“Per affrontare le questioni legate al Bilancio bisogna soffermarci a parlare del Patto di Stabilità, quella sorta di salvadanaio dove i Comuni devono conservare i soldi a garanzia del debito dello Stato. A gravare sul bilancio, infatti, non sono tanto i tagli in sé, che ammontano a circa 3,7 milioni, su una spesa corrente di 120 milioni, e un bilancio di circa 440 milioni: 2 milioni e 700 mila euro, per quanto riguarda i trasferimenti dallo Stato, più circa un milione dalla Regione. Sono riduzioni certamente significative che si sommano ai tagli che abbiamo già avuto in questi anni per 10 milioni di euro, ma siamo riusciti a mantenere la spesa sociale inalterata e a non aumentare le tasse. Il problema vero è il Patto di stabilità che, fino ad aprile dell’anno scorso, era di un milione di euro l’anno; nel 2011, con la modifica dei parametri, eravamo intorno ai 5,5 milioni. Insomma, dal 2008 a oggi abbiamo messo da parte 8 milioni che vanno aggiunti ai 10. Quest’anno, però, il patto di stabilità è 12 milioni di euro. Sommate, tutte queste cifre, danno la misura dei tagli: 30 milioni, compresi i tagli, che l’amministrazione comunale di siracusa ha avuto in meno a disposizione in quattro anni”.
“Il problema, infatti, è che quest’anno, per fare il bilancio, io devo avere la possibilità di andare a recuperare questi 12 milioni di euro, più i 4 milioni di tagli. L’addizionale Irpef l’abbiamo già allo 0,8 per mille e io non voglio aumentare la Tarsu; posso solo ridurre la spesa, anche se lo si può fare entro un certo limite. Sicuramente stiamo cercando di mantenere le spese a livello dell’anno precedente e a contenere gli sprechi, ma ci sono voci obbligatorie che aumentano.
Siamo comunque intervenuti in vari settori: ad esempio, in quattro anni, ho risparmiato 3 milioni di spese del personale. Io ho trovato 2,2 milioni di costi per gli affitti passivi per conto del Comune: già li ho ridotti di 815 mila euro e nel prossimo anno di altri 400 mila euro; più del 50 per cento del taglio quando avrò terminato il mandato. Abbiamo poi agito sul recupero dell’evasione fiscale, della tassa sulla pubblicità ad esempio, dove siamo arrivati a recuperare 300 mila euro l’anno. Insomma, abbiamo cercato di ottimizzare costi e di fare economia per recuperare risorse”.
“Con questi numeri che le ho prospettato, non ci resta che agire sull’Imu. Non abbiamo ancora deciso quelle che saranno le aliquote, ma sicuramente non ho alcuna intenzione di aumentare l’aliquota. Io sono sempre stato contrario all’Imu, in particolare sulla prima casa, perché è una tassa che si chiama municipale ma non ha nulla di municipale e trasforma i sindaci in sceriffi. Che almeno lo Stato li lasci ai Comuni questi soldi. Invece no, oltre al danno, la beffa, perché non si aspetterà che i Comuni incassino questi soldi: il Governo li tratterrà dai trasferimenti, provocando conseguenze sulla liquidità. Tutti i sindaci saranno costretti ad aumentare l’Imu. La cosa più grave, non è il fatto che si paghi, ma che a questi sacrifici non potranno corrispondere servizi, che sono sempre inadeguati rispetto alla richiesta che, ora, salirà ancora di più”.
“Abbiamo presentato tantissimi progetti da realizzare con fondi europei, ma finchè c’è questa situazione e i finanziamenti devono passare dalla Regione che deve fare i bandi, tutto rimane sulla carta. Noi abbiamo pensato moltissime cose: concorsi di idee, una mostra, abbiamo progetti importanti per la città di Siracusa, ma anche in questo caso, non possiamo trasformarli in progetti definitivi se non ci sono i fondi per partecipare ai bandi”.
“Siamo uno dei Comuni più informatizzati: il sito internet risponde a tutti i parametri, anche se cerchiamo sempre di migliorare i servizi. Ad esempio, stiamo vedendo di mettere il wi-fi gratuito in tutta la città; in alcune zone già c’è, nella zona archeologica e ad Ortigia, ma vorremmo estendere il servizio ad altre zone.
Abbiamo poi partecipato a una selezione che ha fatto l’IBM per le smart city e Siracusa è arrivata unica in Italia e seconda in Europa. Questa iniziativa per cercare di ottimizzare e mettere a rete tutte le risorse della nostra città, ci consentirà di partecipare ad un bando del Ministero dell’Istruzione, con un parternariato con l’IBM”.
“Ci sono tre diverse situazioni: un intervento pubblico per il consolidamento delle banchine; un porto turistico per cui sono già iniziati i lavori, e un terzo porto, per cui è in corso una conferenza di servizi. Per quanto riguarda l’opera pubblica, c’è stato un blocco per una vicenda giudiziaria ora risolta, e si è perso del tempo, ma a settembre potrebbero ricominciare i lavori. Per quanto riguarda il porto turistico di Caltagirone, ci sono due criticità: la prima è legata al fatto che una parte del porto è legata alla ripresa dei lavori nella parte pubblica e l’altra riguarda gli edifici da costruire, per cui i lavori si sono fermati. Il terzo è ancora tutto in discussione, ma è arrivato il piano paesaggistico che non consente di costruire nulla in quella zona, contro cui abbiamo fatto ricorso, insieme ad altri soggetti.