Imu, i sindaci abbiano il buon senso di limarla - QdS

Imu, i sindaci abbiano il buon senso di limarla

Francesco Sanfilippo

Imu, i sindaci abbiano il buon senso di limarla

sabato 12 Maggio 2012

Confartigianato Sicilia ha radunato i vertici per valutare gli effetti dell’Imposta muncipale sugli immmobili. “È assurdo che si saprà l’effettivo ammontare dell’imposizione soltanto il 10 dicembre”

PALERMO – Le tasse sono lo strumento principe delle Istituzioni pubbliche per realizzare opere o servizi a favore della collettività. Esse sono previste a condizione che sia certo il loro ammontare, i tempi di riscossione e la destinazione. Le imposte, invece, costituiscono un prelievo coattivo di ricchezza sul cittadino contribuente non connesso a una specifica prestazione da parte dello Stato o degli altri enti pubblici per i servizi resi. Questi processi, oggi, costituiscono una teoria sempre valida, ma la loro applicazione nella realtà è ben diversa.
La vicenda dell’Imu, (Imposta municipale propria), la nuova imposta sugli immobili che sostituisce l’Ici, non viene proprio digerita dall’opinione pubblica. Con questo nuovo tributo sugli immobili che producono reddito, l’incremento dell’esborso per gli immobili di proprietà passerebbe dai circa 4,5 miliardi di euro della vecchia Ici a circa 7,5 miliardi, con un aumento di oltre il 60%. Ciò accadrebbe se i Comuni applicassero l’aliquota ordinaria del 7,6 per mille, ma se i Comuni stessi dovessero aumentare l’aliquota sino al 10,6 per mille, come da loro facoltà, si arriverebbe a un costo di oltre 10,5 miliardi di euro.
 
Quest’imposta si basa sull’aumento effettivo del 5% del valore catastale per le imprese, più l’uso di moltiplicatori che raddoppiano la precedente Ici. Infatti, un laboratorio artigiano categoria catastale C/3, che pagava 860 euro di Ici, sborserà, con i nuovi moltiplicatori e le nuove aliquote, fino a 1.820 euro, quindi più del doppio. Tali esborsi dovrebbero essere suddivisi al 50% tra Stato e Comuni, ma il 16 giugno è stato imposto alle imprese di versare anticipatamente 1/3 del valore presunto dell’Imu, che sarà incamerato dallo Stato immediatamente. Tuttavia, i Comuni, che hanno necessità finanziarie altrettanto urgenti, stanno chiedendo di poter anch’essi incassare da subito quest’imposta. Ciò che, però, è assurdo è che solo il 10 dicembre si saprà quanto verrà a costare effettivamente l’Imu che andrà versata entro il 16 dicembre. Ciò sta lasciando nell’incertezza milioni d’imprese, che a questa data devono far fronte ad altri pagamenti altrettanto importanti e urgenti.
La crisi economica in corso ha già causato un notevole impoverimento del tessuto socio-economico del Paese. Solo in Sicilia, si conta un saldo negativo di 5/6 mila imprese artigiane nel 2011, di cui la provincia di Palermo ne annovera 2.868. Non solo, ma l’Imu comporterà un aumento dell’affitto al rinnovo per i locatari sui quali si riverserebbe il nuovo costo per gli immobili. Il presidente della Confartigianato regionale siciliana, Filippo Ribisi (al centro nella foto), ha dichiarato: “La nuova Imu così come è stata definita con i nuovi moltiplicatori e le nuove rendite catastali è una tassa ingiusta per imprese e famiglie. Vorrei appellarmi al buon senso dei sindaci affinché riducano l’aliquota sugli immobili produttivi per tener conto del fatto che la nuova imposta non “ingloba” anche l’Irpef, come inizialmente stabilito nelle prime bozze del decreto legislativo sul fisco municipale. Da qui, la pretesa di sapere l’allocazione che queste somme avranno nei bilanci comunali, e un invito alle amministrazioni affinché si avvii un’operazione di trasparenza”.
 

 
Le dichiarazioni: “Aumenti indiretti pesanti, così le aziende chiudono”
 
PALERMO – Il segretario regionale di Confartigianato, Salvatore Puglisi, ha argomentato: “Il problema è che difficilmente i Comuni terranno l’aliquota minima e, dunque, gli aumenti che si prospettano saranno molto pesanti da sostenere per attività produttive che sono già in crisi. Molto spesso, gli imprenditori continuano la loro attività solo per non dover chiudere e licenziare”.
Il presidente della Confartigianto Regionale della Sicilia, Filippo Ribisi, ha aggiunto: “L’associazione degli artigiani pur essendo contraria all’Imu, si dice comunque consapevole della necessità richiesta dal pagamento di tale imposta. Tuttavia, pretende di conoscere, in primis dai Comuni, quale sarà la destinazione delle risorse loro richieste. Si consenta alle associazioni imprenditoriali ed ai cittadini la partecipazione alla redazione dei bilanci di previsione”.
Il presidente della Confartigianato di Palermo, Nunzio Reina, dichiara: “Anche quest’ultima imposta si ripercuote indirettamente, anche con chi ha l’immobile in locazione, perché l’affitto aumenterà al rinnovo del contratto”.

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