Ridurre i deputati prima di nuove elezioni - QdS

Ridurre i deputati prima di nuove elezioni

Raffaella Pessina

Ridurre i deputati prima di nuove elezioni

mercoledì 23 Maggio 2012

Il ddl-voto approvato il 18 aprile al Senato, in attesa di esame alla Camera. L’appello di Barbagallo (Pd) al presidente Napolitano

PALERMO – Tempi duri per i grandi partiti che ai ballottaggi hanno visto superare il  proprio candidato da un avversario che si era portato avanti con una semplice lista civica. La politica oggi segna il passo ed è venuto sicuramente il momento di fare delle serie riflessioni perchè la classe politica possa finalmente capire che il cittadino comune ha deciso di aprire le finestre e cambiare un’aria che era diventata troppo immobile e stantia.
I risultati dei 18 ballottaggi hanno  visto la vittoria di liste che in alcuni casi hanno conquistato un numero di  seggi non indifferente in consiglio comunale. Il caso emblematico è stato a  Palermo dove ha vinto Leoluca Orlando di Italia dei Valori (il partito di Di Pietro) che all’Ars non è nemmeno rappresentato. Il tanto agognato bipolarismo dei primi tempi della quindicesima legislatura a Palazzo dei Normanni aveva visto il Pdl da una parte insieme con l’Udc e l’Mpa, allora alleato dei partiti di centro destra e all’opposizione solo i rappresentanti del Pd. Man mano nel corso della legislatura i partiti si sono sfaldati, campanello di allarme di un malessere interno ai partiti ma riflesso di un malessere anche dell’elettorato. Fino a giungere fino ad oggi, con un Parlamento in continuo movimento, almeno per quanto riguarda i passaggi dei parlamentari da un partito all’altro.
La scarsa affluenza alle urne di quest’ultima tornata elettorale ha confermato la disaffezione del cittadino nei confronti di una politica che non legifera a sufficienza, non trova risposte adeguate e non riesce neppure ad  aprovare i bilanci perchè dietro l’angolo vigila il Commissario dello Stato. Adesso, con le elezioni regionali alle porte i politici e i partiti dovranno  riorganizzarsi per rendersi credibili ai propri elettori e trovare le giuste  alleanze. I primi a muoversi sono stati gli esponenti di Pdl e Pd, i due  partiti per così dire maggiormente penalizzati dalle amministrative passate. Nel suo intervento in Aula di ieri Roberto Corona (Pdl) ha invitato il  Presidente dell’Ars Cascio a convocare una prossima seduta “proprio per  discutere sui temi irrisolti in questi quattro anni, per esaminare il consuntivo del governo e dell’attività parlamentare dell’Ars”. “Bisogna dare  segnali forti per ricucire lo scollamento fra la gente e la politica – ha detto Corona – se non si potrà ridurre il numero dei deputati a causa del voto anticipato occorrerà assumere l’impegno di limitare le indennità, almeno del trenta per cento”.
Per il Pd si è fatto sentire Giovanni Barbagallo che ha fatto appello al Presidente della Repubblica perchè sia approvata dalle Camere la riduzione dei parlamentari dell’Ars da 90 a 70. Il ddl-voto varato dal Parlamento siciliano è stato già approvato il 18 aprile scorso in prima  lettura al Senato ed è  ora in attesa di esame alla Camera. “A seguito delle dimissioni annunciate dal Presidente della Regione Siciliana on. Raffaele  Lombardo -scrive Barbagallo al Capo dello Stato- tutto fa pensare che le  elezioni regionali in Sicilia si svolgeranno alla fine di ottobre. Se così fosse si rischierebbe di non potere applicare la nuova normativa di riduzione  dei deputati regionali da 90 a 70”. Ma il Parlamento siciliano è anche in attesa, e il responso lo si dovrebbe avere il 24 maggio, della decisione della procura  di Catania sull’eventuale rinvio a giudizio del Presidente della Regione.
Intanto ieri mattina si è aperta la seduta d’Aula dell’Assemblea Regionale  Siciliana con un minuto di silenzio in omaggio a Francesco Virga, ex deputato regionale scomparso la scorsa settimana. Virga aveva ricoperto la carica di  parlamentare dalla settima all’undicesima legislatura. Intanto la commissione  Bilancio ha proseguito sempre nella mattinata di ieri l’esame dei testi dei due disegni di legge sulla determinazione dei fondi globali e sul finanziamento  delle leggi di spesa, norme correttive dei documenti contabili approvati ad  aprile e impugnati dal commissario dello Stato. I ddl erano stati rinviati in  commissione a seguito di una nota del ragioniere generale Biagio Bossone che chiedeva “approfondimenti e verifiche per meglio calibrare le misure finanziarie da adottare con opportuni emendamenti posti all’esame dell’Aula”. Sempre nella mattinata si sono tenute interrogazioni ed interpellanze della  rubrica infrastrutture e mobilità.

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