“Grandi risultati, purtroppo, non si sono potuti e non si possono conseguire. Vige, oggi come ieri, una carenza di strutture, di organici e di risorse in genere davvero molto importante. La crisi della giustizia è qualcosa di endemico, qualcosa di difficile da risolvere. E non sarà di certo la soppressione di qualche tribunale a migliorarla. Nel nostro distretto, infatti, dovrebbe saltare il tribunale della città di Mistretta. Si risparmieranno certamente quei pochi giudici che saranno destinati altrove, ma la crisi della giustizia è soprattutto una crisi di sopravvenienza di affari. Abbiamo, infatti, una sopravvenienza di contenzioso che è decisamente al di sopra della possibilità di definizione. Si dovrebbe, quindi, a mio parere agire a monte del problema. Situazioni, inoltre, che possono far bene sperare non se ne vedono. Funziona meglio invece la giustizia penale che riesce a smaltire un po’ del carico e non presenta grossi ritardi nella definizione”
“La soppressione del tribunale potrà portare certamente qualche miglioramento, ma assolutamente non sarà risolutiva. C’è, poi, da aggiungere, su questa particolare situazione, che la giustizia di prossimità, con una tale soppressione, va ad allontanarsi. Bisogna rendersi conto infatti delle condizioni geografiche in cui versa la cittadina di Mistretta che è una località montana, lontana dai centri cui dovrebbe essere accorpata (forse a Patti). Con una tale manovra, quindi, l’obiettivo di prossimità fallisce!”
“Abbiamo cifre da record. Basta considerare che nella sola corte di appello esiste qualcosa come dieci mila affari civili pendenti. Ed a questo numero vanno sommati gli affari dei quattro tribunali e la sopravvenienza degli affari previdenziali.”
“Si. In questa direzione qualche risultato lo abbiamo conseguito. Si è, infatti, portato avanti questo piano di decongestionare il carico delle cause più vecchie.”
“Quella convenzione ha funzionato, è ancora in atto, ma potrebbe funzionare meglio se ci fossero incentivazioni economiche. Si era pensato di fare anche delle convenzioni con ad esempio delle banche, con Confindustria ma, vuoi anche per il periodo di particolare criticità, di persone disposte a sovvenzionare la giustizia ce ne sono ben poche. La politica del Ministero è tesa alla riforma a costo zero. Questa non si può fare! Noi contavamo molto sull’attuazione dell’ufficio del giudice, che sarebbe stato di aiuto, di agevolazione, ma anche questo progetto non si può attuare nella logica a costo zero!”
“Sì. Proprio di recente vi è stata una prima sperimentazione di collaborazione con l’autorità civile.”
“Due club service, il Soroptimist International Club di Messina e il Kiwanis Club Messina Nuovo Ionio, hanno attrezzato una sala di ascolto per i minori, struttura studiata per assicurare particolari forme di tutela ai minori coinvolti in procedimenti giudiziari, sia che siano vittime, sia testimoni di violenze, evitando loro lo stress emotivo di un’audizione pubblica. Noi ne eravamo privi.”
“Sì. Abbiamo presentato quest’iniziativa in aula magna della Corte di Appello indicando anche una strada che può essere battuta dal volontariato, dalla società civile, che può darci una mano concreta. È stato un grande giorno per la giustizia messinese, una festa del volontariato, della solidarietà e della gratuità, perché, per la prima volta, dei club service hanno collaborato con l’amministrazione giudiziaria con una iniziativa che sopperisce alle carenze delle strutture giudiziarie e che mostra il volto umano della giustizia.”
“Sì. Vorrò chiedere la stessa forma di collaborazione alla Confindustria per quanto riguarda la eventuale istituzione di borse di studio da destinare ai giovani che potrebbero fare il praticantato da noi e costituire, allo stesso tempo, l’ossatura per l’auspicato ufficio del giudice.”
“Per rispondere a questa domanda, fornirò solamente una cifra che è scandalosa: di debiti di legge Pinto, il distretto di Messina, ha nove milioni di euro! Cioè il distretto di Messina deve dare, citando la cifra nelle vecchie lire, ben diciotto miliardi di indennizzi da durata ingiustificata dei processi”.
“Personalmente credo di no”.
“Bisognerebbe riformare drasticamente. In prospettiva, in materia della legge Pinto, esiste una riforma ma non è quella drastica che noi avevamo sollecitato. Tutti i presidenti delle corti di appello, istruito un coordinamento, infatti avevamo chiesto al ministero che ci sottraesse dalla condizioni di queste pratiche, in modo da utilizzare meglio le risorse umane, impiegare cioè diversamente i giudici nelle trattazione delle cause.”
“Siamo, attualmente, abbastanza informatizzati. Certo anche in questo campo, c’è stato un chiaro rallentamento nella spesa da parte del Ministero. Bisogna considerare che le spese di ufficio, quest’anno, sono state ridotte al minimo: abbiamo avuto degli stanziamenti nella misura quasi del 50 per cento in meno rispetto all’anno scorso”.