La dipendenza si nasconde a casa. Boom di giochi a distanza - QdS

La dipendenza si nasconde a casa. Boom di giochi a distanza

Angela Michela Rabiolo

La dipendenza si nasconde a casa. Boom di giochi a distanza

mercoledì 15 Agosto 2012

Secondo i dati di Aams la Sicilia ha raccolto in sei mesi 442 milioni di euro, 105 vengono dalla rete. I SerT di tutta Italia si organizzano con servizi appositi per i ludopatici

PALERMO – Ogni giorno chi frequenta tabacchini e ricevitorie si trova di fronte a una scena purtroppo non insolita: decine di persone si accalcano per giocare una schedina, per compilare una scheda o grattare un biglietto. Pensionati consegnano rotoli di banconote in cambio della promessa di una vincita e del brivido del rischio. Non è raro assistere persino a momenti di rabbia e invidia, ognuno entra convinto di giocarsi il proprio sistema e tra i giocatori anonimi regna la diffidenza.
 
Il settore del gioco sembra non conoscere crisi. La raccolta dei primi sei mesi del 2012 (44 mld di euro) continua a registrare un trend positivo rispetto al 2011 (35 mld) e si incrementa di una percentuale di circa il 23,7%. 
Per quanto riguarda la spesa dei giocatori, questa diminuisce dello 0,6%, unica traccia tangibile della recessione che il Paese sta vivendo. I dati sono raccolti dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (Aams) e comprendono lotto, bingo, lotterie, apparecchi, giochi a base sportiva e ippica, giochi numerici a totalizzatore e giochi di abilità a distanza. Sono proprio questi ultimi a registrare un boom nell’ultimo anno: si passa da un totale del 2011 di 226 milioni di euro a 1.044 milioni di raccolta nei primi sei mesi del 2012. 
 
Dal punto di vista della pericolosità sociale e individuale, sicuramente è preoccupante un aumento così forte di giochi disponibili in rete perché gli utenti rischiano di perdere qualsiasi raffronto con la realtà e non si confrontano più fisicamente con altri giocatori. Diventa difficile rendersi conto di quanto il gioco si stia prendendo, succhiando, della loro vita. Il gioco a distanza è inoltre più difficile da controllare sia per i familiari del giocatore che per le autorità. I familiari potrebbero metterci anni a capire che il proprio congiunto ha bisogno di aiuto se non hanno accesso a carte di credito e estratti conto. 
 
La Sicilia presenta una situazione emblematica che attraverso i numeri fa capire chiaramente in che direzione si stia muovendo il settore del gioco legalizzato. Nei primi sei mesi del 2012 sono aumentati gli apparecchi da 147 (del 2011) a 157,9. Il bingo non “tira” più come prima, potrebbe essere finito l’effetto novità che catalizzava anche l’attenzione dei giovani (e non solo) nel weekend. Dai 21,5 mln di raccolta del 2011 si passa infatti ai 18 del 2012. Un più lieve decremento arriva dai giochi a base ippica (dagli 8,8 milioni ai 7,3). I giochi di abilità a distanza costituiscono la parte più consistente della raccolta: in un solo anno si passa dai 23 milioni di raccolta a 105,7. Crescono anche i giochi a base sportiva che da una raccolta di 11,5 mln passa a 19,3. In totale, solo la Sicilia in sei mesi ha realizzato una raccolta di 442 milioni di euro. Nello stesso periodo del 2011 erano 258.
 
I media da una parte invitano al gioco responsabile e dall’altra hanno canali e fasce orarie interamente dedicate a trasmissioni sul gioco. Alcuni siti forniscono agli utenti addirittura una somma per giocare a credito (una specie di bonus di benvenuto). Il nuovo giocatore si ritrova quindi alienato dalla routine quotidiana sempre più spesso di fronte allo schermo e non si rende conto dei soldi che spende perché non c’è di solito un passaggio di banconote. Solo quando il gioco diventa completamente patologico scatta l’allarme della famiglia. 
 
I Ser.T (servizio tossicodipendenze) si sono attrezzati per far fronte alle nuove dipendenze. Dal punto di vista psicologico e di condizionamento della vita, il gioco viene equiparato agli effetti di altre droghe più conosciute. Per realizzare di avere un problema e raccogliere la motivazione che spinge a curarsi passano però anni durante i quali il soggetto ammalato di gioco compulsivo spesso dilapida tutte le proprie sostanze. Si può diventare giocatori per gioco, per leggerezza, per sfogare pulsioni distruttive e inconsciamente autodistruttive, per vari tipi di condizionamento. Poi però arriva il giorno in cui i debiti strangolano e non si sa più cosa fare per uscirne.
 
Viene da pensare che lo Stato sfrutti delle debolezze per far cassa a fronte di qualche contentino-vincita profusa dalla dea bendata. La stessa normativa è ferma alla legge Rocco del 1931; questa dà allo Stato competenza esclusiva in materia di gioco. È diventato famoso il caso del comune di Verbania il cui sindaco aveva stabilito per ordinanza che si potesse giocare alle macchinette solo dalle 15 alle 22 e lontano da luoghi frequentati da giovani. Il Tar ha annullato le ordinanze e un fornitore di slot machine ha chiesto un risarcimento milionario al Comune.
 

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