Comiso: scalo chiuso, ma litigano sul nome - QdS

Comiso: scalo chiuso, ma litigano sul nome

Carmelo Riccotti La Rocca

Comiso: scalo chiuso, ma litigano sul nome

venerdì 01 Giugno 2012

Incontro già visto sull’aeroporto. La Regione scarica le responsabilità al ministero dell’Economia, che ribadisce: non è infrastruttura statale. Occorre chiarire chi pagherà i costi di assistenza al volo, scontro Russo-Alfano sull’intitolazione a Pio La Torre

RAGUSA – Parlare dell’aeroporto di Comiso significa argomentare su un mistero del quale oramai nulla è chiaro, un mistero che rischia addirittura di cadere nel ridicolo quando si ha non l’impressione, ma la certezza, di vivere un deja vu. Ieri, presso l’aula consiliare della Provincia regionale di Ragusa, si è consumato l’ultimo atto di un film visto e rivisto. A viale del Fante si è tenuta una riunione sollecitata dall’assessore regionale alle infrastrutture, Carmelo Russo, che ha voluto chiarire alcuni aspetti riguardo alla situazione di stasi in cui versa l’iter per l’apertura della struttura comisana.
 
“Ho ricevuto una lettera da parte del viceministro Ciaccia – ha esordito Russo – attraverso la quale mi è stato detto che in riferimento alla problematica concernente l’erogazione di servizi di assistenza al volo su sedime aeroportuale di Comiso, si fa presente che al fine di emanare il decreto interministeriale di attribuzione ad Enav,  occorre chiarire la questione riguardante la copertura dei costi dei medesimi servizi, cioè i servizi per l’assistenza al volo. Al riguardo – continua Russo nella lettura della lettera – è nota la posizione assunta dal ministero dell’Economia, in base alla quale lo Stato non dovrebbe essere chiamato alla copertura di detti costi in quanto con il protocollo sottoscritto nell’agosto 2010 tra il ministero della difesa, delle infrastrutture, l’agenzia del Demanio, l’Enac, la Regione siciliana e il Comune di Comiso, è stato acclarato l’interesse non nazionale dell’aeroporto”.
In sostanza il ministero sostiene che essendo l’aeroporto di Comiso su sedime regionale dovrà essere la Regione a pagare i costi. “Questa logica – ha affermato Russo- non ha alcun senso, le informazioni contenute nella lettera sono prive di fondamento perché il carattere non nazionale a cui si riferisce il ministero riguarda solo la natura del demanio perché, se non fossero dichiarate non nazionali le aree demaniali, queste non si sarebbero potute trasferire alla Regione, ma nell’Accordo di Programma Quadro non c’è una parola che definisca la natura dell’aeroporto. Ma a smentire ancora la tesi del ministero – ha continuato Russo – esiste anche un protocollo di intesa siglato nel settembre 2010 dove il presidente della Regione precisava la volontà di firmare solo se l’aeroporto fosse riconosciuto di interesse nazionale”.
Insomma, sembra di assistere alla scena del cane che si morde la coda, alla domanda secca per sapere se l’aeroporto apre o meno, Russo ha risposto con una citazione filosofica: “Napoleone diceva che Dio sta con i grandi battaglioni, io sono venuto a Ragusa a portare la cognizione del problema, non siamo intervenuti prima perché convinti che tutto stesse andando secondo quanto stabilito”.
Fin qui la situazione dell’aeroporto, ma adesso andiamo al fenomeno di deja vu prima citato. “Per evidenziare all’esterno l’importanza che la Regione affida all’aeroporto di Comiso – ha affermato l’assessore regionale – ho formulato una proposta al presidente della Regione di intitolare la struttura ad un eroe nazionale individuato, come in origine, in Pio La Torre”.  Questa affermazione non è piaciuta per nulla al sindaco di Comiso, Giuseppe Alfano, il quale ha replicato dicendo che “la Regione non è proprietaria dell’aeroporto, non vorremmo intestarci ancora una lotta per dire che qualcuno sta superando i limiti andando contro quelle che sono le richieste di un territorio. Sulla situazione presentata dall’assessore – ha affermato Alfano – chiediamo alla Regione di farsi intanto carico delle spese per lo start-up, noi siamo pronti a partire”.
In conclusione non si può che affermare che la sensazione è che il giorno dell’apertura dell’aeroporto di Comiso,  sia ancora molto, ma molto lontano.
In strada, davanti al portone di ingresso della Provincia, si sono riuniti una serie di gruppi di protesta anti Muos (Niscemi) e per chiedere lumi sullo sblocco dei lavori per la Siracusa-Gela.
 


L’ipotesi. Ministri diffidati: “Si apra o gli atti alla Corte dei Conti”
 
Ragusa – Al termine dell’incontro, l’assessore regionale alle Infrastrutture e alle Mobilità, Pier Carmelo Russo, ha ricevuto un documento sottoscritto dalle associazioni di categoria e datoriali, dai deputati regionali e nazionali e dai sindaci del comprensorio ragusano che hanno partecipato. Così recita una nota dell’ufficio stampa della Regione.
Nel documento “si intimano e si diffidano il ministro dell’Economia ed il ministro delle Infrastrutture ad adottare con immediatezza il decreto interministeriale con il quale attribuire ad Enav i servizi di assistenza al volo”. Nel testo, inoltre, si fa presente che “ogni ulteriore ritardo nell’adozione di tale decreto costituisce specifica ipotesi di danno erariale, come tale immediatamente segnalato alla Procura della Corte dei Conti”.
“La Regione – ha affermato Russo – prende atto del documento, che sarà trasferito al ministero dell’Economia affinché possa intervenire sulla questione in maniera precisa. Con esso si sollecitano gli esponenti del governo nazionale ad assumersi responsabilità precise, imposte dalla legge, tralasciando impostazioni non condivisibili e, in particolare, la qualificazione della natura non nazionale dell’aeroporto di Comiso”.
L’assessore ha ribadito che “la Regione è pronta a sostenere, in via di anticipazione, i costi relativi alla fase di start-up, al fine di consentire l’avvio dello scalo”.

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