Rifiuti: modello Lombardia per la Sicilia. Aggiornare Brescia per Catania - QdS

Rifiuti: modello Lombardia per la Sicilia. Aggiornare Brescia per Catania

Rosario Battiato

Rifiuti: modello Lombardia per la Sicilia. Aggiornare Brescia per Catania

giovedì 11 Ottobre 2012

La regione del Nord consuma 2,6 mln di tonnellate l'anno, pari ai rifiuti prodotti nell'Isola. Il centro lombardo con rete di teleriscaldamento dall'inizio degli anni '70

PALERMO – La Sicilia produce mediamente circa 2,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani all’anno. Poco meno del 90% finisce in discarica senza alcun tipo di trattamento. In Lombardia trattano 2,6 milioni di tonnellate all’anno nell’ambito della valorizzazione energetica, producendo 980 mila Mwh di recupero energetico termico e 1,7 milione di Mwh come recupero energetico elettrico. La Lombardia brucia il 44% del totale dei propri rifiuti urbani, che complessivamente arrivano a circa 5 milioni di tonnellate.
Basandoci su una proiezione del dato lombardo capiamo benissimo come la Sicilia potrebbe valorizzare energeticamente almeno un milioni di tonnellate di rifiuti per impianti di teleriscaldamento e per la produzione energetica, mentre attualmente, secondo il piano regionale dei rifiuti approvato a Roma, è stata fissata la quota minima di 300 mila tonnellate di Css (combustibile solido secondario) da smaltire esclusivamente nei cementifici e nelle centrali termoelettriche dell’Isola.
Andando al dettaglio provinciale prendiamo invece come esempio una città che, come il resto dei comuni capoluogo siciliani, soffre terribilmente. La provincia di Catania, un milione di abitanti per mezzo milione di tonnellate prodotte di rifiuti, ha una differenziata, dati 2010, ancora largamente al di sotto del 10%, anche se sta crescendo. I dati, infatti, parlano di 51 mila tonnellate di differenziata (8,30%) che si distribuisce in poco meno di 13 mila tonnellate di frazione umida (25,43%), e poi, ad esclusione della carta (21 mila tonnellate pari al 41%) ci sono dati che viaggiano intorno al migliaio per verde, plastica, carta, metalli, tessili, raee e vetro. Eppure Catania è potenzialmente vicina proprio ai valori di una città lombarda. A Brescia risiede quello che è stato definito il più grande termovalorizzatore d’Europa (tre unità di combustione di cui una alimentata da biomasse) e la città ha goduto di impianti di teleriscaldamento già dal 1972.
Adesso la struttura è nel ciclone per una serie di superamenti delle emissioni rilevate dall’Arpa lombarda e sulle quali la Procura di Brescia ha aperto un fascicolo senza indagati né ipotesi di reato. Ma il modello, magari con strutture più avanzate e meno inquinanti, sembra indicato anche per il comune etneo: il centro lombardo brucia quasi mezzo milione di rifiuti (tra cdr e rifiuti urbani) e 300 mila tonnellate di rifiuti speciali producendo 816 Mwh di recupero energetico termico e 635 Mwh di recupero energetico termico. Catania fatti avanti.

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