Settore agricolo, segnali di debolezza - QdS

Settore agricolo, segnali di debolezza

Maria Francesca Fisichella

Settore agricolo, segnali di debolezza

giovedì 18 Ottobre 2012

L’andamento di tutti i comparti dell’agricoltura nel Meridione secondo l’analisi del recente Rapporto Svimez 2012. Agriturismo in crescita: + 17,7% in Sicilia, ma in generale  è in calo il numero di lavoratori del settore

PALERMO – “In base agli ultimi dati disponibili (2009), dei 19 mila agriturismi solo il 20% (3.813) è al Sud, ma la tendenza rispetto all’anno precedente è una decisa crescita (+4,9% in Campania, +4,4% in Puglia, + 3,4% in Calabria, +10% in Abruzzo e +17,7% in Sicilia)”. Questo è quanto emerge dall’analisi del settore agricolo realizzata dalla Svimez e contenuta nel rapporto 2012, recentemente pubblicato.
L’agricoltura si configura ancora come il settore che nel Meridione, nel 2011, continua a segnalare debolezze. Lo dimostra l’andamento divergente del valore aggiunto, che indica cifre diverse a seconda che sia calcolato a prezzi correnti o costanti. Nel primo caso nel 2011 l’insieme di agricoltura, silvicoltura e pesca meridionali registrano una variazione positiva del 3,4%, più del doppio del Centro-Nord, dovuta principalmente all’andamento positivo dei prezzi dei cereali; nel secondo caso, perde l’1,6% rispetto al +0,3% dell’altra ripartizione.
Comunque sia, nel complesso il Sud mantiene la sua specificità agricola, con un’incidenza del settore primario circa doppia rispetto al Centro-Nord (3,4% sul valore aggiunto totale rispetto all’1,5% del Centro-Nord).
Il rapporto parla, però, di una situazione di luci e ombre: da un lato la drastica riduzione di investimenti nel settore (-12%) al Sud negli ultimi dieci anni, che segnalano più sostituzione di beni che nuovo capitale fisico investito; dall’altro la decisa crescita delle attività di supporto al settore (+5%), come la valorizzazione dei prodotti e la fornitura di servizi ambientali e turistici.
In termini di produzione, al Sud crescono le colture erbacee (+9,6%) e i cereali, che registrano un vero boom (+41%). Per effetto dell’andamento di questi ultimi, a livello regionale vanno bene Molise (+2,5%), Basilicata (+1,8%) e Calabria (+2,5%).
Quanto all’occupazione, rispetto al 2010, si è ridotta al Sud dello 0,4%, pari a 2.100 lavoratori in meno, soprattutto indipendenti, mentre il Centro-Nord ha perso il 4,8%.
Una nota positiva si riscontra nel fatto che il Mezzogiorno appare come terra di boschi, agriturismi e aziende agricole biologiche. Secondo le linee guida della nuova Politica agricola comunitaria, infatti, il settore in futuro vedrà crescere, accanto alla funzione strettamente alimentare, nuove funzioni volte ad uno sviluppo sostenibile, come la sicurezza alimentare, la tutela, ricostruzione e valorizzazione del paesaggio, la diffusione di fattorie didattiche e imprese agricole sociali. In particolare in questo senso il Sud vanta un patrimonio forestale importante da meglio utilizzare nelle politiche di sviluppo rurale, avendo il 62% di parchi sulla superficie totale nazionale e il 30% di boschi. Non a caso dei 61mila occupati forestali, il 93% è nel Mezzogiorno, di cui l’80% del totale concentrato in Sicilia, Calabria e Sardegna.
Sempre più spazio si ritaglia, poi, il biologico. Quasi 700mila ettari di superficie biologica su un totale di 1 milione e 100mila si trova al Sud, il 62% del totale nazionale. E se la Basilicata ha più che dimezzato la superficie agricola biologica nel 2011 (SAU) segnando un -54%, altre regioni del Sud segnano veri e propri boom, come la Sicilia (+9%), la Calabria (+11%), la Campania (+20%), la Sardegna (+43%).
 


In forte crescita l’interesse verso le fattorie didattiche
 
A fianco dell’offerta agrituristica sta, sempre più, crescendo l’interesse verso le fattorie didattiche che, secondo alcune stime dell’Inea (Istituto nazionale di economia agraria), hanno raggiunto in Italia le 1.909 unità. Fra le regioni Meridionali la Campania si posiziona, in termini di operatori, al secondo posto a livello nazionale subito dopo l’Emilia Romagna. La Puglia e la Calabria, invece, pur non avendo un alto numero di aziende operanti in questo segmento, sono fra le poche regioni italiane – insieme al Friuli Venezia Giulia e Umbria – ad aver emanato una legge specifica per le fattorie didattiche.
Altro fenomeno è quello della diffusione delle pratiche di agricoltura sociale, che vede la collaborazione tra organizzazioni agricole ed operatori del terzo settore. Obiettivo comune è quello “di creare reti sociali dedicate a soggetti deboli in risposta ai bisogni di inclusione socio-lavorativa e di individuare sinergie produttive in grado di intercettare il nuovo mercato del consumo critico. Per quanto riguarda il Mezzogiorno, tale processo risulta ancora in forma embrionale”. Solo l’Abruzzo ha approvato la l.r. 18/2011 che equipara le fattorie sociali ad imprese agricole. Tale percorso normativo è stato seguito anche da altre regioni quali la Campania, la Sardegna e la Basilicata che hanno prodotto proposte di legge specifiche.

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