I giovani siciliani si rifugiano nell’impresa - QdS

I giovani siciliani si rifugiano nell’impresa

Michele Giuliano

I giovani siciliani si rifugiano nell’impresa

martedì 15 Maggio 2012

Dati InfoCamere: le aziende con titolare under 30 resistono bene alla crisi rappresentando l’8,5 per cento del totale. L’Isola risulta essere la terza regione con il più alto numero di imprenditori sotto i 30 anni

PALERMO – Se nel resto d’Italia le imprese junior sono con l’acqua alla gola, in Sicilia la situazione è sicuramente più rosea. Nel senso che certamente la crisi la sentono in Sicilia anche i giovanissimi titolari di aziende ma non ha lo stesso effetto catastrofico che invece si registra nel contesto del panorama nazionale.
E’ quanto risulta dai dati elaborati da InfoCamere sulla base degli iscritti delle Camere di Commercio. Secondo l’ente camerale, che ha preso in esame essenzialmente l’ultimo quinquennio, la Sicilia sarebbe la terza regione d’Italia dove vi sono imprenditori under “più resistenti”, cioè che sono riusciti a reggere l’onda d’urto della crisi. Infatti nell’Isola si contano ben l’8,5 per cento di imprenditori under 30 nel totale delle aziende operanti.
Meglio fanno solamente la Calabria (9,2 per cent) e Campania (9 per cento). Mentre al Trentino-Alto Adige spetta il primato della regione con la presenza più bassa di imprenditori under 30 (solo il 4,8 per cento del totale) seguito dal Friuli Venezia-Giulia (il 4,9 per cento) e da Veneto ed Emilia Romagna (5,4 per cento). Sicuramente questo per la Sicilia è un segnale positivo anche di un cambiamento culturale tra i giovani. Evidentemente la crisi economica unita anche alla chiusura dei “cordoni” delle pubbliche amministrazioni, che nel passato trentennio hanno assunto a go-go creando una sorta di idea-sussidio, hanno “costretto” i giovani a pensare a reggersi sulla proprie gambe. Dati che sono in assoluta controtendenza con il resto d’Italia dove invece esiste un’eccessiva moria di imprese giovanili: “La causa sarebbe in primis la mancanza di liquidità unita a tasse e burocrazia. Comunque – secondo Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre – i giovani sarebbero i primi a gettare la spugna. Inoltre molte persone, soprattutto giovani, tentano la via dell’autoimpresa senza avere il know how necessario”.
Dunque se in Sicilia esistono molte imprese giovanili di contro quelle guidate da imprenditori esperti invece risentono di più della crisi. Le notizie che arrivano in particolar modo da Palermo confermano effettivamente questo trend. Nel capoluogo sono le saracinesche abbassate e i cartelli di “vendesi” o “affittasi” che segnano questo periodo. Una difficile situazione quella per il commercio del capoluogo siciliano che oggi annovera tra la lunga lista delle chiusure d’eccellenza anche quella del prestigioso negozio di calzature e accessori Schillaci in via Libertà. Il negozio di calzature di lusso ha chiuso i battenti ufficialmente nei giorni scorsi per cessazione di attività.
 
Ma non è l’unica chiusura eccellente nel centro di Palermo: fino ad oggi hanno cessato l’attività la Botteguccia, la Valigeria Vitale la cartoleria De Magistris Bellotti e anche Tessilcora, azienda fondata nel 1947 dalla famiglia Sansone è giunto alla terza generazione.  Dopo 70 anni di attività anche il leader dell’abbigliamento e delle calzature del capoluogo siciliano situato in via Cavour chiude i battenti al suo posto, in autunno dopo i lavori di ristrutturazione, sbarcherà un ristorante Burger King.
 


L’approfondimento. Nel resto d’Italia reggono meglio gli anziani
 
I dati diffusi da InfoCamere dimostrano che l’esperienza, unita alla tradizione dell’impresa, è stata la variabile che ha permesso agli over settantenni, ma anche agli over cinquantenni, di reggere meglio a ben due crisi economiche considerate per certi versi simili alla devastante crisi del 1929. Negli ultimi 5 anni, dal dicembre 2006 al dicembre 2011, le imprese italiane individuali gestite dagli ultra settantenni hanno retto meglio alle due crisi economiche che hanno colpito il mercato globale proprio a partire dal 2007. Di contro, la tempesta dei “sub prime” prima, e quella dei “debiti sovrani” dopo, hanno tagliato dal mercato una fetta consistente delle imprese degli under trenta e ridotto in modo sensibile le imprese dei 30-49enni, sono rimaste stabili quelle intestate agli ultra cinquantenni. Le imprese con titolare “over 70” sono 2 mila in più (+0,7 per cento) mentre quelle con un titolare “under 30” sono ben 38.000 in meno, in percentuale un 14 per cento in meno, tenuto conto che il peso delle imprese condotte da giovani nel 2006 rappresentava il 7,7 per cento del totale delle imprese e nel 2011 la percentuale era scesa a 6,8 per cento. Trend che invece non tocca assolutamente la Sicilia: almeno per una volta si può che si tratta di un’isola felice.

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