Torna il settembre nero in Sicilia. Ma Lipari deve fare il mea culpa - QdS

Torna il settembre nero in Sicilia. Ma Lipari deve fare il mea culpa

Rosario Battiato

Torna il settembre nero in Sicilia. Ma Lipari deve fare il mea culpa

martedì 18 Settembre 2012

Il violento nubifragio di sabato e la presenza di una discarica abusiva all’origine dei danni per circa 30 mln. Mancata prevenzione: le Istituzioni locali non capiscono che il clima è cambiato

LIPARI (ME) – Il maltempo ha riportato l’attenzione sui rischi dell’assetto idrogeologico regionale. La storia è ben nota e si ripete con cadenza annuale ad ogni fine settembre, quando le prime piogge mostrano tutte le crepe del territorio isolano, avendo creato tra il 2009 e il 2010 circa 2 miliardi di danni. A farne le spese nei giorni scorsi è stato l’arcipelago delle Eolie, dove un violento nubifragio ha causato danni per oltre 30 milioni di euro. Una situazione figlia del solito connubio tra territorio fragile e antropizzazione senza tregua. Richiesto lo stato di calamità.
La normalità sta lentamente riprendendo luogo a Lipari. L’isola è stata devastata da appena un’ora di pioggia, che ha invaso le strade del centro e la frazione Canneto di fango e detriti. A far decuplicare la pericolosità della precipitazione la solita noncuranza della gestione del territorio. Da una parte, infatti, la forte pioggia ha provocato la tracimazione dei torrenti, ma dall’altra le costruzioni nei pressi dell’alveo e le discariche abusive hanno permesso che la furia degli elementi portasse a valle non solo detriti, ma anche rifiuti solidi urbani.
Il sopralluogo dei giorni scorsi compiuto a Lipari dal capo del distaccamento provinciale di Messina della Protezione Civile Regionale è servito per redigere un rapporto sullo stato dei luoghi e programmare gli interventi da compiere, dopo i danni e gli allagamenti che hanno colpito strutture pubbliche e abitazioni private. Durante l’incontro è stato deciso di inviare esperti e geologi della Protezione Civile regionale a Lipari per accertare lo stato di “salute” dei versanti collinari dai quali si sono staccate le colate di detriti riversate sul centro del Comune ed in alcune frazioni limitrofe.
Agire con immediatezza sembra dunque il programma previsto. Dopo i risultati delle ispezioni saranno messi in campo tutti gli interventi necessari per il ripristino dei luoghi. I vertici della Protezione Civile regionale hanno dato disponibilità al sindaco di Lipari per l’invio di uomini e mezzi per le operazioni di sbancamento, che in questa fase sono state effettuate dai mezzi messi a disposizione dalle autorità locali.
Come capita spesso le conseguenze costano più che mettere in ordine il territorio. Secondo una prima stima ammonterebbero a circa 30 milioni di euro i danni complessivi causati dal violento nubifragio che si è abbattuto sabato scorso sull’arcipelago delle Eolie. In attesa dei risultati definitivi dei dirigenti della Protezione civile, che sono al lavoro per redigere un bilancio definitivo, i danni maggiori si sono registrati a Lipari, dove grazie alla mobilitazione della popolazione e di volontari sono state ripulite a tempo di record le strade principali dal fango e dai detriti trascinati dai torrenti.
La parola d’ordine tra gli isolani è ricominciare. “È legittima la richiesta al Governo di stato di calamità per il violento maltempo che si è abbattuto sulle Isole Eolie provocando danni ingenti soprattutto a Lipari ma, in questa fase, ci auguriamo che la cattiva informazione non penalizzi oltremodo il turismo”. Lo dichiara, in una nota, il presidente della Federazione autonoma piccole imprese (FAPI), il messinese Gino Sciotto. “La richiesta di stato di calamità è una procedura indispensabile per quantificare e ricevere, auspico in tempi brevi, i fondi per il ripristino e la messa in sicurezza delle zone colpite – sottolinea Sciotto – affinché si possano prevenire eventuali altri eventi calamitosi”. Secondo Sciotto le Eolie “sono sicure e stanno già tornando alla normalità”.

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