Dal ragioniere generale danno erariale - QdS

Dal ragioniere generale danno erariale

Lucia Russo

Dal ragioniere generale danno erariale

domenica 10 Giugno 2012

Aveva stipulato un contratto per la banca dati della Regione da 4 mln € senza mettere in atto le misure per l’adempimento. Emanuele dovrà risarcire 400mila € alla Regione Siciliana. La domanda: è adeguato a dirigere l’Irfis?

Palermo – Non è ancora scaricabile dal sito la sentenza di condanna in appello della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Sicilia, ma è stata resa nota già ieri la notizia che l’ex ragioniere generale della Regione Siciliana, Enzo Emanuele, è stato condannato a risarcire la Regione di un danno erariale di 395 mila euro.
Già con sentenza n. 2881 del 29 luglio del 2011 la Corte dei Conti – Sezione Giurisdizionale per la Regione Siciliana-, respinta ogni altra contraria istanza, deduzione ed eccezione, in accoglimento della domanda della Procura Regionale, aveva condannato Emanuele a pagare la somma di € 292.416,00 a favore della Regione Siciliana “con rivalutazione monetaria, da calcolarsi secondo gli indici i.s.t.a.t., dai singoli esborsi e fino al giorno di deposito della presente sentenza, nonché con gli interessi legali sulla somma così rivalutata dal predetto deposito al soddisfo, non essendosi ancora concretizzato, con un esborso economico, l’intero importo richiesto nell’atto di citazione; pone, altresì, a carico del convenuto le spese di giudizio che vengono liquidate a favore dello Stato e quantificate in €  462,57”.
Il ragioniere generale l’anno scorso ha deciso di fare ricorso in appello ma la condanna è stata confermata, anzi la cifra da sborsare è salita di centomila euro.
La Procura Regionale, che lo aveva citato in giudizio il 6 luglio del 2010 aveva chiesto la condanna al pagamento di 790 mila euro. I fatti risalgono al contratto che il Dipartimento Bilancio e Tesoro della Regione Siciliana, nella persona del ragioniere generale, Vincenzo Emanuele, aveva stipulato, in data 07.12.2004, con la società D.B.I. s.r.l. per l’acquisto di una banca dati giuridica, denominata “legislazione regionale siciliana”, per un prezzo di vendita pari ad € 3.500.000,00 oltre i.v.a., per un totale di € 4.200.000,00; contratto approvato con D.D.G. n. 42 del 09.02.2005, a firma di Emanuele.
Il suddetto contratto prevedeva che:
– la Regione Siciliana sarebbe divenuta proprietaria “esclusiva” del prodotto soltanto dopo un triennio e con il pagamento di tutto il corrispettivo pattuito (art. 2);
– durante il triennio la consultazione della banca dati sarebbe stata possibile solo per il personale regionale (art. 2) e la D.B.I. s.r.l. avrebbe mantenuto l’onere di aggiornarla (art. 5);
– nell’ultimo anno quattro dipendenti del Dipartimento Bilancio e Tesoro avrebbero dovuto affiancare il personale della società D.B.I. s.r.l. per consentire all’ente territoriale la gestione e l’aggiornamento in autonomia della banca dati (art. 8, comma 5);
– l’impegno delle parti a definire, entro i sei mesi antecedenti la scadenza del contratto, un eventuale e ulteriore rapporto negoziale, di durata non inferiore ad un triennio e con oneri economici da quantificare, per l’aggiornamento e la manutenzione della banca dati a carico della B.D.I. s.r.l. (art. 9 comma 1); la previsione che non addivenendo entro il suddetto termine alla sottoscrizione del nuovo contratto la società avrebbe mantenuto l’onere di aggiornamento per ulteriori sei mesi, con canone da concordare (art. 9 comma 2); la specificazione che se il Dipartimento Bilancio non avesse voluto tale aggiornamento dopo la scadenza del contratto, avrebbe avuto l’onere di comunicarlo alla B.D.I. s.r.l. sei mesi prima la citata scadenza (art. 9 comma 3).
Il danno che ha subito la Regione è stato dovuto al non intervento per un corretto adempimento, di cui è risultato responsabile il ragioniere generale come capo del dipartimento Bilancio, perchè non è stato fornito il nominativo dei dipendenti regionali destinati alla formazione e, tra l’altro, per evitare il blocco dell’aggiornamento della banca dati, è stato stipulato un altro contratto. “In detto contratto – è scritto nelal sentenza di primo grado – Sicilia e-Servizi si impegnava a pagare alla D.B.I. s.r.l. un corrispettivo di € 120.920,00 oltre i.v.a. per il periodo dal 15.08.2008 al 30.11.2008 per il solo aggiornamento della banca dati, ed un corrispettivo di € 531.970,00 oltre i.v.a. per il periodo dall’01.12.2008 al 31.12.2009 per la formazione del personale di Sicilia e-Servizi che, alla fine del periodo contrattuale, avrebbe dovuto gestire in proprio ed in autonomia l’aggiornamento della banca dati. Per il compenso come sopra pattuito, pari complessivamente a € 783.468,00, la D.B.I. fatturava a Sicilia e-Servizi e quest’ultima fatturava al Dipartimento Bilancio e Tesoro della Regione Siciliana che forniva parte della provvista”.
Dal contratto e dai successivi atti aggiuntivi, sempre sottoscritti da Emanuele, in qualità di capo del Dipartimento del Bilancio, emergeva che, non oltre il 15.06.2008, non solo la banca dati avrebbe dovuto essere consegnata alla Regione che ne diventava proprietaria esclusiva, ma l’aggiornamento e la gestione non sarebbe stata più curata dalla D.B.I. ma dalla Regione stessa, beneficiando della specifica obbligazione di formazione a carico della D.B.I.; se la Regione non avesse beneficiato di tale obbligazione contrattuale, la D.B.I. avrebbe continuato, come poi è avvenuto, ad aggiornare la banca dati con ulteriore aggravio per le casse regionali.
Tra l’altro già in epoca antecedente alla stipula del contratto tra Regione e DBI l’art. 78 L.R. 6/2001 prevedeva l’affidamento ad una struttura societaria delle attività informatiche della Regione. Lo stesso Emanuele il 21.5.2007 aveva sottoscritto la convenzione di affidamento di attività informatiche a Sicilia e-Servizi S.p.A.da parte della Regione e, nonostante il contratto originario con la D.b.i. sia stato modificato in executivis con due atti aggiuntivi (l’ultimo del quale stipulato il 21.4.2006), Emanuele dapprima ha sottoscritto la clausola che affidava a dipendenti regionali la formazione per la gestione e l’aggiornamento della banca dati, poi l’ha modificata nell’atto aggiuntivo del 21.4.2006 senza prevedere un meccanismo di formazione che effettivamente rendesse possibile, senza oneri per la Regione, la surroga del personale regionale con personale qualificato.
Dopo la stipula, da parte dello stesso allora ragioniere generale Emanuele, della convenzione con Sicilia e Servizi, non si è attivato per prevedere che l’obbligo di formazione della DBI venisse eseguito nei confronti della società che avrebbe gestito i servizi informatici della Regione”, da qui il danno erariale.
Il fatto grave è che Enzo Emanuele, che ha lasciato da alcuni mesi l’incarico di ragioniere generale a Biagio Bossone, mantenendo quello di dirigente generale del dipartimento Acque e rifiuti, è già stato nominato direttore generale dell’Irfis FinSicilia, per il quale si attende a giorni la nomina del presidente, che dovrà ratificare il direttore.
A questo punto crediamo che il presidente dell’Irfis FinSicilia, una volta insediato, dovrebbe piuttosto respingere la nomina di Emanuele, perchè un tale fatto conferma il dubbio espresso nell’editoriale del QdS di mercoledi scorso, sull’adeguatezza del burocrate a gestire l’istituto che avrà un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’Isola nei prossimi anni e che, proprio per questo, richiede piuttosto la cmpetenza di un manager di alto livello nazionale o internazionale.
 


