“Pubblicheremo la legge poi faremo il mutuo” - QdS

“Pubblicheremo la legge poi faremo il mutuo”

Giovanna Naccari

“Pubblicheremo la legge poi faremo il mutuo”

sabato 05 Maggio 2012

Lombardo in conferenza stampa all’indomani dell’impugnativa del Commissario. E il presidente pensa al ripristino dell’Alta Corte in Sicilia

PALERMO – Il presidente della Regione, Raffaele Lombardo ha deciso di promulgare integralmente la legge “Autorizzazione al ricorso ad operazioni finanziarie”, approvata dall’Ars nella seduta del 27 aprile, nonostante l’impugnativa del commissario dello Stato, Carmelo Aronica. 
Giovedì il prefetto aveva fermato la norma, che autorizza un mutuo da circa 500 milioni, perché non riguarderebbe interventi destinati ad investimenti, ma a spese correnti, tra cui la “mera manutenzione forestale”. 
Lombardo ieri ha motivato la decisione della Regione durante un incontro con i giornalisti alla presenza del segretario generale Giovanni Carapezza Figlia e dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao. “Pubblicheremo la legge – ha detto il presidente – Non ci saranno stipendi a rischio, non ci saranno buchi di bilancio e ritardi nell’attivazione del servizio antincendio”. Ed ha assicurato: “Abbiamo fatto una verifica e ci sono le condizioni e gli strumenti per non far venir meno i pagamenti. Successivamente ci occuperemo del mutuo”.
Per Lombardo non esiste “nessun conflitto con Roma, ma stiamo vivendo una situazione paradossale”. Ha spiegato: “Saremmo una Regione a statuto speciale, ma a differenza delle Regioni a statuto ordinario subiamo il controllo preventivo sulla legittimità dei nostri atti e delle nostre leggi. Io credo che con i pronunziamenti definitivi della Corte, ma anche con una presa d’atto della nostra Assemblea, dobbiamo riconquistare la nostra autonomia”. Su questo punto il presidente ha ricordato la necessità di ripristinare l’Alta Corte per i giudizi di costituzionalità delle leggi, organo previsto dall’articolo 24 dello Statuto. E, tornando sulla Capitale: “A Roma – ha affermato – si fa una considerazione di questo tipo: siccome prima o poi i nodi vengono al pettine, si dice: licenziate. Cinquantamila persone da mettere sulla strada. Ho questa sensazione, lo colgo nello spirito di certi interventi di qualche ministro tecnico. Ma noi non possiamo permettercelo. Mi assumo la responsabilità di non buttare sul lastrico migliaia di persone e di non far andare in fumo il nostro patrimonio boschivo”.
Già nella serata di giovedì, dopo l’impugnativa della legge, la Presidenza aveva diramato una nota che definiva “legittime” le scelte del governo. Nell’impugnativa, si legge nel comunicato di Palazzo d’Orleans, vengono censurate “le modalità con cui la Regione siciliana intende finanziare i propri investimenti in materia di prevenzione e manutenzione straordinaria del patrimonio boschivo”, ma il governo ritiene i rilievi contestabili perché “le scelte legislative dell’Ars, oltre ad essere in piena armonia con le normative e i regolamenti comunitari, attingono anche al principio della ‘somma urgenza’ legata ad interventi di carattere straordinario”.
Intanto critiche sono arrivate da più parti. “L’annunciata scelta di promulgare il bilancio inserendo comunque il mutuo tra le entrate, nonostante l’impugnativa del commissario dello Stato – ha detto Mariella Maggio, segretaria generale Cgil Sicilia –  è il segno della volontà del presidente della Regione di continuare a non decidere, di non volere programmare alcun futuro per la regione”.
Cisl e Fai, la federazione cislina dell’agroalimentare hanno aggiunto: “siamo in piena emergenza”.
Per Saverio Romano, coordinatore nazionale Pid-Cantiere popolare “La nuova bocciatura, da parte del Commissario dello Stato, delinea non solo un corto circuito istituzionale inaccettabile, ma anche e soprattutto una grave situazione politica di empasse che la nostra regione non può più permettersi”. Per Enzo Bianco, senatore Pd: “Ci sono alcuni esponenti politici siciliani che non si rendono conto della gravità della situazione e continuano a far finta di niente, mentre decine di migliaia di persone rischiano di non avere lo stipendio per colpa dell’incapacità del governo regionale”.

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