Avvicinare i cittadini alle Forze dell’ordine - QdS

Avvicinare i cittadini alle Forze dell’ordine

Annalisa Giunta

Avvicinare i cittadini alle Forze dell’ordine

venerdì 18 Maggio 2012

Forum con Filippo Nicastro, questore di Caltanissetta

Quando ci siamo incontrati l’ultima volta avevamo sottolineato l’importanza di avvicinare i cittadini alle forze dell’ordine, questo era uno degli obiettivi che lei si prefiggeva. Com’è attualmente la situazione? Siete riusciti in questo intento?
“Io ritengo che il terreno su questo punto di vista è assolutamente fertile a Caltanissetta; di questo bisogna ringraziare le varie associazioni antiracket che hanno fatto tanto per avvicinare imprenditori, le attività commerciali e i cittadini all’autorità giudiziaria e alle forze di polizia, e al contempo ai diversi concetti di legalità portati avanti  da tutte le istituzioni in modo sinergico”.
Rispetto l’anno scorso come è la situazione dei reati? Sono incrementati o diminuiti?
“Il trend è sempre lo stesso, il numero dei reati è immutato. Caltanissetta non è avulsa dal contesto della Sicilia, è una città con tutti i pregi e difetti. Il capoluogo risente molto meno degli eventi criminosi, i Paesi più colpiti sono Niscemi, Gela, Riesi e qualche altro paese del Vallone. I reati come l’omicidio della signora di Santa Caterina, pur avendo scosso notevolmente l’opinione pubblica, sono le punte dell’iceberg, ossia sono fatti episodici, anche se nell’ambito di una settimana abbiamo avuto tre rapine a Caltanissetta, Gela e Santa Caterina, ma si tratta pur sempre di fatti avulsi dal nostro contesto. La realtà nostra non si caratterizza per le rapine nelle ville o nelle abitazioni, sicuramente sono situazioni che determinano l’allarme sociale però sono delle eccezioni”:
Come giudica il grado di sicurezza della città?
“Caltanissetta è una delle città che ha un maggior controllo del territorio, anche perché la disponibilità che abbiamo in questo momento di personale, dovuta anche alla presenza del Cie, è molto elevata. Noi abbiamo quotidianamente due pattuglie della volante, h 24, rafforzate da due pattuglie dell’anticrimine di Catania. A questo si deve aggiungere la macchina dei Carabinieri, il pattuglione della squadra mobile, i poliziotti di quartiere, le telecamere che a breve saranno messe in funzione nei punti nevralgici della città di Caltanissetta e Gela: quindi il controllo del territorio è diversificato”.
Qual è il Comune che le desta più preoccupazione?
“Direi una frase fatta: sicuramente Gela, città che rappresenta il malessere della Sicilia. La mafia gelese ha avuto delle mazzate non indifferenti da parte dell’autorità giudiziaria e delle forze di polizia però come ogni cosa ci sono i cambiamenti, altre leve che si avvicinano sebbene in forma diverse rispetto la precedente gestione. A Gela la mafia in questi ultimi tempi si è un po’ indraghenizzata”. 
Il numero del vostro personale è adeguato per le funzioni che vi competono?
“Lei non troverà mai un questore che non si lamenti del numero del personale. Siamo dotati di una buona squadra mobile che presenta un ottimo organico sia quantitativamente che qualitativamente. Tenga conto che c’è il Cie che assorbe molto personale per la vigilanza, ma tutto sommato sia come macchine, uomini e tecnologie riusciamo a muoverci bene”.
Com’è il rapporto con le altre istituzioni?
“C’è un buon clima di collaborazione e con le diverse istituzioni abbiamo anche stilato diversi protocolli. Ad esempio con la Camera di Commercio ne abbiamo sottoscritto uno per poter accedere alla loro banca dati, mentre con il Comune di Caltanissetta e Gela abbiamo siglato il progetto ‘Mille occhi sulla città’ addestrando i metronotte ad avere un occhio vigile sui problemi che ci toccano da vicino. Inoltre con il Comune è stato sottoscritto un protocollo per un progetto finanziato dal Ministero per l’installazione di oltre 40 telecamere di videosorveglianza che vigileranno su tutto il territorio”.
Come siete messi del punto di vista informatico?
“Siamo molto informatizzati anche se restano gli archivi cartacei”.
 
Quali sono gli obiettivi per il 2012?
“Rendere più felice la vita del poliziotto all’interno della questura, farlo sentire realizzato e valorizzato per il lavoro che fa, tutto ciò comporta automaticamente un riscontro sul benessere della cittadinanza”.
Quali sono i risultati importanti ottenuti nel 2011 che ci vuole segnalare?
“Tra le tante operazione eseguite ricordiamo quella del maggio del 2011 eseguita dal personale della squadra mobile del commissariato di Gela, di Varese e Genova, che ha portato all’arresto di 63 persone accusate a titolo diverso dei reati di partecipazione ad associazione mafiosa, associazione finalizzata al commercio e al traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, incendi, detenzione e porto d’armi. Altra operazione quella dello scorso luglio, dove in seguito all’ordinanza di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Catania, la sezione Criminalità organizzata della Squadra Mobile di Caltanissetta, ha arrestato soggetti, tutti storicamente appartenenti all’associazione a delinquere di Stampo mafioso di Niscemi e di Gela: Alessandro Emmanuello, Giuseppe Amedeo Arcerito, Francesco Amato, Sebastiano Montalto e Rosario Lombardo. Altra operazione che va citata è quella “Crimen Silentii che ha portatto all’arresto di Francesco Ghianda, Gesualdo La Rocca, Salvatore Siciliano e Sebastiano Montalto per avere cagionato la morte di Giuseppe Mililli”.
 

 
Curriculum Filippo Nicastro
 
Filippo Nicastro è nato ad Agrigento il 20 aprile del 1952. Laureatosi in Giurisprudenza  all’Università di Palermo nel 1975, si arruola in Polizia nel 1976. È stato dirigente della Squadra Mobile di Trapani, Agrigento e Reggio Calabria. Ha diretto i Commissariati di Piazza Armerina (En) e di Gioia Tauro (Rc) e dirigente della Direzione Investigativa Antimafia di Caltanissetta. Diventato vicario del Questore di Ragusa nel 2000, promosso Dirigente superiore nel 2005, ha ricoperto l’incarico di Questore di Sondrio e di Vibo Valentia. Dal primo gennaio 2011 è il Questore di Caltanissetta.

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