Avanzo finanziario della Regione da 10 miliardi i fondi vincolati che rimangono un mistero
 
è rimasta senza risposta la domanda che il Quotidiano di Sicilia ha inviato al ragioniere generale Enzo Emanuele il 30 agosto del 2011 a proposito della composizione dell’avanzo finanziario della Regione.
La domanda, ripetuta più volte fino a febbraio 2012 era così articolata: ”Nel Dpef 2012-2014 è scritto che "l’Avanzo finanziario è il differenziale positivo tra tutte le entrate accertate e tutte le spese impegnate, nell’anno di riferimento, in aggiunta alla gestione e alle variazioni dei residui attivi e passivi". Precisamente vi è scritto che "all’1 gennaio 2010 ammonta a 10.059 milioni di euro e si riferisce, per l’importo di 9.493 milioni di euro, ai fondi vincolati e, per il restante importo di 566 milioni di euro ai fondi liberi. Ci interessa avere l’elenco di tutti i fondi vincolati che costituiscono l’avanzo finanziario”.
Perchè il QdS ha rivolto questa domanda? Perchè la cifra di 10 miliardi è iscritta tra le entrate della Regione, ne rappresenta una parte consistente, non si capisce come mai questa somma rimane negli anni senza essere spesa. Di quali fondi vincolati si tratta? Aspettiamo ancora una risposta.

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