“Il Presidente della Repubblica da tempo si occupa attivamente della drammatica situazione delle carceri italiane”.
“Mi auguro che la presa di posizione del Capo dello Stato costituisca un forte sprone per il Governo e per il Parlamento in direzione di quattro obiettivi: la concessione dell’amnistia per i reati minori, la realizzazione di nuovi istituti, l’assunzione di personale di custodia e di assistenza ed il varo di una legge sulla depenalizzazione, la quale eviti che gli effetti dell’amnistia, in termini di riduzione del drammatico fenomeno del sovraffollamento, abbiano breve durata”.
Lo speciale ricorso a misure di clemenza spetta al Parlamento e richiede una maggioranza amplissima (i 2/3 delle Camere). Napolitano ha sollecitato il Parlamento ad approvare al più presto il ddl sulle misure alternative alla detenzione, al momento in discussione alla commissione Giustizia della Camera. Lei pensa che la risposta all’appello di Napolitano arriverà in breve tempo?
“Sono moderatamente ottimista, perché i giustizialisti ed i securitari che siedono alla Camera ed al Senato, in entrambi gli schieramenti, non hanno mostrato, almeno sino ad oggi, una grande sensibilità attorno alle problematiche penitenziarie. Un dato é certo: l’esecuzione penale italiana presenta criticità al di sotto della dignità umana ed i frequentissimi suicidi che riguardano sia i reclusi, sia gli agenti della polizia penitenziaria pesano come un macigno sui responsabili della mancata adozione dei provvedimenti necessari”.
Il Quotidiano di Sicilia ha da sempre riservato grande attenzione alla difficile situazione della popolazione carceraria dando voce anche ai numerosi appelli lanciati dal Sindacato della Polizia Penitenziaria: tra casi di aggressione ai danni degli agenti, suicidi ed episodi di violenza ed autolesionismo, la vita impossibile oltre le sbarre non è un fatto “geografico” ma un’emergenza nazionale.