Il dramma delle mamme assassine - QdS

Il dramma delle mamme assassine

Chiara Borzi

Il dramma delle mamme assassine

sabato 05 Maggio 2012

Presentato a Catania il progetto promosso da Intervista Onlus “Quando una Madre Uccide”. Depressione post-partum: nel 2010 commessi 19 infanticidi. 7 nel 2011

CATANIA – Secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna, nel 2010 sono stati commessi 19 infanticidi, di cui 15 nei primi sei mesi dell’anno. Da gennaio ad agosto 2011 i delitti commessi sono stati 7. La depressione post-partum è una malattia spesso trascurata e sotto diagnosticata, infatti: meno del 50% dei casi viene riconosciuto; colpisce il 16% delle neomamme (il 13% fin dalle prime settimane dopo il parto, arrivando al 14,5% nei primi tre mesi post-natali e al 20% nel primo anno dopo il parto).
Dall’esigenza di garantire ad ogni donna il diritto ad una maternità felice nasce il progetto “Quando una Madre uccide”, presentato giovedì 3 maggio al Cinema King di Catania, che si propone, attraverso una serie di incontri itineranti su tutto il territorio nazionale, di rompere il silenzio, di fare finalmente luce e chiarezza su un tema troppo spesso taciuto: la Sindrome Blues, conosciuta anche come depressione post-partum.
Il progetto nasce da un’idea di Fabrizio Cattani, regista di Maternity Blues: “Il film – ha detto in apertura-   tratta il tema della depressione post partum, raccontando le vicende di quattro donne diverse tra loro, ma legate da una colpa comune: l’infanticidio. All’interno di un ospedale psichiatrico giudiziario, trascorrono il loro tempo espiando una condanna che è soprattutto interiore: il senso di colpa per un gesto che ha vanificato le loro esistenze. Dalla convivenza forzata, che a sua volta genera la sofferenza di leggere la propria colpa in quella dell’altra, germogliano amicizie, spezzate confessioni, un conforto mai pienamente consolatorio ma che fa apparire queste donne come colpevoli innocenti”.
Il dibattito, moderato dalla giornalista del Quotidiano di Sicilia, Patrizia Penna, si è arricchito del contributo di due illustri relatori: il Professor Eugenio Aguglia, Ordinario di Psichiatria e Direttore della Clinica Psichiatrica dell’Università di Catania, e il Professor Antonio Cianci, Ginecologo –  Direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica Azienda Ospedaliero- Universitaria “Policlinico – Vittorio Emanuele” di Catania. 
Aguglia ha innanzitutto chiarito il confine, tutt’altro che sottile tra la Sindrome Blues intesa come disagio emotivo, e dunque  transitorio, e la depressione post-partum intesa come patologia psichiatrica “che – ha spiegato – necessita di uno specifico trattamento medico e farmacologico e dalla quale non si può venire fuori senza l’aiuto della famiglia e del partner i quali svolgono a tutti gli effetti un ruolo terapeutico”.
Cianci si è invece soffermato sull’importanza della prevenzione che può essere messa in atto solo attraverso una profonda conoscenza del profilo psicologico, sociale, emotivo ed affettivo della neomamma “poiché  – ha detto – eventuali fattori di rischio possono già essere individuati durante la gravidanza, se non addirittura prima”.
Il ciclo di incontri, partito da Genova il 21 di Aprile (e che, dopo le tappe di Milano, Roma, Firenze, Bologna Napoli e Catania si concluderà il 7 maggio a Palermo), è stato reso possibile grazie a Intervita Onlus, associazione che lotta da sempre al fianco delle donne, a tutela dei diritti delle donne e contro ogni forma di violenza, discriminazione e sfruttamento.
 

 
Maternity Blues. Un film sulle “mamme assassine”
 
Il progetto “Quando una Madre uccide” è stato ideato da Fabrizio Cattani, regista di Maternity Blues, film presentato al Festival di Venezia e in anteprima lo scorso novembre durante la rassegna cinematografica di “Intervita Onlus Siamo Pari. La Parola alle Donne”.
Maternity Blues, uscito nelle sale cinematografiche italiane il 27 aprile e distribuito da Fandango, è tratto dal testo teatrale di Grazia Verasani “From Medea”: il film racconta le vicende di quattro donne molto diverse tra loro ma tutte colpevoli di infanticidio e rinchiuse in un ospedale psichiatrico giudiziario.
“Il film Maternity Blues – ha detto il regista commentando le immagini forti ma eloquenti della clip proiettata durante il dibattito – non vuole né assolvere, giudicare o condannare queste donne. L’intento è quello di rappresentare il dramma di queste mamme che nello stesso momento in cui tolgono la vita al proprio figlio, uccidono loro stesse e pongono fine alla loro esistenza”.
Sul sito www.maternity blues.it è possibile trovare curiosità ed informazioni utili sui protagonisti e sulla genesi del film.

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