Morsa degli inquinanti, la Sicilia soffoca - QdS

Morsa degli inquinanti, la Sicilia soffoca

Rosario Battiato

Morsa degli inquinanti, la Sicilia soffoca

giovedì 27 Settembre 2012

Qualità della vita: secondo Legambiente Catania è stata la prima città nazionale per superamento di biossido di azoto. Nell'ultimo rapporto dell'Agenzia europea risulta preoccupante il superamento di benzene

PALERMO – L’Europa non perde occasione per bacchettare l’Italia. Questa volta il richiamo arriva per via indiretta tramite la pubblicazione del rapporto 2012 del’Agenzia Europea per l’Ambiente, che ha messo assieme il quadro europeo dei superamenti nell’aria degli inquinanti, come il particolato, l’ozono, il monossido di carbonio, il nickel e il benzene. E non ci sono solo le grandi città del nord, notoriamente ben predisposte ai superamenti, ma anche la Sicilia.
Il rapporto europeo (integralmente consultabile in inglese all’indirizzo http://www.eea.europa.eu/publications/air-quality-in-europe-2012) prende in esame il periodo 2001/2010 e stila una classifica complessiva delle aree più inquinate dell’Unione europea. Proprio nell’ultimo anno in esame, l’Italia ha fatto registrare alcuni dei dati peggiori superando più spesso il valore limite annuale per il particolato. Il BelPaese si trova in compagnia di altre realtà come Polonia, Slovacchia, Balcani e Turchia.
I record italiani hanno riguardato l’ozono (due volte oltre il valore soglia nell’Italia settentrionale), e anche il monossido di carbonio, l’inquinante i cui valori soglia sono stati superati nel 2001, nel 2005 e nel 2010. Sul fronte specificatamente industriale resta eccessiva la presenza di nickel nell’aria italiana in alcune zone del Nord, e anche di benzene/benzopirene, dove tra le uniche quattro stazioni europee di misurazione a superare la soglia limite c’è proprio la Sicilia.
I limiti di legge di riferimento per le polveri fini riguardano i principali inquinanti in circolazione. E non c’è solo il PM10, perché l’entrata in vigore del Decreto legislativo (155/2010) ha obbligato le amministrazioni comunali a monitorare anche la frazione più leggera e più pericolosa delle polveri sottili, ovvero il PM2,5, seppure per ora con l’obbligo di rispettare un limite solo annuale fissato a 25 ?g/m3. Per il Pm10 il valore limite resta a 50 ?g/m3 da non superarsi per più di 35 volte in un anno.
 
Le ultime rilevazioni, riportate su Mal’aria di città 2012, il report annuale stilato da Legambiente, dicono che in Sicilia gli sforamenti si sono verificati a Palermo (63 volte), stazione Di Blasi. Anche per l’ozono esiste una normativa recente (Decreto Legislativo n. 155, 13 agosto 2010) che ha recepito il valore obiettivo di 120 ?g/m3 calcolato come media su 8 ore da non superare più di 25 volte l’anno. In questo caso c’è tempo fino al 2013 per mettersi in regola, anche se i Comuni siciliani sembrano ben indirizzati. La posizione più elevata in classifica spetta a Siracusa, che comunque con 24 superamenti è al limite di legge. Tutt’altro discorso va fatto per il biossido di azoto, un gas tossico che deriva principalmente dai processi di combustione, dal traffico automobilistico e dal riscaldamento domestico. Prima dei dati è sufficiente visionare la stato dell’arte di questi settori in Sicilia: mobilità sostenibile inesistente, riscaldamento domestico principalmente affidato ai combustibili tradizionali e processi industriali poco sostenibile. Accade così che Catania sia il primo posto nazionale con un valore medio pari a 84,0, a fronte di un limite di legge di 40 ?g/m3 previsto per il 2010. Appena sotto la soglia e nella parte bassa della classifica Agrigento (32,1), Siracusa (30,7) e Ragusa (18,6).
A fronte di questi dati la redazione del Piano dell’aria isolano continua ad avanzare troppo lentamente, eppure si tratta dello strumento principale per monitorare e richiedere il rispetto dei valori limite.

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