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Messina – L’eredità del sindaco Buzzanca: Comune “tecnicamente fallito”

Francesco Torre

Messina – L’eredità del sindaco Buzzanca: Comune “tecnicamente fallito”

giovedì 18 Ottobre 2012

L’ex primo cittadino si è congedato parlando di “obiettivi raggiunti”, ma la città è vicina al baratro. Le parole del commissario Croce hanno confermato una situazione drammatica

MESSINA – Stando a quanto dichiarato dal commissario straordinario di nomina regionale Luigi Croce, “se il Comune fosse una società privata avrebbe già dichiarato il fallimento tecnico”. Ma come è possibile, dal momento che l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca, nella conferenza stampa in cui ha annunciato le proprie dimissioni, si è congedato affermando di aver raggiunto tutti gli obiettivi che aveva messo per iscritto nel programma elettorale? Forse il dissesto era nel programma dell’ex primo cittadino?
 
Oppure il declino, soprattutto economico, dell’Ente si è sviluppato nell’ultimissimo periodo, ovvero in coincidenza con la nomina del Governo Monti e il conseguente blocco dei finanziamenti pubblici? Possibile che la situazione in cui si trova oggi Palazzo Zanca non abbia dei responsabili, persone con nome e cognome che farebbero bene a riconoscere i propri errori e ad abbandonare per sempre la gestione della cosa pubblica?
Da qualche settimana il QdS realizza una serie di articoli sull’eredità lasciata da Buzzanca in alcuni settori strategici della Pubblica amministrazione: economia; società partecipate; risanamento; dismissioni immobiliari. Avremmo potuto continuare con la cultura, i servizi sociali, le grandi opere, le manutenzioni, la viabilità, e non è detto che non lo faremo. Intanto, però, l’analisi di queste quattro macro-aree ci ha aiutato a farci un’idea più chiara della situazione, che qui vi esponiamo accanto ad alcune tabelle alquanto eloquenti.
Economia. Il bilancio consuntivo del 2007, l’anno precedente all’insediamento della nuova Giunta, si chiuse con un attivo di 17 mln di euro. Il bilancio 2011 si chiuderà con un disavanzo di 2,3 mln di euro. A parte, ovviamente, i debiti detti per l’appunto “fuori bilancio”, che ammontano a diverse decine di milioni. Ciò significa una cosa sola: che in quattro anni la Giunta ha fatto letteralmente evaporare 19,3 mln €. Era questo nel programma elettorale di Buzzanca?
Dismissioni Immobiliari. Il Piano per la loro vendita era alla base del risanamento dei conti previsto dall’assessore Miloro e dall’ex sindaco. Come è andata in questi 4 anni? A fronte di una previsione di entrate pari a 49 mln €, in casa sono arrivati solo 2,157 mln. L’ammanco, ça va sens dire, ha provocato nel 2011 lo sforamento del Patto di stabilità nel 2011 per cui il Comune è tenuto a pagare una salatissima multa (7 mln €). Era anche questo previsto nel programma elettorale di Buzzanca?
Società partecipate. Doveva essere il tema in cui operare i maggiori interventi, e invece dal 2008 a oggi abbiamo assistito solo a uno smantellamento del sistema di rete del Comune (con la messa in liquidazione di MessinAmbiente, Ato3, Atm, Polisportiva, Nettuno etc… e lo scioglimento di Feluca) ma manca del tutto la parte della riorganizzazione. Con quali effetti? Che in quattro anni l’Ato3, nonostante ingenti finanziamenti e l’istituzione delle isole ecologiche, ha aumentato la percentuale di raccolta differenziata solo del 2%, facendo rimanere la città uno dei fanalini di coda d’Italia. Che, in termini di servizi, mentre nel 2008 giravano in strada otto tram, adesso ne girano solo quattro. Che, infine, in termini economici, i debiti dell’Atm in questi pochi anni si sono incrementati di 38 mln di euro. Anche questi risultati previsti nel programma elettorale di Buzzanca?
Risanamento. L’emergenza abitativa del 2008 riguardava 3.000 case-baracche. L’emergenza abitativa oggi riguarda ancora 3.000 case-baracche. Cosa si è fatto? Sono stati comprati 74 alloggi e ne sono stati costruiti, ma non ancora consegnati, 28. Tutto questo quando l’obiettivo (anche abbastanza mediocre) dichiarato dalla Giunta a inizio mandato era di aumentare il numero degli alloggi popolari di 231 unità. Insomma, con il passo della Giunta Buzzanca, l’annoso e tragico problema del risanamento messinese avrebbe bisogno di 120 anni per risolversi. Forse era scritto anche questo a chiare lettere nel programma elettorale?
Al momento non sappiamo se Croce sarà costretto a dichiarare il dissesto finanziario, però ci sono forti indizi che sia questo il destino di Palazzo Zanca. Se dovesse succedere, è giusto che qualcuno paghi, come previsto dalla nuova normativa nazionale, almeno con l’interdizione dai pubblici uffici. Chi ha male amministrato non può continuare a farlo in perpetuo, magari millantando risultati che solo una cattiva informazione potrebbe nascondere. I numeri sono sotto gli occhi di tutti, e parlano – per quanto riguarda Buzzanca e la sua Giunta – di un fallimento senza limiti, forse della peggiore esperienza amministrativa che il Comune di Messina abbia mai avuto. E questo, quantomeno nel segreto della cabina elettorale, dovrebbe far riflettere ogni cittadino.

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