Ambiente. Il caso Taranto e gli analoghi siciliani.
Le analogie. Un intervento della magistratura ha posto a livello nazionale il caso dell’Ilva di Taranto, che ha inquinato un territorio in cambio di numerosi posti di lavoro. Succede anche in Sicilia.
Il rapporto. Sulla testa dei residenti a Priolo, Milazzo e Gela, città sedi di petrolchimici, pende una spada di Damocle: i riflessi sulla salute causati dalle eccessive emissioni nocive.
CATANIA – È il 7 novembre 2008. A Roma, nella sede del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, viene stipulato l’accordo di programma per la “definizione degli interventi di riqualificazione ambientale del polo industriale di Siracusa, funzionali alla reindustrializzazione e all’infrastrutturazione delle aree comprese nel Sito di interesse nazionale (Sin) di Priolo”.
L’accordo, prevede interventi per 770 milioni di euro, 200 dei quali a carico delle aziende, il resto a carico pubblico, Stato e Regione. Sono molti più soldi dei 600 milioni annunciati pochi giorni fa da un analogo accordo che si dovrà fare per la bonifica di Taranto, dove ha sede l’Ilva, l’acciaieria al centro delle polemiche dopo l’intervento doveroso della magistratura alla luce del forte inquinamento ambientale. (
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