Diabete, in calo la mortalità ma in Sicilia è ancora allarme - QdS

Diabete, in calo la mortalità ma in Sicilia è ancora allarme

Patrizia Penna

Diabete, in calo la mortalità ma in Sicilia è ancora allarme

giovedì 27 Settembre 2012

Focus dell’Istat: il 31,7% dei ragazzi siciliani (6-17 anni) è obeso o in sovrappeso (media nazionale 26,2%). 57,8 decessi per 100 mila abitanti, valore 1,7 volte più alto del tasso nazionale

PALERMO – In calo la mortalità dovuta a casi di diabete nel nostro Paese. Il numero di persone residenti e decedute in cui il diabete è individuato come la causa principale di morte è infatti passato da 20mila 760 nel 2000 a 17mila 547 nel 2009. è quanto emerge da un focus dell’Istat sul diabete in Italia, relativo a dati che vanno dal 2000 al 2011 e diffuso nei giorni scorsi. Sempre nel 2010, il numero dei decessi in cui il diabete è indicato come causa multipla di morte è molto più elevato e pari a 71mila 978 decessi.
 
Tra le cause di morte nei soggetti con diabete risultano più frequenti le malattie cardiache e cerebro-vascolari e i tumori del pancreas. Al crescere dell’età, aumentano sia i decessi in cui il diabete è la causa principale sia quelli in cui esso è una causa multipla di morte. Al di sotto dei 45 anni di età il tasso grezzo di mortalità per diabete è molto basso, pari a 0,3 casi ogni 100 mila abitanti, sale a 9,9 tra i 45 e i 64 anni e raggiunge i 157,3 decessi per 100 mila persone oltre i 65 anni. Fra il 2000 e il 2009 i tassi di mortalità per diabete sono molto più alti del valore medio nazionale in Campania, Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata. Nel 2009 il tasso di mortalità degli uomini residenti in Sicilia è pari a 57,8 decessi per 100 mila abitanti, valore 1,7 volte più alto del tasso italiano. Per le donne è invece la Campania ad avere i valori più elevati con un tasso del 51,2 per 100 mila, 1,3 volte superiore a quello medio nazionale. La mortalità ha subito una lieve riduzione sotto i 65 anni, in entrambi i sessi e, solo per le donne, anche sopra i 65 anni. Di conseguenza, nelle età anziane è aumentata la distanza tra uomini e donne, a vantaggio di queste ultime.
Obesità e comportamenti sedentari si confermano fattori principali tra quelli associati al rischio di diabete.
Se complessivamente nella popolazione adulta (di 18 anni e più la prevalenza di diabete è pari al 5,8%, tra gli adulti obesi la quota raggiunge il 15,2%, in crescita di cinque punti rispetto al 2001. Tale quota cresce all’aumentare dell’età fino a raggiungere il 29,9% tra gli anziani di 75 anni e più, anche in questo caso in crescita, rispetto al 2001, di otto punti. Un’attenzione particolare merita il problema dell’obesità infantile, essendo documentata la sua valenza predittiva rispetto all’eccesso di peso nell’età adulta.
Nel 2010, più di un ragazzo (6-17 anni) su quattro (26,2%) è obeso o in sovrappeso, proporzione analoga a quanto rilevato nel 2000; a partire dall’età di 10 anni il fenomeno inizia ad essere più frequente nei maschi che nelle femmine. Le percentuale dei ragazzi in sovrappeso o obesi aumenta passando dal Nord al Sud del paese con percentuali particolarmente elevate in Campania (36,6%) e in Sicilia (31,7%). Considerando tutta la popolazione di 45 anni e più, al crescere dell’età aumenta il rischio di essere affetto da diabete (sopra i 65 anni è 4 volte più elevato rispetto alla classe di età 45-54 anni). Nelle donne è complessivamente più basso di oltre il 15% rispetto agli uomini. L’obesità triplica il rischio, rispetto ai normopeso, mentre un titolo di studio basso rispetto a un diploma o una laurea lo aumenta di 1,7 volte. Lo stesso vale per l’inattività fisica, che lo fa aumentare del 35% rispetto a chi pratica regolare attività; per chi risiede al Sud, infine, il rischio aumenta del 50% rispetto ai residenti al Nord.

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