Scandalo fondi ai partiti, chiesto l’arresto per Lusi - QdS

Scandalo fondi ai partiti, chiesto l’arresto per Lusi

redazione

Scandalo fondi ai partiti, chiesto l’arresto per Lusi

venerdì 04 Maggio 2012

L’ex tesoriere della Margherita accusato per un ammanco di 22 mln €

ROMA – La Procura della Repubblica di Roma ha chiesto al Senato l’autorizzazione all’arresto del senatore Luigi Lusi, accusato di appropriazione indebita in relazione a un ammanco di 22 milioni di euro dalle casse della Margherita di cui è stato tesoriere. Sul provvedimento del gip dovrà pronunciarsi adesso il Senato.
Disposti inoltre gli arresti domiciliari per la moglie di Lusi, Giovanna Petricone e per due commercialisti Mario Montecchia e Giovanni Sebastio. Eseguite anche ad una serie di perquisizioni locali e personali. Iscritti inoltre nel registro degli indagati Paolo Piva e Diana Ferri, legali rappresentanti di alcune delle società coinvolte, soggetti nei confronti dei quali non sono state richieste misure cautelari.
A sollecitare i provvedimenti sono stati il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il pm Stefano Pesci, titolari dell’inchiesta sull’appropriazione di fondi dalle casse della Margherita. L’accusa per tutti è di associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita. Un’associazione che secondo gli investigatori è stata preparata a tavolino con l’obiettivo ben preciso di sottrarre somme di denaro appartenenti al partito di Francesco Rutelli per acquistare le società Ttt, Paradiso e Luigia e per altri investimenti.
“Un’attività di vero e proprio saccheggio a fini privati delle casse del partito, ad onta del ruolo parlamentare ricoperto”, sottolinea il gip Simonetta D’Alessandro nell’ordinanza cautelare. “Solo grazie all’efficienza garantita dalla cooperazione preordinata di più persone che operavano nei diversi ambiti di un vero e proprio sistema organizzato (conti correnti ‘dedicati’, società create o acquisite ‘ad hoc’, sistematica attivita’ di creazione di false apparenze contabili) un così imponente fenomeno predatorio non solo ha potuto prodursi ma ha potuto perpetuarsi per 5 anni con manifestazioni articolate e variamente caratterizzate”, scrive il gip.
Lusi e gli altri indagati, afferma ancora il Gip nell’ordinanza, “si associavano tra loro al fine di commettere un numero indeterminato di delitti di appropriazione indebita, riciclaggio, fraudolenta intestazione di valori ed altri illeciti strumentali, finalizzati a realizzare una serie indeterminata e sistematica di sottrazione di risorse dai conti dell’associazione ‘Democrazia e Liberta’ – La Margherita, di cui il Lusi era tesoriere, per poi destinare tali risorse ad impieghi privati”.
“Siamo sconcertati. Questo provvedimento del giudice arriva dopo un’ampia confessione, dopo che noi avevamo chiesto l’incidente probatorio che ci è stato rigettato. Dopo aver chiesto il sequestro del sistema informatico contabile della Margherita, su cui non c’è stata data ancora risposta, dopo aver messo a disposizione della Margherita tutti beni immobili oggetto di contestazione, viene disposta ora uan misura cautelare per la quale allo stato non si comprende su quali elementi nuovi si basi l’ordinanza. La richiesta conferma che la Margherita e i suoi esponenti sono vittime di un reato”, ha detto dal canto suo l’avvocato Titta Madia, che rappresenta gli esponenti della Margherita.

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