Scia di polemiche attorno alle elezioni - QdS

Scia di polemiche attorno alle elezioni

Raffaella Pessina

Scia di polemiche attorno alle elezioni

giovedì 10 Maggio 2012

Oltre ai problemi di interpretazione della norma lo spoglio è andato a rilento. Chinnici: “Il conteggio dei voti è avvenuto separatamente”

PALERMO – Si fanno sentire i primi effetti politici dei risultati delle elezioni amministrative. Già nella serata di martedì infatti il capogruppo all’Ars del Movimento per l’autonomia, Francesco Musotto, ha rassegnato le sue dimissioni dal partito. In una nota Musotto dichiara che non si è trattato di alcun licenziamento nei suoi confronti da parte del leader Lombardo, ma che si tratta di un “percorso concordato senza polemiche ma con le opportune riflessioni comuni che mi vedono chiudere una esperienza politica”. Nella nota Musotto prosegue dichiarando che la sua esperienza nell’Mpa “è partita da un rapporto di amicizia e stima consolidata nei corridoi del parlamento europeo verso Lombardo. Ho creduto e credo nell’autonomia, amo la Sicilia e ho sempre vissuto in questa terra e per questa terra, anche nella veste di presidente della Provincia di Palermo. Ritengo sia giunto il momento di una riflessione personale per un nuovo slancio in favore della crescita della terra che amo”.
Lo stesso giorno, nel pomeriggio, il Governatore Lombardo aveva tenuto una conferenza stampa proprio per parlare dei risultati elettorali e dei cambiamenti che sarebbero avvenuti. Lombardo chiede a Cascio la modifica del regolamento dell’Ars che considera ormai obsoleto perchè risale alle origini. “È indispensabile – dichiara Lombardo – per poter governare e legiferare in pace”, aggiungendo che tanti cambiamenti saranno “appannaggio del prossimo governo regionale e della prossima Assemblea”. “La cosiddetta foto di Vasto – ha detto Lombardo – e cioè il Pd con Sel e Idv, a prescindere dal conflitto che c’è tra i due candidati a Palermo, nel resto della Sicilia Sel quasi non c’è, a Palermo non raggiunge il 5%, Italia dei valori ha percentuali quasi sempre sotto il 5%. Questa è una prospettiva che avevamo all’inizio delle elezioni”. Secondo Lombardo “l’altra prospettiva dal punto di vista della maggioranza che sostiene il governo, ma anche dalla coalizione che si è trovata attorno ad Aricò e che raggiunge circa il 22%, era un forte centrodestra, che invece si è ridimensionato”. Proiettando il risultato delle amministrative in vista delle prossime regionali Lombardo ha poi aggiunto: “Non vedo da nessuna parte numeri più alti di quelli del patto attorno ad Anna Finocchiaro. Credo che in quel caso il Pd possa imboccare la strada di una coalizione vincente che superi il 50%. Se il Pd scegliesse invece di replicare Vasto noi non entreremo in quella foto”.
Lombardo vede due liste che evidentemente si alleeranno tra di loro: da un lato l’Mpa dall’altro Fli, Api ed Movimento popolare siciliano, “liste nelle quali vi dovrà essere l’apporto di persone nuove che non hanno mai avuto esperienze in politica e che intendano impegnarsi”.
D’altra parte è polemica intorno allo spoglio elettorale, che in Sicilia è avvenuto con enormi ritardi e difficoltà di interpretazione della nuova legge elettorale. L’assessore alle Autonomie locali Caterina Chinnici ha dichiarato che “il conteggio dei voti e il calcolo delle percentuali è avvenuto con modalità separata, i voti attribuiti alle liste sono calcolati al fine della determinazione delle percentuali dei voti, separatamente dai voti espressi per i sindaci”.
Per la cronaca la nuova legge è stata approvata a larga maggioranza all’Ars in questa legislatura. Rispetto alla legge 35/1997, prevede che resti unica la scheda per l’elezione sia del sindaco sia del Consiglio comunale. Ma l’elettore che voglia esprimere una specifica preferenza deve votare separatamente per l’uno e l’altro organo, barrando la relativa casella: il voto espresso soltanto per uno dei candidati al Consiglio non si estende, infatti, anche al candidato sindaco collegato alla lista, né viceversa. Previsto anche il cosiddetto “voto disgiunto”, e cioè la possibilità di votare per il candidato alla carica di sindaco, pur se non collegato alla lista del partito cui appartiene il prescelto candidato al Consiglio comunale.

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