione dei dati degli ultimi due anni, saranno avviate ulteriori indagini per valutare l’impatto industriale

MILAZZO (ME) – Altro capitolo nella vicenda inquinamento a Milazzo. Dopo la diffida del ministero alla locale Raffineria, in seguito alle segnalazioni di Ispra e Arpa Sicilia, adesso entra in gioco anche l’Azienda sanitaria provinciale di Messina chiamata in causa da Carmelo Pino, sindaco di Milazzo, che ha chiesto la valutazione degli effetti sulla popolazione dell’inquinamento atmosferico. L’Asp ha ribadito la necessità di tempo e altra documentazione per valutare “eventuali fattori di nocumento alla salute della popolazione”. I cittadini si rendono disponibili ad ulteriori approfondimenti, ma già esistono studi e rapporti.
La prima nota risale al 5 aprile scorso, quando l’ufficio del gabinetto del sindaco di Milazzo invia una raccomandata all’Asp di Messina, all’assessore regionale alla Salute Massimo Russo, alla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, al dirigente generale Dipartimento attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico, in cui si precisa che “con nota del 16 marzo l’Arpa Sicilia ha comunicato a questo Ente le attività intraprese per l’individuazione delle cause relative al fenomeno in oggetto (emissioni moleste da raffinazione di idrocarburi, nrd)”. Poi, facendo sempre riferimento alla nota dell’Agenzia, si specifica che l’Arpa afferma come “emerge una correlazione tra inconvenienti lamentati ed emissioni fuggitive della Raffineria di Milazzo S.c.p.a.”. Il sindaco ha, quindi, sostanzialmente richiesto all’Asp, in qualità di organo tecnico competente, di “voler valutare se sussistono condizioni tali da comportare nocumento alla salute della popolazione”.
La risposta dell’Asp è giunta il 23 aprile scorso. “Al fine di valutare eventuali fattori di nocumento alla salute della popolazione ricadente nel comprensorio del bacino del Mela – si legge nella nota dell’Azienda Sanitaria – risulta opportuno acquisire tutte le risultanze delle campagne del monitoraggio dell’aria, effettuate nell’ultimo biennio nel territorio di cui trattasi, in particolare dovranno essere evidenziati tutti i livelli di superamento dei valori limite dettati dalla norma, il numero e la frequenza degli stessi”. L’Asp, considerando l’importanza della qualità dell’ambiente per i cittadini, ipotizza un incontro con sindaci e Ufficio speciale per una “valutazione in merito ai piani di risanamento” e richiede inoltre ulteriori indagini “mirate alla analisi dello stato di salute della popolazione residente, al fine di una definitiva valutazione di impatto sanitario retrospettiva delle attività industriali”.
Nell’attesa di questa ulteriore fase del processo di analisi del rischio ambientale per la salute dei cittadini nel Comprensorio del Mela, si possono già citare gli studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che nello scorso febbraio sulla rivista “Epigenomics” ha pubblicato i risultati di analisi sul territorio effettuate tra il 2007 e il 2008, scrivendo di “metilazione de Dna” con conseguenze per problemi respiratori e bronchiali.
I cittadini, intanto, offrono la propria disponibilità per appurare al più presto gli eventuali fattori di rischio. “Sicuramente ci rendiamo disponibili ad analisi approfondite e mirate nel sangue – ha spiegato Giuseppe Marano, consigliere del Comune di Milazzo e uno dei promotori della battaglia – anche per verificare l’eventuale presenza di metalli pesanti nel sangue come già fatto a Gela, ma ribadiamo la necessità di cominciare con i piani di risanamento e le bonifiche”.

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