Allarme ritardo giustizia civile - QdS

Allarme ritardo giustizia civile

Pierangelo Bonanno

Allarme ritardo giustizia civile

mercoledì 06 Giugno 2012

Questionari inviati a presidenti dei Tribunali e dirigenti amministrativi, in Sicilia il campione è stato Enna. Italia al 3o posto, dopo Turchia e Russia, tra gli Stati che pagano più risarcimenti

PALERMO – Cittadinanzattiva ha presentato, lo scorso 23 maggio, uno studio complessivo sul sistema giudiziario nazionale da cui emerge che  al Sud le carenze sono più evidenti, tra udienze rinviate e informazioni difficili da ottenere.
L’analisi effettuata mette insieme sia il IV Rapporto PIT Giustizia che la I Valutazione civica sui tribunali entrambi effettuati dai volontari ed avvocati di Cittadinanzattiva.
In Sicilia il tribunale coinvolto è stato quello di Enna. A base dello screening effettuato da Cittadinanzattiva si pone il rapporto sul sistema giudiziario europeo presentato dal Consiglio d’Europa, nel quale è stato evidenziato, anche per il 2011, l’allarmante ritardo della giustizia civile italiana. Nel 2011 l’Italia ha pagato come risarcimento ai cittadini di cui ha violato i diritti circa 8 mln di euro, 2,5 Mln in più rispetto al 2010. Purtroppo lo Stato italiano mantiene la terza posizione nel podio degli Stati condannati a pagare i propri cittadini, collocandosi dopo Turchia e Russia. Appare opportuno ricordare che Cittadinanzattiva è un movimento di partecipazione civica che opera in Italia e in Europa per la promozione e la tutela dei diritti dei cittadini e dei consumatori. Tra i responsabili dell’iniziativa un ruolo essenziale è stato svolto dalla siciliana Mimma Modica Alberti, coordinatrice nazionale della rete Giustizia per i Diritti.
La valutazione civica dei tribunali civili e i Rapporti PiT sulla Giustizia sono il frutto del lavoro consolidato negli anni da Giustizia per i Diritti, la rete di tutela di Cittadinanzattiva, e, dal 2011, dalla neonata Agenzia di valutazione Civica di Cittadinanzattiva. Un impegno, quello nella giustizia, lungo oltre vent’anni e volto non soltanto alla tutela quotidiana dei diritti dei cittadini ma anche allo sviluppo di politiche per facilitare l’accesso dei cittadini al servizio, per migliorare la qualità dell’organizzazione giudiziaria italiana, per contribuire al dialogo e alla discussione tra le diverse componenti del mondo giudiziario, per promuovere un controllo pubblico diffuso sull’amministrazione della giustizia e il riconoscimento di diritti nei confronti di quei soggetti che ne risultino esclusi.
Il fattore “Informazione e comunicazione” nei Tribunali è stato valutato attraverso un apposito questionario somministrato a ciascuno dei Presidenti dei tribunali  e contestualmente al dirigente amministrativo del Tribunale. Questo fattore riguarda una serie di elementi necessari a: – rendere accessibili e fruibili ai cittadini informazioni in merito all’attività e al funzionamento del Tribunale, ad esempio attraverso uno sportello URP, numeri telefonici dedicati e sito web; – facilitare e orientare il movimento all’interno della struttura, ad esempio attraverso segnaletica, cartellonistica, opuscoli, e una chiara  ubicazione degli uffici e delle aule di udienza; – migliorare più in generale la comunicazione tra Tribunale e cittadini attraverso, ad esempio, la gestione dei reclami, la multicanalità (sportello, internet, telefono) e la gestione delle relazioni con il pubblico.
 


Valutati standard quanti-qualitativi: al Sud arretrato giudiziario con percentuali crescenti
 
La valutazione civica appare innovativa nella sua semplicità, in particolare, può essere definita come una ricerca-azione realizzata dai cittadini mediante l’utilizzo di metodologie dichiarate e controllabili, per l’emissione di giudizi motivati su realtà rilevanti per la tutela dei diritti e per la qualità della vita.
Sono dunque i cittadini stessi, organizzati e dotati di adeguati strumenti e tecniche di valutazione, a produrre informazioni rilevanti su ambiti di analisi ritenuti significativi, quali servizi resi da soggetti pubblici o privati (es. sanità, trasporti, scuola, utenze, servizi finanziari, etc.) o politiche pubbliche attuate in determinati settori (come welfare, ambiente, giustizia), a livello nazionale o locale. L’attività di valutazione civica consente così di monitorare e verificare, ad esempio, il rispetto di determinati standard quanti-qualitativi previsti da impegni contrattuali o Carte dei Servizi, il grado di rispondenza di determinate politiche alle attese dei cittadini o, ancora, l’effettivo rispetto di determinati obblighi normativi, talvolta largamente disattesi. Lo studio, purtroppo, evidenzia differenze sostanziali all’interno del quadro nazionale dove al Sud si conferma una giustizia con tempi più lunghi ed un arretrato giudiziario con percentuali crescenti.

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