Resiste alla crisi chi guarda all’estero - QdS

Resiste alla crisi chi guarda all’estero

Antonio Leo

Resiste alla crisi chi guarda all’estero

martedì 10 Luglio 2012

Forum con Enzo Taverniti, presidente di Confindustria Ragusa

Qual è la salute delle imprese Ragusane?
“Se confrontiamo la situazione attuale con quella degli anni precedenti, notiamo il diffondersi di un evidente malessere. La crisi strutturale che da alcuni anni serpeggiava, pur entro limiti di governabilità, con l’esplodere della crisi economica mondiale ha finito per sconvolgere anche le imprese della provincia di Ragusa. Il bilancio è peggiorato, con un aumento notevole delle sofferenze bancarie e del numero dei cassintegrati, e con una disoccupazione che, da livelli pari alla media nazionale, ha raggiunto numeri a due cifre. È evidente che qualcosa ormai non va: Ragusa, che per 50 anni si era distinta a livello regionale per tassi di produttività e di occupazione apprezzabili, lavorando su mercati di dimensione interprovinciale e regionale, nel momento in cui ha dovuto competere sul mercato globale non è riuscita a trovare un equilibrio che potesse consentire alle aziende di mantenere i livelli acquisiti. L’area iblea, che fino a poco tempo fa rappresentava in Sicilia un polo di eccellenza, oggi è purtroppo retrocessa ai livelli delle altre province siciliane. Il sistema delle imprese che noi di Confindustria Ragusa rappresentiamo sta, quindi, cercando nuove soluzioni, provando con non poche difficoltà a diversificare le produzioni tradizionali e guardando con interesse alle opportunità offerte dai  mercati esteri”.
La crisi quanto sta incidendo su queste difficoltà?
“Sta incidendo tantissimo, ma il problema è già nato qualche anno fa. Se ripercorriamo la storia dell’economia ragusana, notiamo che la sua massima espansione si è registrata quando ha potuto contare, da un lato, sullo sviluppo innovativo dell’agricoltura, mediante le produzioni in serra degli anni ’70 e ’80 e, dall’altro, sulla evoluzione del polo petrolchimico verso forme di utilizzo industriale avanzato dei polimeri e del cemento. Ma, a poco a poco, le strutture petrolchimiche sono state chiuse, ed è rimasto l’impianto di polimerizzazione. Nel frattempo, erano sorte aziende legate alla polimerizzazione, produttrici di plastica per l’agricoltura, che hanno operato bene finché l’agricoltura ha retto. In quegli anni, anche la lavorazione dell’alluminio e dei materiali lapidei di pregio davano un considerevole contributo al fatturato industriale della provincia. Ma nel momento in cui l’agricoltura è entrata in crisi, ne hanno risentito sia le imprese chimico-plastiche, sia quelle che operano nell’ambito della mangimistica e della produzione di concimi. L’edilizia è crollata, trascinando con sé anche la produzione dei materiali e accessori del suo indotto. Solo poche aziende di alcuni settori – plastica, alimentare, lapideo – hanno saputo guardare al mercato internazionale, e sono quelle che resistono alla crisi”.
Quali sono le differenze maggiori del Ragusano rispetto al resto della Sicilia?
“Diciamo che da noi, anche grazie all’aiuto di solide banche locali, si riescono ancora a portare avanti iniziative e progetti di investimento. Permangono, tuttavia, alcune criticità. Abbiamo lavorato molto, con le istituzioni e le parti sociali, per superare il profondo gap infrastrutturale che blocca lo sviluppo della provincia, e qualcosa è stato realizzato, ma non possiamo usufruirne. Il Porto di Marina di Ragusa, per esempio, non riesce a decollare perché mancano i veri utenti, che non sono i piccoli proprietari di barche locali, ma i turisti europei. Perché la struttura sia davvero attrattiva, manca un collegamento veloce con il Nord Europa, così che il porto possa essere utilizzato come punto di partenza per escursioni in tutta la Sicilia e nel Mediterraneo. Non credo che puntare su un turismo di massa possa rendere qualcosa di significativo nel nostro caso. Piuttosto, si dovrebbe puntare su un turismo di qualità, ma ciò vuol dire investire in campi da golf e strutture qualificate. Tutto ruota quindi intorno all’apertura dell’Aeroporto”.
 
Le due cose più importanti che ha realizzato nei quattro anni trascorsi da quando ha assunto il mandato?
“Anzitutto l’unità. Quando ho iniziato, in provincia non c’era grande affiatamento fra le diverse categorie economiche, e la Camera di Commercio tendeva a trascurare il ruolo dell’industria nel contesto economico provinciale. Ho allora cercato di creare uno spirito di dialogo e di collaborazione con tutti, per cui oggi Confindustria è diventata un punto di riferimento fra le altre associazioni di categoria. In secondo luogo, abbiamo promosso e realizzato, prima provincia in Sicilia, un comitato paritetico provinciale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, e abbiamo poi assunto la responsabilità, a livello regionale, quale polo di sperimentazione per la sicurezza, e  stiamo lavorando con i sindacati per l’attuazione del protocollo con loro sottoscritto”.
Qual è la sua ricetta per superare questo momento di crisi?
“Serve che le imprese assumano una visione più ampia, considerando la necessità vitale che bisogna creare reti, orizzontali e verticali, che consentano una divisione dei ruoli fra diverse imprese che operino in modo unitario, anche in collaborazione con aziende di altri territori, per poter avere maggiori volumi di produzione, in tempi più rapidi, e maggiore specializzazione a garanzia di migliore qualità. La globalizzazione ci impone di cambiare, e io credo che, insieme, possiamo ancora cambiare per tornare ad essere ciò che Ragusa era qualche anno fa”.
 

 
Curriculum Enzo Taverniti
 
Enzo Taverniti, Procuratore generale della CoReM srl di Ragusa, impresa specializzata nelle costruzioni e revisioni metalmeccaniche. Già presidente della Sezione Metalmeccanica e vice presidente Confindustria Ragusa, il 12 luglio 2010 è stato rieletto dall’Assemblea generale Presidente dell’Associazione per il biennio 2010-2012. Riveste anche i ruoli di componente di Giunta Confindustria Sicilia, componente Comitato Mezzogiorno Confindustria, delegato alla Sicurezza di Confindustria Sicilia e rappresentante Comitato Sicurezza Confindustria.

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