Agricoltura a picco non solo per la siccità - QdS

Agricoltura a picco non solo per la siccità

Michele Giuliano

Agricoltura a picco non solo per la siccità

martedì 04 Settembre 2012

Il caldo sul banco degli imputati ma anche la scarsa programmazione dei Consorzi di bonifica e le carenze infrastrutturali. Secondo la Coldiretti nella nostra Isola si prevede un calo di produzione agroalimentare del 20%

PALERMO – La produzione agroalimentare in Sicilia rischia di subire un brusco stop. Il clima siccitoso (intenso fino allo scorso fine settimana) e le infrastrutture carenti rischiano di mettere in ginocchio un sistema che, tra luci ed ombre, comunque sino ad oggi è riuscito ad emergere nel panorama di uno spietatissimo mercato. Ora però potrebbe arrivare un colpo di grazia pesantissimo.
Il primo campanello d’allarme lo lancia la Coldiretti siciliana attraverso il suo presidente Alessandro Chiarelli che parla di previsione drammatica: un 20 per cento in meno di raccolto. Per l’organizzazione di categoria in questo modo si rischia di dovere cedere il passo sul mercato e di dare un’ulteriore mazzata ad un comparto che in realtà soffre da anni per svariati motivi, primo fra tutti per regole di mercato al ribasso che stanno compromettendo il ricavato dei produttori. Secondo la Coldiretti la siccità andrebbe combattuta con adeguate campagne irrigue che però, ad oggi, non ci sono state: “Se da un lato c’è il fenomeno siccità – sostiene Chiarelli – dall’altro però non abbiamo adeguate infrastrutture. Abbiamo dei bacini irrigui che non riescono a soddisfare le esigenze del comparto per una gestione che continua ad essere lacunosa”.
Al momento in Sicilia i Consorzi di Bonifica sono gestiti da commissari in attesa di vedere finalmente realizzata la famosa riforma che dovrebbe portare le varie strutture di riferimento dalle attuali 11 a 2, uno che servirà la zona orientale ed uno quella occidentale. Se ne parla da tempo di questa “rivoluzione” ma ancora si è fermi ad un sostanziale nulla di fatto: “I troppi dipendenti assunti hanno prodotto milioni di debiti nelle casse dei consorzi che gestiscono i bacini irrigui – spiega il presidente di Coldiretti Sicilia – e il risultato è che l’acqua nei campi non arriva o ne viene erogata troppo poca. In Sicilia ogni estate si verifica la stessa situazione. Tutti sanno che la nostra isola è spesso soggetta a queste ondate di caldo provenienti dall’Africa ma non viene predisposto un piano adeguato per salvaguardare le coltivazioni”.
Il processo di maturazione di frutta e verdura dura in media 40 giorni. Le temperature eccezionali registrate, insieme alla scarsità di acqua, accelerano questo processo che potrebbe rovinare la qualità dei raccolti. I Consorzi esistenti hanno oltre 2.500 impiegati e costano alle casse della Regione 120 milioni di euro. Un aspetto che fa credere che queste strutture siano sovradimensionate rispetto al loro effettivo lavoro è quello relativo agli ettari di territorio effettivamente irrigati. In pratica, per ragioni di vario genere che essenzialmente sono legate alla fatiscenza delle condutture, molto terreno che sulla carta dovrebbe essere irrigato non lo è. Colpa della carenza delle infrastrutture. Facendo una media negli 11 Consorzi si appura, sulla base di ciò che attesta la Cia, che si irriga meno della metà del territorio di competenza: appena il 42 per cento. Esiste poi una fatiscenza delle condotte idriche, problema che non è stato mai seriamente affrontato.
 

 
L’approfondimento. Cosa serve secondo gli addetti ai lavori
 
L’Anbi, l’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, da tempo porta avanti una vera e propria “crociata” presso gli enti competenti per arrivare a trovare una soluzione ottimale per i Consorzi di bonifica. “Non è pensabile – è stato detto nel corso dell’ultima assemblea – che sia la carenza irrigua a frenare lo sviluppo del settore primario. Bisogna uscire dal black out nel quale si trovano i Consorzi di bonifica siciliani. È necessario il cambiamento con una nuova Legge Regionale di settore e di questo si rende merito all’amministrazione Siciliana, offrendo la piena disponibilità dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni al confronto”. Secondo l’associazione si deve assumere in Sicilia il “moderno concetto di Bonifica polifunzionale”, nel cui ambito rientrano le azioni finalizzate alla provvista e utilizzazione delle acque ad uso prevalentemente agricolo, di salvaguardia idrogeologica, di tutela dell’ambiente. Da questa impostazione deriverà il nuovo assetto territoriale dei Consorzi, alla cui base dovrà esserci l’unità idrografica omogenea in adesione alle normative europee, al cui principio di sussidiarietà si ispira l’autogoverno, caratteristica fondamentale degli enti di Bonifica italiani.

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