Regione, Province e Comuni. In Sicilia maxi debito da 7,4 miliardi - QdS

Regione, Province e Comuni. In Sicilia maxi debito da 7,4 miliardi

Massimo Mobilia

Regione, Province e Comuni. In Sicilia maxi debito da 7,4 miliardi

mercoledì 08 Agosto 2012

Il 47% del quale riguarda somme dovute per prestiti in ambito sanitario

PALERMO – Dulcis in fundo arrivò il maxi debito da 7,4 miliardi di euro ad affossare presente e futuro prossimo della Sicilia. L’ultimo appuntamento del Qds con il Rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia della Sicilia si chiude oggi con l’analisi “lacrime e sangue” del rapporto tra entrate e uscite negli enti locali dell’Isola, frutto di una forsennata gestione della cosa pubblica che nel caso della Regione, ad esempio, ha portato a bilanci gonfiati di spese correnti e privi di investimenti.
Dunque, secondo Bankitalia, a fine 2011 il debito consolidato dalle amministrazioni locali siciliane è stato pari a 7,4 miliardi di euro, una cifra abnorme se si pensa che ha rappresentato più della metà di quelle delle Pa nelle Regioni a Statuto speciale e il 6,7% di tutti gli enti locali italiani. Il debito accumulato nel 2011 è stato addirittura superiore dell’11,3% rispetto a quello del 2010 e a pesare di più nella sua composizione, circa l’82,5%del totale, hanno contribuito i finanziamenti ricevuti dalle banche e dalla Cassa depositi e prestiti. Non poteva che essere la Regione, tra le varie amministrazioni, quella a detenere la fetta più grossa di debito pubblico, vale a dire 5,3 miliardi di euro dei quali 5,1 accumulati tra mutui e prestiti. Lo rileva il “Bollettino sul fabbisogno finanziario” di Palazzo d’Orleans contenente le informazioni sui conti in rosso.
 
La Regione siciliana si è indebitata soprattutto con il ministero dell’Economia e delle Finanze per il pagamento di debiti sanitari fino al 2005, che da soli costituiscono il 47% delle somme dovute per prestiti. Inoltre, nonostante l’indebitamento sia cresciuto
nel 2011 di 817 milioni di euro, si è pensato di contrarre due nuovi mutui con la Cassa depositi e prestiti. Di circa 860 milioni è invece il valore nazionale di contratti “derivati” stipulati dalla Regione – ovvero quel tipo di strumento finanziario, ad oggi molto contestato, promosso dalle banche per ripianare i debiti – e per fare ciò ci si è rivolti addirittura ad istituti stranieri, come Nomura (35,3%) e Merrill Lynch (20,9%), connessi all’operazione obbligazionaria promossa col nome “Pirandello Bond” e ai prestiti con la Cassa depositi dal 2001 al 2003. 
Bond o meno, sta di fatto che qualsiasi politica regionale sin ora adottata è stata fallimentare, lo dicono i numeri e lo dicono anche le principali agenzie internazionali di rating che, oltre ad accanirsi contro l’Italia, si sono pronunciate anche sulla Sicilia – mentre il governatore Lombardo rassegnava le dimissioni per motivi non direttamente collegati ai conti – declassandola a livelli da paesi sottosviluppati: A3 per Moody’s e BBB+ per Standard & Poor’s e Ficth Ratings.Meglio non poteva fare una legislatura di politici al governo capace di cambiare cinque giunte in quattro anni e di pensare solo ad ingrossare le assunzioni. Senza dimenticare di mettere le mani in tasca ai contribuenti: nel triennio 2008-2010, secondo Bankitalia, le entrate tributarie della Regione sono state pari a 2.217 euro pro capite, con un aumento dei tributi effettivamente riscossi nel 2010 del 5,7%, secondo la relazione della Corte dei Conti sul Rendiconto generale. In Sicilia, lo ricordiamo, caso unico in Italia la riscossione viene operata da una partecipata della Regione la Serit Sicilia Spa, la quale per i ruoli ad essa assegnati ha aumentato le riscossioni del 29.7%. Trapani è stata la provincia con la percentuale di riscossioni più alta (9,8%), per un totale di 24,8 milioni di euro, Caltanissetta quella meno invasiva.
Superiori alla media delle altre Regioni a Statuto speciale anche le entrate tributarie delle Province (Rc auto, trascrizione), pari a 57 euro pro capite tra il 2008 e il 2010. Nello stesso periodo, invece, le entrate dei Comuni siciliani sono state pari a 275 euro pro capite (Ici, addizionale Irpef).
Considerando che in Sicilia vivono circa 5 milioni di persone, in questi anni, solo dalle tasse pagate dai cittadini
sono circolati circa 11 miliardi di euro nelle casse della Regione, 285 milioni nelle Province e 1,3 miliardi nei Comuni. Peccato che questi tesoretti poi siano stati solo sperperati. La Sicilia, in quanto Regione a Statuto speciale, gode anche di autonomia impositiva: gli enti locali hanno la facoltà di variare, nel rispetto delle indicazioni
di legge, le aliquote di alcuni tributi di loro competenza.
Per Palazzo d’Orleans questa facoltà consiste nella possibilità di variare l’aliquota Irap e l’aliquota dell’addizionale regionale
Irpef. Proprio su questi due regimi di tassazione la Regione ha pensato di spremere quanto più possibile i cittadini, innalzando dal 2008 l’aliquota Irap al 4,82% – che è il massimo consentito dalla legge – e portando quella Irpef, che può
aumentare dello 0,5% annuo, all’1,73% nel 2011.
Passando alle Province, anche qui è passata la linea di aumentare le tasse, sfruttando l’autonomia nel variare l’imposta provinciale di trascrizione e, a partire dal 2011, anche quella sull’Rc auto: nel primo caso, Agrigento, Enna, Messina, Palermo e Trapani hanno deliberato l’aumento massimo del 30% rispetto all’importo base; Catania, Caltanissetta e Siracusa
del 20%; Ragusa del 15%.  Nessuna variazione invece per l’imposta sull’assicurazione Rc auto, stabile al 12,5%.  Infine i Comuni, che possono agire sulle aliquote dell’Ici – da quest’anno tramutata nella famosa Imu, imposta municipale propria – e sull’addizionale comunale Irpef. 
Nel 2011 l’aliquota Ici media praticata in Sicilia è stata pari al 6,49 per mille, superiore a quella delle altre Regioni a Statuto speciale così come quella dell’addizionale Irpef, attestatasi allo 0,45%.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017