I ballottaggi distraggono l’Ars e il territorio aspetta - QdS

I ballottaggi distraggono l’Ars e il territorio aspetta

Giovanna Naccari

I ballottaggi distraggono l’Ars e il territorio aspetta

sabato 12 Maggio 2012

Gli occhi della politica sono puntati sull’elezioni nelle grandi città dell’Isola. I sindacati chiedono più attenzione per i problemi della gente

PALERMO – A Palermo l’attenzione è concentrata sul ballottaggio che si terrà il 20 ed il 21 maggio tra i candidati a sindaco, Leoluca Orlando (Idv, Verdi, Fds, 47,42% al primo turno) e Fabrizio Ferrandelli (Pd, Sel e liste civiche, 17,34%). Naufragata, per il no degli avversari, l’ipotesi di presentarsi al voto con alleanze tra i partiti di vari schieramenti, continua lo scontro interno al centrosinistra che sicuramente avrà ripercussioni sul rinnovo del Parlamento regionale.
Ma Palermo non è la sola grande città siciliana a tenere accesi i riflettori sull’orientamento degli elettori e sulle strategie dei partiti per restare in sella. Ad Agrigento e a Trapani il ballottaggio tiene impegnati Udc, Pdl-Grande sud, Terzo-polo e altre liste vicine al centrodestra.
E mentre la politica è distratta dall’agenda elettorale, il territorio chiede maggiore attenzione ai bisogni della gente.
Dopo l’appello alla concretezza lanciato al governo regionale da sindacati ed associazioni all’indomani della bocciatura della Finanziaria da parte del Commissario dello Stato, Claudio Barone, segretario Uil Sicilia, interviene sulla seduta dell’Ars di mercoledì, durata soltanto poche ore. “La seduta all’Ars è andata deserta – afferma – e adesso dovranno passare diversi giorni prima che si colmino quei vuoti legislativi lasciati aperti dall’intervento del Commissario dello Stato”. E aggiunge: “I precari degli enti locali, i lavoratori dei teatri, della formazione professionale e dei consorzi di ricerca e tanti altri non possono continuare ad attendere. Chiediamo al Governo di convocare urgentemente un incontro per legiferare prima di tutto sui teatri, che hanno bisogno di recuperare risorse per evitare la chiusura. Ai parlamentari siciliani, invece, una piena assunzione di responsabilità, a fine legislatura, per deliberare soluzioni effettive”.
La Cgil cerca il dialogo con l’esecutivo sulla sanità. “Sulle politiche socio-sanitarie il Governo regionale, con l’assessore al Lavoro ad interim Raffaele Lombardo e l’assessore alla Sanità Massimo Russo, continua a eludere il confronto col sindacato e a definire bandi e ad assegnare risorse senza una visione complessiva sulle problematiche in campo e senza alcuna pianificazione – dice Elvira Morana, della segreteria regionale”. L’esponente della Cgil chiede una verifica dei bisogni della regione e sottolinea: “Il Governo preferisce continuare a giocare la partita dell’integrazione socio-sanitaria da solo lasciando legittimi dubbi sulla trasparenza e sulla efficacia delle scelte che vengono fatte”.
A Roma ritorna in primo piano la riforma Monti sulle Province. Progetto che crea perplessità nel Paese, come è emerso in occasione della conferenza unificata delle regioni sul documento di finanza pubblica 2012, che si è svolta giovedì con Upi e Anci. 
In tema di Province “non si sta ragionando di una semplice sperimentazione – si legge nel documento predisposto dalle regioni – ma dell’avvio di un complesso e intricato percorso di riordino e che tale processo, per l’incidenza che può avere sul rapporto tra cittadini e istituzioni, soprattutto in termini di qualità delle prestazioni e di contenimento della spesa pubblica, non può essere lasciato in sospeso, né calato dall’alto”. E Giuseppe Castiglione, presidente dell’Unione province italiane, spiega in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera e sul sito Upi: “Abbiamo avanzato da mesi una proposta concreta, che sarebbe in grado di portare in poco tempo, senza attardarsi in inutili quanto improbabili riforme della Costituzione, ad una vera modernizzazione dell’amministrazione locale, con risparmi immediati di almeno 5 miliardi di euro”. Questa l’idea: “Ridurre il numero delle Province – scrive Castiglione – istituire le città metropolitane, tagliare gli enti strumentali delle regioni e riorganizzare gli uffici periferici dello Stato intorno alle nuove realtà provinciali”. Ma per Castiglione occorre seguire un percorso “istituzionale”.

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