Carrettini di qualità in giro per il mondo - QdS

Carrettini di qualità in giro per il mondo

Roberto Quartarone

Carrettini di qualità in giro per il mondo

venerdì 17 Agosto 2012

I fratelli Bonarrigo hanno fondato la Teknè Italia: esportano la tradizione siciliana del gelato con un tocco rétro. Un sito aggiornato e un design innovativo permettono alla start up di toccare tutti i continenti

GIARRE (CT) – Vendere il gelato italiano ai finlandesi può sembrare un azzardo. Altrettanto è tentare di esportare la tradizione siciliana in Paesi tanto diversi come Indonesia, Zimbabwe, Kuwait o Ghana. Eppure, c’è chi è riuscito a vendere i suoi carrettini per esporre e vendere gelati anche lì. Una parte della cultura isolana che sta girando il globo, grazie a delle attrezzature che mischiano bene design vintage e tecnologie moderne, dando anche modo a tanti emigrati di rivivere la loro infanzia in Italia.
Il merito è di due fratelli di Giarre, Giorgio e Vincenzo Bonarrigo. Figli d’arte, hanno fondato la Teknè Italia e ora stanno esportando in tutto il mondo i loro prodotti. È un artigianato di alta qualità, che comprende un catalogo in cui c’è un po’ di tutto: carrettini non solo per i gelati, ma anche per i cannoli, la pasta e le crêpe, macchine per produrre la granita siciliana, anche barili per bere vino con classe.
 
Il tutto è di qualità. “L’idea è nata dall’esigenza di fare qualcosa di nuovo – ci spiega Giorgio –, che riprendesse l’idea del retro e del made in Italy, partendo dall’esperienza di mio padre nel settore della ristorazione e del mondo del gelato. È quindi una passione che ci è stata tramandata, ma che abbiamo fatta nostra, creando i carrettini per il gelato tradizionali, a cui abbiamo aggiunto un plus di tecnica e di qualità”.
 
Che studi avete fatto?
“Mio fratello studia architettura, sta completando il suo percorso a Bruxelles dopo essersi laureato a Milano. Lui ha la capacità progettuale e di design. Io invece mi sono diplomato e ho iniziato a studiare economia, ma ho poco tempo perché il lavoro mi prende molto tempo”.
 
Qual è l’idea davvero innovativa? 
“Abbiamo deciso di non darci un’impostazione basata sui costi bassi per vendere molti pezzi, magari a qualità bassa. L’idea è di fare pezzi di alta qualità e il prezzo è rapportato di conseguenza. Non ci interessava vendere pezzi che non si distinguessero dalla massa”.
 
Come vi siete fatti conoscere?
“Prevalentemente attraverso un sito che aggiorniamo spesso e viene indicizzato moltissimo. Le fiere del settore, in futuro, ci aiuteranno ad ampliarci. Molti potenziali clienti partecipano alle fiere e preferiscono toccare con mano ciò che comprano. A Rimini ce n’è una internazionale, ma l’obiettivo massimo è andare a Dubai o in Germania, dove c’è il mercato più grosso, quello che ci interessa”.
 
Chi lavora con voi due?
“Soltanto un altro dipendente. Mio fratello fa i disegni e cura l’aspetto progettuale, noi assembliamo i carrettini. Li progettiamo ma alcune lavorazioni le facciamo fare a terzi, perché alcuni macchinari specifici ancora non possiamo prenderli”.
 
I guadagni sono arrivati?
“Sì, già l’azienda ha un suo guadagno. In due anni siamo cresciuti, qualcosa ci rimane, il resto serve per alimentare e investire sull’azienda. Non possiamo pretendere di diventare ricchi senza investire”.

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