Comiso: l’Unione europea rivuole i soldi. Richiesti 20 milioni investiti, sul totale di 36 - QdS

Comiso: l’Unione europea rivuole i soldi. Richiesti 20 milioni investiti, sul totale di 36

Rosario Battiato

Comiso: l’Unione europea rivuole i soldi. Richiesti 20 milioni investiti, sul totale di 36

martedì 04 Settembre 2012

In ballo c’è lo sviluppo della Sicilia per un’infrastruttura necessaria a tutta l’area ragusana. E non solo. Lo scalo avrà tempo fino al 2012 per essere operativo, altrimenti Bruxelles interverrà

PALERMO – Anche da Comiso passa l’appetibilità dei prossimi candidati governatori alla Regione siciliana. Intanto sul futuro dello scalo ibleo, che vive nell’eterna attesa di diventare operativo, arriva il macigno più grande: l’Ue avrebbe chiesto la restituzione dei i 20 milioni di euro di fondi strutturali erogati per la trasformazione dell’aeroporto militare di Comino in scalo civile. Un capitale investito che Bruxelles si è stancata di considerare congelato, visti i tempi lunghissimi e le polemiche tutte nostrane che ogni giorno allungano la data di apertura dell’aeroporto.
L’Ue, come riporta La Stampa di ieri, è stata chiara: o si vola entro il 2012 oppure pretendiamo indietro quanto già dato. Il piano di monitoraggio dell’Europa, previsto per quei fondi erogati (fino al 50%) per le opere di interesse pubblico, non deve aver soddisfatto i funzionari che adesso reclamano quanto già investito nel polo ragusano.
Sarebbe solo un altro capitolo dei fondi europei inutilizzati o spesi malamente, ma con l’aggravante che si tratta di un’opera decisiva per lo sviluppo isolano, sebbene il piano aeroporti varato dal governo non consideri Comiso come scalo strategico. Un aeroporto, pronto da due anni, e declassato alla nascita, ma comunque importante sebbene ancora prima di essere operativo, venga considerato, assieme a Lampedusa e Pantelleria, aeroporto di servizio, cioè quegli scali che corrispondono ad esigenze di natura locale e che avranno tre anni per dimostrare condizioni di sopravvivenza economica, senza trasferimento di risorse pubbliche.  
Il punto della questione è abbastanza manifesto: l’Enac (ente nazionale aviazione civile) e l’Enav (Ente nazionale di assistenza al volo) non sono riusciti ad accordarsi e così la pista non è ancora certificata.
Sul punto è intervenuto anche il candidato governatore Claudio Fava. “L’Europa ha il diritto di chiedere la restituzione dei capitali investiti nell’aeroporto di Comiso e la Sicilia non ha scuse campanilistiche da accampare. L’unica cosa da fare è convocare, dopo le elezioni, una immediata conferenza di servizi con l’Enac, l’Enav e l’ente di gestione dell’aeroporto per far partire lo scalo di Comiso entro l’anno”. Fava  spiega che questa sarà una delle priorità del programma, anche se poi, in una nota, si chiede, in maniera sibillina, che senso abbia, nell’ottica di una naturale competizione sul mercato, che gli aeroporti di Comiso e di Catania abbiano come proprietario la medesima società?”. Probabilmente anche perché avranno da servire aree ed utenze differenti.
 


Rosario Crocetta: “Monti intervenga per sbloccare la situazione”
 
“Per responsabilità dei governi la Sicilia deve restituire 20 milioni all’Europa, mentre l’aeroporto di Comiso rimane chiuso. Quello che sta accadendo è veramente assurdo”. Lo dice in una nota Rosario Crocetta, candidato alla presidenza della Regione Siciliana. “L’aeroporto è pronto per essere aperto – aggiunge – e dopo che si sono spesi circa 30 miliardi di euro, per il disimpegno dei governi rispetto al personale tecnico di terra, si impedisce l’apertura di un aeroporto fondamentale allo sviluppo alla fascia centro sud orientale dell’isola, e allo sviluppo dell’intera agricoltura regionale. Attraverso Comiso infatti, i nostri prodotti alimentari freschi, potrebbero raggiungere giornalmente tutta l’Europa. Potremmo aprire al traffico di passeggeri col nord Africa e decongestionare così gli altri aeroporti siciliani. Inspiegabilmente non si fa, e oltre al danno adesso la beffa, dovendo restituire all’Europa i fondi perché l’aeroporto non apre. Faccio appello a Monti – conclude Crocetta – affinché intervenga per sboccare la situazione e impedire l’ennesima azione a danno della Sicilia”.

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